giovedì 21 giugno 2012

Documento dell'Associazione Salviamo La Costituzione che il Treno delle Donne in difesa della Costituzione fa proprio condividen

  
Di seguito il documento dell'Associazione Salviamo la Costituzione,  assolutamente condivisibile, che il Treno delle Donne per la Costituzione intende fare proprio  e si unisce alla stessa per
- invitare i gruppi parlamentari a non procedere all’approvazione del testo licenziato dalla I Commissione del Senato;
- esprime netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di sistema presidenziale e semipresidenziale;
- ribadisce l’importanza centrale per il nostro ordinamento della procedura di revisione costituzionale nelle forme previste dall’articolo 138 Cost., di cui anzi auspica la messa in sicurezza, mediante l’elevazione a due terzi della maggioranza parlamentare richiesta per l’approvazione di modifiche costituzionali e a quattro quinti della maggioranza che preclude la facoltà di richiedere la sottoposizione del progetto di revisione a referendum confermativo, secondo quanto previsto nel ddl cost. n. 741 presentato in Senato dal Presidente Scalfaro e nel ddl cost. n. 868 presentato alla Camera dall’on. Bachelet;
- esprime, pertanto, netta contrarietà a qualsiasi forma di referendum costituzionale di indirizzo.
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L’Associazione “Salviamo la Costituzione” nella riunione del Consiglio direttivo del 19 giugno 2012, sentito il parere del Comitato Scientifico dell'associazione, ha approvato il seguente

                                               DOCUMENTO
relativo alle proposte di modifica degli artt. 56, 57, 58, 70, 73, 74, 92, 94 e 126 nel testo unificato del d.d.l. cost. unificato nn. 24, 216, 894, 1086 ecc.,

Sulla procedura seguita per la riforma costituzionale:
Il testo derivante dal noto accordo tra gli onn. Alfano, Bersani e Casini consiste in una serie di d.d.l. costituzionali che, pur toccando aspetti centrali dell’impianto costituzionale, ha aperto un iter procedimentale che, in relazione all’importanza dei temi trattati, appare quanto meno frettoloso e lascia intravedere storture procedimentali al limite dell’ammissibilità. Il che è particolarmente grave nel caso di una procedura di revisione costituzionale nella quale si richiede dalla Costituzione un adeguato tempo di esame dei singoli progetti.
Può anzi aggiungersi che, in molti ordinamenti, si prevede persino lo scioglimento delle assemblee che approvano in prima deliberazione le modifiche costituzionali, oltre a una doppia approvazione, a intervalli di tempo fissi tra la prima e la seconda, con maggioranze qualificate e persino una successiva pronuncia popolare. In Italia, il procedimento di revisione della costituzione è disciplinato dall'art. 138 Cost. in connessione con la procedura prevista dagli artt. 71 e 72 Cost. per la legislazione ordinaria, ferma restando la maggiore solennità della procedura di revisione costituzionale.
Si ritiene pertanto che, rispetto all'introduzione di modifiche della forma di governo e del bicameralismo, rivestano carattere prioritario e condizionante sia la  riforma della legge elettorale vigente - allo scopo di salvaguardare l’eguaglianza delle chances nella competizione politica ed il potere di scelta degli eletti da parte degli elettori - sia il completamento della disciplina legislativa dei partiti politici, attraverso la previsione di requisiti di democrazia nei processi decisionali interni.
Quanto alle proposte di revisione riguardanti i congegni della forma di governo,  il Consiglio direttivo, pur apprezzando nel progetto in discussione il riferimento a congegni di razionalizzazione e di stabilizzazione del modello parlamentare contemplati dalla Legge fondamentale della Repubblica federale di Germania, tuttavia rileva che tali congegni presuppongono un sistema elettorale e una regolamentazione dei partiti politici coerenti con il modello parlamentare sopra indicato.

