sabato 25 giugno 2011

Lettera al Presidente Napolitano


Ill.mo Sig. Presidente Della Repubblica On. Giorgio Napoletano,
ho deciso di scriverLe, pur temendo che non leggerà mai questa mia,  perché non ce la faccio più a sopportare lo scempio delle nostre Istituzione e del Paese intero che si sta consumando dietro le inestricabili trame occulte che stanno venendo alla luce con le indagini della Magistratura, che vedono coinvolti, ministri e faccendieri, deputati, magistrati, finanzieri,  criminali, pregiudicati, figure di ogni risma.
Troppo alto  e radicato è in me il senso delle Istituzioni e insieme dei valori sanciti dalla nostra Costituzione per potere continuare  a tollerare oltre il dispregio della stessa da parte di tutti questi.
Mi domando: che esempio possono mai trarre i giovani da un simile degrado?
Cosa possiamo e dobbiamo fare noi per impedire che questi esempi vengono da loro assimilati e per evitare la conseguente perdita di ogni futura speranza di voltare pagina?
Siamo alla vigilia dell’approvazione di una finanziaria lacrime e sangue, che sta preparando ancora una volta il conto salato per gli ultimi, che metterà in ginocchio questo Paese assetato di lavoro, dove  lavorare ormai è diventato un lusso che si possono permettere solo i potenti, che  si dividono tutte le torte a loro disposizione, lasciando che chi è fuori dal sistema rimanga in mezzo ad una strada a mani vuote.
Siamo sull’orlo di un disastro e prendere  atto che questi politici, tutti, da destra a sinistra(?) piuttosto che stare lì a pensare come evitare tutto questo, si stanno  dilettando a  discettare   se si devono o non si devono pubblicare  i contenuti delle intercettazioni.
Basta, diciamo basta, non se ne può più!
 In un Paese normale, se ci fosse un’opposizione, l’unica cosa che si dovrebbe fare è chiedere lo scioglimento delle Camere ed andare subito al voto.
Purtroppo non c’è e spetta a noi cittadini chiedere questo:
Signor Presidente della Repubblica sciolga subito le Camere perché noi vogliamo andare a votare!
C’è un Parlamento intero che non è più credibile, i cittadini non hanno più fiducia in questa classe dirigente, c’è l’urgenza di ricostruire il Paese, prima che i danni siano irreversibili e non è più tollerabile che si continui in questo modo.  
Sig. Presidente confido nel Suo senso alto delle Istituzioni e per questo gli chiedo di intervenire: è necessario ed urgente  porre fine a questo scempio,  la Giustizia faccia il suo dovere fino in fondo senza guardare in faccia a nessuno e la stampa venga lasciata libera di informarci,  noi Cittadini di questa Repubblica abbiamo il diritto di sapere cosa è successo e cosa sta succedendo nel nostro Paese!!!
Distintamente
Nella Toscano

venerdì 24 giugno 2011

Giù le mani dalla " Rivoluzione Gentile"


"

pubblicata da Nella Toscano il giorno venerdì 24 giugno 2011 alle ore 19.33
CHE TORNI LA RETE DI ORLANDO PER NOI DELLA RETE DELLE DONNE   NON è UNA NOTIZIA, MA  LO E' IL FATTO CHE  CI SI VOGLIA APPROPRIARE DEL  TERMINE DISTINTIVO   "RIVOLUZUIONE GENTILE" !
 E' BENE CHE SI SAPIIA CHE  APPARTIENE ALLA RETE DELLE
DONNE  ITALIANE E SICILIANE , QUINDI
GIU LE MANI DALLA "RIVOLUZIONE GENTILE"

A quasi un ventennio dalla sua nascita torna la Rete...

Venerdì 24 giugno, Il Fatto Quotidiano: "A quasi un ventennio dalla sua nascita torna la Rete..."
A quasi un ventennio dalla sua nascita torna la Rete. Se però la chiamate la Rete di Orlando, il suo fondatore, attuale portavoce dell’Idv, vi...

