venerdì 7 novembre 2025

Comitato di cittadini attivi e democratici in difesa della Costituzione

Vincenzo San · nSstdrpooemgcnm1m5ami89cigitg41u4al1ci75ccc9f5th00251 la9f4l · Giorgia Meloni ha ironizzato sullo sciopero del venerdì, offendendo milioni di lavoratori che quel giorno perdono una giornata di paga per difendere i propri diritti. Ma con quelle stesse tasse che pagano, i cittadini finanziano stipendi parlamentari sempre garantiti, anche quando l’Aula lavora solo pochi giorni a settimana. Mentre chi lavora davvero si alza all’alba, chi governa pensa a ridurre l’impegno del Parlamento con la cosiddetta settimana corta, per permettere ai ministri di non dover essere presenti il venerdì. Una decisione che non distingue tra governo e opposizione e che rappresenta un insulto alla fatica quotidiana di milioni di italiani. La premier parla di responsabilità e produttività, ma come può parlare di lavoro chi lavora solo quattro giorni a settimana? Come può giudicare chi sciopera, se poi la politica si ritaglia un fine settimana lungo a spese di chi lavora? E quando Meloni ironizza su Landini, dovrebbe ricordare che Landini è pagato dai lavoratori, non dallo Stato. È stato eletto da chi lavora, non nominato da chi comanda. Se davvero il governo crede nel valore del lavoro, inizi ad applicare le stesse regole a sé stesso. Niente settimane corte per i parlamentari, niente privilegi mascherati da organizzazione. Il sacrificio non può valere solo per chi non ha potere. I lavoratori italiani meritano rispetto, non sarcasmo. Il lavoro non è un fastidio. È la dignità di un Paese.

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