Sulla disomogeneità delle materie sottoposte a revisione costituzionale:
All’indomani della bocciatura popolare della legge di riforma costituzionale d’iniziativa del governo Berlusconi uno dei rilievi più diffusi fu che da tale bocciatura veniva confermato, da un lato, l’impianto della Costituzione del 1947 e, dall’altro, l’indirizzo interpretativo secondo il quale le leggi di revisione costituzionale disciplinate dall’art. 138 Cost. debbano avere contenuto omogeneo, non solo perché la pluralità delle modifiche rende più difficile l’approvazione del testo unitario, ma anche e soprattutto perché, se è vero che la libertà di scelta dell’elettore non può essere coercita da un referendum che abroghi una pluralità di disposizioni disomogenee, come più volte statuito dalla Corte costituzionale, a fortiori la libertà di scelta dell’elettore non può essere coercita quando gli si chiede di approvare una legge di revisione costituzionale che modifichi materie disparate.
            Di qui la conseguenza che la via maestra dovrebbe piuttosto essere la predisposizione di tanti progetti di legge costituzionali quante sono le materie incise dalla riforma. E ciò anche perché è immediatamente percepibile, nel d.d.l. cost. in esame, la già rilevata frettolosità con la quale sono state approfondite talune  tematiche, una per tutte quella del bicameralismo.

Sulla conferma della circoscrizione estero:
Molte perplessità suscita nel Consiglio direttivo l’intento di non sopprimere la c.d. “Circoscrizione Estero”, la cui breve esperienza ha già avuto occasione di dimostrare i propri deleteri effetti sul complessivo sistema rappresentativo.

Sui disegni di legge d’iniziativa governativa:
La facoltà del Governo di chiedere per un proprio disegno di legge l’iscrizione, con priorità all’ordine del giorno, il voto bloccato entro un termine determinato e, decorso tale termine, l’approvazione articolo per articolo, senza emendamenti, priva il Parlamento di qualsiasi potere d’influenza sulla formazione delle leggi.
La disposizione proposta è peggiorativa persino in confronto al regime restrittivo cui è soggetta, giusta la sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2012, la procedura di conversione del decreto legge. Questa, allo scadere dei sessanta giorni, può sfociare o in rifiuto (esplicito o implicito) di conversione, oppure in una legge che contenga emendamenti “non eccentrici” rispetto alla disciplina contenuta nel decreto legge, mentre a qualsiasi disegno di legge indicato come prioritario dal Governo il Parlamento potrebbe opporre, secondo la proposta di revisione costituzionale in esame, soltanto un rifiuto, senza poter modificare nulla.
Non può dunque spettare altro che al Parlamento il potere di valutare le priorità indicate dal Governo, e, pur accogliendole, di conformare la disciplina che ne dovrà scaturire. Il potere di emendamento è, da questo punto di vista, fondamentale espressione di una democrazia parlamentare e quindi non può essere sospeso o derogato in funzione delle esigenze di sollecita attuazione del programma di governo.

Sul procedimento legislativo e sulle distinte funzioni delle due Camere:
Sul tema del procedimento legislativo, l’attribuzione al Senato dei disegni di legge «riguardanti prevalentemente le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117» vorrebbe “specializzare” il Senato su tutte le questioni di spettanza regionale in ordine alle quali lo Stato debba intervenire con legge di principio (competenza concorrente). Vista l’impraticabilità politica dell’ipotesi di trasformare il Senato in Camera di rappresentanza delle autonomie, si cerca insomma una sorta di surrogato, che però, a parte la palese incongruenza fra struttura dell’organo - con particolare riferimento alla confermata elezione popolare diretta dei suoi membri - e funzioni che gli si vorrebbero attribuire, presuppone che la definizione delle materie oggetto di competenza concorrente sia univoca, priva di problemi interpretativi e di possibili intrecci con le materie oggetto di competenza esclusiva di cui all’art. 117, secondo comma, su cui legifererebbe la Camera salvo richiamo del Senato. Va tuttavia obiettato che la giurisprudenza costituzionale è da circa un decennio costretta a dipanare i frequentissimi intrecci fra i due elenchi materiali dell’art. 117 Cost. ai fini della definizione delle controversie costituzionali Stato-Regioni.
Parimenti criticabile è l’ulteriore previsione che l’assegnazione ad una delle due Camere, d’intesa tra i loro presidenti, dei disegni di legge avvenga “con decisione insindacabile”. Il che equivale a stabilire che la Corte costituzionale non potrebbe sindacare la decisione adottata al riguardo dai presidenti delle Camere.
 Ciò rischia di porre un ancor più grave problema. Infatti, dal momento che, nella definizione dei giudizi di legittimità in via principale, la Corte costituzionale  muove dall’individuazione della materia in contestazione, la Corte medesima si troverebbe ad una individuazione non operata né dalla Costituzione né dalla propria giurisprudenza. Se invece la Corte rifiutasse una siffatta lettura della norma, la Corte finirebbe per non dare alcun peso all’intesa fra i due Presidenti nonostante la sua proclamata “insindacabilità”.
Infine una revisione costituzionale che prevedesse una simile “specializzazione funzionale” del Senato darebbe l’impressione di aver voluto risolvere una volta per tutte il problema dell’identità della seconda Camera con un accorgimento in ogni senso modesto. E soprattutto una siffatta revisione perpetuerebbe un tipo di riparto di potestà legislativa, come quello concorrente, su cui le stesse forze politiche che si accingono a votare la riforma in esame avevano maturato ben più ponderati progetti di riforma.



