venerdì 28 novembre 2014

La necessità di costruire una sinsistra Post Ideologica

 
Il dilagare del pensiero unico dominante ci costringe a riflettere sul fallimento di tutti quei partitini della galassia della sinistra, che tutti insieme oggi raggiungono a malapena il 2%.
Penso che questa riflessione sia una necessità, perché sono convinta che se la sinsistra non prende atto degli errori commessi non potrà mai trovare la strada per uscire da questa crisi nera, che l’ha portata alla sua quasi scomparsa, non solo in termini di rappresentanza, ma anche di idee e valori.
Sono profondamente convinta che per la tenuta democratica del Paese e necessario ed urgente sconfiggere il pensiero unico dominante e per farlo serve una sinistra autentica post ideologica che rilanci una sua propria visione del mondo, una visione alternativa all’esistente, da superare (e inevitabilmente da liquidare) con radicalità e coraggio, come abbiamo scritto nel nostro manifesto.
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 http://ricostruirestatoepartiti.altervista.org/la-necessita-di-costruire-una-sinsistra-post-ideologica/

lunedì 24 novembre 2014

Gli elettori hanno disertato in massa le urne.




 Il risultato elettorale in Emilia Romagna è inequivocabile: il 60,7 % e quindi i due terzi degli aventi diritto hanno disertato le urne!
Un’astensionismo di queste proporzioni, mai visto fino ad adesso in questa regione,è un inequivocabile sintomo di una malattia molto grave che nessuno si può permettere più di sottovalutare se si ha a cuore il bene del Paese.
In Emilia Romagna, più che al sud gli elettori non sono andati a votare perché, com’è facile immaginare, non si riconoscono più in questi partiti e nemmeno negli uomini e nelle donne che li rappresentano (anche se vanno ogni settimana dall’estetista).


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domenica 23 novembre 2014

Manifesto dei “Partigiani contro il pensiero unico dominante”

Ormai la deriva autoritaria sostenuta dal pensiero unico dominante sembra un passaggio obbligato nella storia contemporanea del nostro Paese.
E certamente non può essere sconfitta creando l’ennesimo partitino dello zero virgola pelo di pulce per cento.
Non è questo l’obiettivo di questo movimento.
L’obbiettivo di questo movimento – che ha individuato come contraddizione principale il pensiero unico dominante che proclama la democrazia, mentre di fatto, in concreto, la va sempre più riducendo ad una finzione (di cui sono evidenti manifestazioni i leaderismi e i populismi) ed alla nuova espressione del neoliberismo che ha devastato il nostro Paese in ogni suo aspetto- è quello di ricostruire una sinistra autentica post ideologica che rilanci una sua propria visione del mondo, una visione alternativa all’esistente, da superare (e inevitabilmente da liquidare) con radicalità e coraggio.

sabato 15 novembre 2014

Solidarietà a Nino Di Matteo



dimatteo
Comunicato stampa

15  novembre 2014

Il Treno delle Donne in Difesa della Costituzione 
esprime la solidarietà di tutta l'associazione al pm Di Matteo e agli altri magistrati minacciati dalla "mafia" e denuncia la gravità dei silenzi e degli "imbarazzi" istituzionali.
 Ci risiamo al 1992 ma non soltanto… speriamo di no, muoviamoci affinché non sia così. Ma quelle frasi tremende sul tritolo “che è già arrivato” per Nino Di Matteo, gli avvertimenti al Procuratore generale Roberto Scarpinato, e quel clima speciale che si stabilisce all'interno delle istituzioni appena si avvicina l’elezione del Presidente della Repubblica, non può non destare allarme.
Per questo dobbiamo rimanere vigili. 

Una politica costituzionale


la Repubblica
8 novembre 2014
renzi.BolognaStefano Rodotà
L’accelerazione impressa alla sua azione e, soprattutto, alle sue parole dal presidente del Consiglio- segretario del Pd richiede qualche riflessione sul modo in cui si va configurando il sistema politico italiano e sulla cultura che sostiene i suoi mutamenti. La più evidente riforma è quella incarnata dallo stesso Renzi, per il modo in cui definisce il suo rapporto con i cittadini, che assume tratti simili a quelli descritti in un libro dedicato al capo e alla folla da Gustave Le Bon. Renzi declina questo rapporto diretto nel linguaggio attinto dal mondo digitale e parla di “disintermediazione”, ma la sostanza è quella.