Sulla riduzione del ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica:
Desta molte perplessità il forte affievolimento del ruolo del Capo dello Stato nelle fasi di crisi. Il Consiglio direttivo ritiene invece fondamentale il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica quale strumento di salvaguardia degli equilibri istituzionali nelle fasi di grave crisi politica del sistema parlamentare di governo.
A maggior ragione il Consiglio direttivo manifesta contrarietà agli emendamenti Alfano ed altri che, nell’introdurre l’elezione a suffragio universale del Capo dello Stato e nel sottrarre a controfirma i più importanti atti presidenziali, determinano una radicale alterazione del modello parlamentare delineato dalla Costituzione del 1947 all’interno del quale si colloca la posizione del Presidente della Repubblica.

Per tali motivi il Consiglio direttivo dell’Associazione Salviamo la Costituzione:
- esprime la sua ferma contrarietà alle proposte di modifica costituzionale sopra elencate;
- invita i gruppi parlamentari a non procedere all’approvazione del testo licenziato dalla I Commissione del Senato;
- esprime netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di sistema presidenziale e semipresidenziale;
- ribadisce l’importanza centrale per il nostro ordinamento della procedura di revisione costituzionale nelle forme previste dall’articolo 138 Cost., di cui anzi auspica la messa in sicurezza, mediante l’elevazione a due terzi della maggioranza parlamentare richiesta per l’approvazione di modifiche costituzionali e a quattro quinti della maggioranza che preclude la facoltà di richiedere la sottoposizione del progetto di revisione a referendum confermativo, secondo quanto previsto nel ddl cost. n. 741 presentato in Senato dal Presidente Scalfaro e nel ddl cost. n. 868 presentato alla Camera dall’on. Bachelet;
- esprime, pertanto, netta contrarietà a qualsiasi forma di referendum costituzionale di indirizzo.


Roma, 19 giugno 2012

venerdì 15 giugno 2012

LA GRECIA DEVE RIMANERE IN EUROPA


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LETTERA APERTA  /  PETIZIONE
ALLE ISTITUZIONI DELL’EUROPA UNITA
AI GOVERNI EUROPEI
AI CITTADINI EUROPEI
 
La Grecia deve rimanere in Europa – L’Europa deve salvare la Grecia
 
 
Oggi in Grecia, domani dove ?
 
Un Paese umiliato, come lo è la Grecia, costretto a delle reiterate manovre economiche, 
che hanno distrutto la società e fortemente depresso l'economia, riducendolo ad una 
condizione di insolvibilità, andrà nel mese di giugno a nuove elezioni,le seconde in
due mesi.
Quali forze prevarranno in quel Paese ridotto alla disperazione ? 
E quale decisione prenderà l'Europa subito dopo sulla questione dei prestiti ? 
Si dice e si scrive che se la Grecia uscirà dall'Euro, in Europa scatterà un piano B. 
Ma quale piano B vi potrà essere in un'Europa pervasa dalla paura ? 
L'unico piano sarà l'eutanasia dell'Unione e la distruzione di altri Paesi europei, 
tra cui l'Italia,
 che si troveranno via via nelle condizioni della Grecia, per un effetto contagio 
incontenibile. Solo la solidarietà tra i Paesi europei, nel quadro del rilancio di 
un grande disegno politico di unificazione, come gli Stati 
Uniti d'Europa, è in grado di evitare il disastro, che giustamente è stato paragonato 
agli effetti di una devastante guerra condotta con mezzi non militari. 
La proposta immediata di considerare gli investimenti destinati allo sviluppo fuori
 dai parametri di Maastricht, del rifinanziamento della BEI, dell'emissione degli 
Eurobond,la decisione di dismettere la miope politica iper rigorista, 
imposta dai conservatori e dai liberali tedeschi, possono aprire la strada alla 
realizzazione  di quel disegno ed evitare il disastro, ma i tempi sono importanti e
 di tempo ce n'è pochissimo.
Purtroppo i cosiddetti mercati, che sono i maggiori responsabili della devastante 
crisi mondiale nella quale siamo precipitati, insieme alla debolezza strutturale 
della politica, lucrano sulle disgrazie nostre. 
Ma noi abbiamo la responsabilità di lasciarglielo fare, mantenendo in piedi 
un'Europa senza una testa politica, e togliendo quindi ai popoli europei gli 
strumenti di difesa. 
E in questo vuoto si inserisce la furia rigorista del governo tedesco, che non
 tiene in nessun  conto le lezioni della Storia recente, che riguardano in primo
 luogo la Germania. 
 La civiltà europea, come la conosciamo oggi, le cui tradizioni e valori spirituali
 hanno dato grande significato alla vita occidentale qui e nella comunità Atlantica,
 ha le sue radici primigenie in Grecia. Questo paese merita il nostro aiuto.

Facciamo appello al Parlamento Europeo e a tutte le forze che in Europa avvertono 
i pericoli mortali di una siffatta politica e credono nella possibilità di uno 
sviluppo solidale e armonico dell'Europa, che la porti ad essere un faro di 
democrazia e civiltà per tutto il mondo, perché nella situazione attuale, 
non a disastro compiuto, facciano sentire con ogni mezzo e senza ritardi la loro voce. 
O ci salviamo insieme, o insieme, uno ad uno, cadremo. Tertium non datur

PRIMI PROPONENTI E SOTTOSCRITTORI DELLA PETIZIONE:

  1. ACQUISTAPACE  Silvia,  Roma IT
  2. ALAYMO  Filippo,  Roma IT
  3. ALTIERI  Vito,  Roma IT
  4. ANGELINI  Claudia,  Udine IT
  5. ANGELINI  Roberto,  Udine IT
  6. BARDINET  Marie Alexandrine,  Parigi FR
  7. BARDINET  Marie Amélie,  Parigi FR
  8. BARDINET  Thierry,  Parigi FR
  9. BERARDELLI  Alessandra,  Roma IT
  10. BIGNAMI  Francesco,  Roma IT
  11. BISPURI  Ennio,  Roma IT
  12. BOLOGNESE  Sylvia,  Roma IT
  13. BROSO  Maria Laura,  Parigi FR
  14. BRUNELLI  Caterina,  Roma IT
  15. BUCCI  Raffaela,  Roma IT
  16. BUSCEMI  Gaetano,  Firenze IT
  17. CALISSE  Stefania,  Roma IT
  18. CARLINI Gaspare,  Roma IT
  19. CARTA  Carmela,  Roma IT
  20. CASCIALLI  Gianluca,  Roma IT
  21. CIANCIO  Letizia,  Roma IT
  22. COLACE  Marco,  Roma IT
  23. COLACE  Mariagiulia,  Roma IT
  24. COLACE  Maurizio,  Roma IT
  25. COLUCCI  Mario,  Roma IT
  26. Comitato  Piero Gobetti,  Napoli IT
  27. CONSALVI  Stefano,  Roma IT
  28. CORBO  Gennaro,  Roma IT
  29. DANIELE  Mariapia,  Napoli IT
  30. DE FILIPPIS  Elena,  Roma IT
  31. DE SEPTIS  Concetta,  Roma IT
  32. DEITINGER  Patrizia,  Roma IT
  33. DELFINO  Francesco,  Roma IT
  34. DI BATTISTA  Paolo,  Roma IT
  35. DI CASTRO  Elisabetta,  Roma IT
  36. DI GIACOMO  Mauro,  Roma IT
  37. DI GIOVENALE  Laura,  Pomezia IT
  38. FARALLO  Claudia,  Roma IT
  39. FILOMENO  Alba,  Bari IT
  40. FLAMMIA  Ezio,  Roma IT
  41. FLEBUS  Patrizia,  Udine IT
  42. FOLGORI  Roberto,  Roma IT
  43. FOURAKI  Sofia,  Creta GR
  44. FRANZIONI  Aldo,  Bologna
  45. GABUTTI  Irene,  Roma IT
  46. GABUTTI  Isabella,  Roma IT
  47. GABUTTI  Lorenzo,  Roma IT
  48. GALLELLI  Guido,  Roma IT
  49. GALLO  Maria Francesca,  Roma IT
  50. GALLOTTA  Valter,  Roma IT
  51. GAWRONSKI  Piergiorgio,  Roma IT
  52. GENNAI  Benedetta,  Roma IT
  53. GENNAI  Gianluca,  Roma IT
  54. GENNAI  Pierfranco,  Roma IT
  55. GUERRIERI  Ettore,  Roma IT
  56. GUERRISI  Maria,  Roma IT
  57. HAMOUD  Fouad,  Firenze IT
  58. HAMOUD  Nadine,  Firenze IT
  59. ISIDORI  Fernanda,  Roma IT
  60. LANZALACO  Patrizia,  Roma IT
  61. LANZETTA  Letizia,  Roma IT
  62. LAZZARINI  Valeria,  Roma IT
  63. LIGNOLA  Filippo,  Roma IT
  64. LUNATI  Gabriele,  Firenze IT
  65. MACCAGNI  Lucia,  Bologna IT
  66. MACCIO'  Anna Maria,  Roma IT
  67. MANCUSO  Salvatore,  Palermo IT
  68. MARCONI  Monia,  Ancona IT
  69. MARNETTO  Massimo,  Roma IT
  70. MARTUSCELLI  Rosanna,  Roma IT
  71. MASULLO  Adelaide,  Roma IT
  72. MASULLO  Elisabetta,  Roma IT
  73. MASULLO  Rosaria,  Roma IT
  74. MATTEINI  Carla,  Roma IT
  75. MAZZUCA  Luigi,  Roma IT
  76. MEUCCI  Luigi,  Roma IT
  77. MONGE  Mario,  Roma IT
  78. MOSCHINI  Laura,  Roma IT
  79. NOBILE  Giancarlo,  Napoli IT
  80. NUCCI  Francesco,  Roma IT
  81. ORANO  Roberto Ivan,  Roma IT
  82. PALLOTTINI  Francesca,  Roma IT
  83. PANI  Roberto,  Roma IT
  84. PATRIZI  Giovanni,  Roma IT
  85. PELLEGRIN  Rosanna,  Roma IT
  86. PERESANI  Paolo,  Ancona
  87. PEZZELLA  Mario,  Roma IT
  88. PEZZOTTAGRASSI  Angelica,  Roma IT
  89. PITTIN  Elena Anna,  Roma IT
  90. PROCESI  Barbara,  Roma IT
  91. PROCESI  Francesca,  Roma IT
  92. PROCESI  Sergio,  Roma IT
  93. PROSPERI  Tommaso,  Roma IT
  94. PULICAT  Francesca,  Roma IT
  95. QUATTROCCHI  Fedora,  Roma IT
  96. RIZZO  Adele,  Roma IT
  97. SAMBUCCO  Micaela,  Firenze IT
  98. SAMBUCCO  Stefania,  Firenze IT
  99. SCALVENZI  Lanfranco,  Brescia IT
  100. SORTI  Pierluigi,  Roma IT
  101. STEFANELLI  Simone,  Roma IT
  102. TACCETTI  Quintilio,  Roma IT
  103. TAVIAN  Alessia,  Vittorio V. IT
  104. TONALI  Maurizio,  Roma IT
  105. TONNI  Elisabetta,  Roma IT
  106. TOSCANO  Nella,  Palermo IT
  107. VACCHER  Daniela,  Roma IT
  108. VAIANI LISI  Mario,  Roma IT
  109. VANO  Rosanna,  Roma IT

mercoledì 13 giugno 2012

Le sciagurate riforme Costituzionali presentate in Parlamento

Ecco il testo delle riforme Costituzionali, che questo Parlamento screditato sta cercando di approvare in tutta fratta, dando poteri enormi al Premier a discapito dello stesso Parlamento: opponiamoci a questo scempio con fermezza!
http://www.senato.it/documenti/repository/notizie/2012/riforma_parlamento_forma_governo_testo_a_fronte.pdf

domenica 3 giugno 2012

Come se niente fosse – Il Fatto Quotidiano

Come se niente fosse – Il Fatto Quotidiano

La sinistra che non c’è più!

   Adesso che Anna Finocchiaro è venuta allo scoperto complimentandosi   con il ministro Fornero per avere vinto la sua battaglia contro l’art. 18, possiamo tranquillamente affermare che la sinistra in cui molti si sono aggrappati, o meglio quella che noi per lungo tempo abbiamo pensato  lo fosse contro ogni evidenza,  semplicemente non esiste!

Non so quanti elettori del PD ne sono consapevoli, perché la mancanza di questo senso non può che aggiungere guai a guai.
Eppure non ci voleva molto a capirlo, ma molti si sono ostinati a continuare a vedere ciò che non c’è più da tantissimo tempo: Il PD oltre a non essere di sinistra non è riuscito ad essere nemmeno un partito. Infatti, dopo tantissimi anni dalla sua nascita ancora non ha un profilo chiaro e riconoscibile.
Per poterlo conoscere bisogna quindi rifarsi alle posizioni che va assumendo di volta in volta e che, inevitabilmente, ci dicono che non è sinistra e non lo è  perché non  difende i valori della sinistra, ma  gli interessi delle banche, della casta e dei ricchi.
Con la scusa che si deve salvare l’Italia stanno appoggiando tutte le peggiori nefandezze di questo governo tecnico a cominciare dalla riforma delle pensioni e finire con l’art. 18, buttando così a mare le conquiste che sono costate ani di lotte e sofferenze ed adesso si appresta a dare una mano, anzi ha progettato per mano di Violante di cambiare in modo devastante la Costituzione e, quel che è più grave, all’insaputa degli Italiani, cancellando con un semplice colpo di spugna  il risultato del referendum celebrato appena 6 anni fa.
Io penso che l’aspetto più disperante del popolo Italiano è la superficialità dell’approccio alle proposte politiche che prescinde  dai contenuti, da un progetto o dalle persone. Si  corre appresso ad sigla   più in voga e poi ci si tuffa  dentro senza porsi domande. Se così non fosse PD, PDl e via via tutti gli altri partiti e partitini non dovrebbero esistere più da un pezzo. Invece sono ancora lì con i loro leader, a volte plurindagati, ma applauditissimi.
Credo che al punto in cui siamo dovremmo cominciare a porci delle domande su ciò che siamo noi e cosa vogliamo essere da grandi, qual è il futuro che vogliamo per noi e per le generazioni future e darci dalle risposte, perché dipenderà dal tipo di risposte l’inizio di un cambiamento vero.
Temo però che ancora non è arrivato il momento nonostante tutto e questo è davvero un bel guaio!  

venerdì 1 giugno 2012

poche-donne-in-vita-economica-italia-con-loro-meno corruzzione

Grazie Uomo!


 
Certo che le donne sono un’altra razza.
Con la bandana o gli sguardi catarifrangenti da Barbie,
con le grandi pance davanti o con l’uomo sbagliato addosso, innamorate di un gatto o tradite dall’ombra della felicità, abbandonate all’angolo di una piazza
o tagliate da un improvviso dolore,
si fermano un istante per piangere,
poi sollevano il capo e riprendono la strada.

Sono maestre di dignità le donne..

Non bisogna lasciarsi distrarre dall’ondeggiare dei fianchi
se vogliamo capire qualcosa di loro..
Dobbiamo soltanto guardarle negli occhi..
perché i loro occhi dicono quello che le bocche sanno tacere.
Sì, le donne sono un’altra razza..
Spesso ci camminano a fianco così leggere
che neanche ce ne accorgiamo..
Quasi sempre, però, ci precedono
e basterebbe solo seguirle per capirne di più.
Seguirle con poco orgoglio e molto rispetto..
Per essere più uomini..
Un po’ più uomini, almeno..

•Antonello De Sanctis
Nel mondo degli uomini (2012)
di: Il viaggio è nella testa.