di Carmine Fotia
A quasi un ventennio dalla sua nascita torna la Rete. Se però la chiamate la Rete di Orlando, il suo fondatore, attuale portavoce dell’Idv, vi smentirà con fastidio.
Non si tratta infatti, di una corrente di partito né tantomeno di un piccolo partititino, l’ennesimo, ad personam. Piuttosto un cenacolo di riflessione politico-culturale, dichiaratamente oltre la politica istituzionale che guarda in modo un po’ "visionario" non alle prossime elezioni ma a quelle del 2018. E che pensa in termini di post-berlusconismo piuttosto che di anti berlusconismo.    E’ animata da persone che hanno partecipato alla Rete del '92, ma anche no, e che oggi collocate in diverse forze politiche o in nessuna, unite dalla "retitudine”, ovvero l’attitudine a essere un “lievito culturale”.    Se n'è parlato in un seminario informale, uno dei tanti tenuti dai retini da due anni in qua, ma che oggi incrocia i cambiamenti nel mondo arabo, in Italia, in Grecia, in Spagna. Una “Rivoluzione Gentile” (per usare un termine caro alla Rete) che in Italia si esprime nelle amministrative e nei referendum.
Ma l’alternativa del centrosinistra è matura? Pace, democrazia diretta, forma partito, economia dei beni comuni. Su questi temi, a settembre, in concomitanza con la marcia della pace Perugia-Assisi, si terrà un nuovo seminario aperto ai movimenti, e a personalità della politica e della cultura, per cominciare a scrivere un “nuovo vocabolario dell’alternativa”.

martedì 21 giugno 2011

Azienda Italia in fallimento!!!

 
E’ vero lamentarsi solamente non porta da nessuna parte e personalmente, devo dire la verità, sono stanca di farlo. SI perché il lamento fine a se stesso  non serve a ninet, tanto tutte le cricche continuano imperterrite a fare quello che hanno sempre fatto e se ne fregano del nostro disagio.
E’ pur vero però che lo sconcerto aumenta mano a mano che emergono fatti e circostanze che sono la prova provata di quanto grande sia il degrado morale ed etico di questa Nazione e di come poche siano le persone  che lottano per cercare di rimanerne immuni e   hanno difficoltà a tacere lo scempio che si sta consumando, pur nella consapevolezza che  solo le parole non bastano e che anzi hanno l’effetto malefico di essere emarginate da questo sistema colluso e affaristico.
Certo non possiamo tacere come a cominciare dalla Sicilia, terra di mafia, ma anche regione dove nella giunta  regionale sono stati chiamati magistrati, si presume  a garantire correttezza ed imparzialità ed invece  dalle cronache di oggi apprendiamo che l’Ass.re Russo ha infilato nel suo staff  un mini-esercito che ci costa 3 milioni e 800 mila euro all'anno: un milione e mezzo grava sulle casse della Regione, il resto sul Fondo sanitario nazionale. Tra i "comandati" c'è anche Attilio Mele, zio materno della moglie dell'assessore,  ma anche figli di ex sindaci, parenti di magistrati e assessori e uomini legati a doppio filo ai partiti.
Ognuno di loro incassa dalla Regione 23.489 all'anno, in aggiunta allo stipendio ordinario dell'azienda sanitaria presso la quale è dipendente. Nel contratto è previsto anche un benefit di 9.296 euro per il raggiungimento degli obiettivi.
Già a leggere questo non so spiegare la sensazione che si prova, certo è che ci si sente presi in giro e truffati  da questi signori, che avendo il potere in mano fanno quello che vogliono per sé e per i propri amici e famigliari.
Salendo lo stivale ed arrivando a Napoli troviamo la munnizza che aumenta, mentre il neo sindaco lotta per risolvere il problema c’è chi boicotta e, infischiandosene della salute dei cittadini, persegue il proprio piano che è quello di far soldi e di comandare anche quando il buon senso ed un minimo di senso civico dovrebbero imporre a chiunque un minimo di razionalità.
Continuando il nostro viaggio lungo lo stivale, a  Roma troviamo il ministro bossi  che pur di danneggiare De Magistris e racimolare qualche voto al  nord  impedisce di esportare i rifiuti, anche lui infischiandosene dei cittadini.
Lo stesso individuo a Pontida pontifica di volere la secessione, e a nessuno viene in mente che essendo un Ministro della repubblica che ha giurato sulla costituzione Italiana non può fare una cosa del genere e che facendola dovrebbe quanto meno essere accusato di alto tradimento. Invece nessuno parla,   Bersani pensa che è una pagliacciata e Vendola? Non lo sappiamo, a lui interessano le primarie, quel grande strumento di democrazia, fatte queste poi ognuno si arrangi come può.
Intanto viene fuori la P4 con tutte le sue trame oscure, con tutto il suo bagaglio di truffe e corruzione  che mostrano davvero un quadro inquietante di un paese in piena emergenza democratico e di un degrado morale ed etico pauroso, ma questo per la sinistra non è motivo di chiedere le dimissioni di b. e di tutto il suo apparato.
Il declino economico del nostro paese è inarrestabile, il debito pubblico cresce, la manovra che si sta per varare sarà altrettanto devastante per il paese, ma nessuno pensa a dare una regolata alle spese di parlamentari, ministri, faccendieri, tutti a spendere allegramente e per accontentare bossi apriranno persino sedi distaccate di ministeri, tanto che importa se aumentano le  spese, basta un’altra tagliatine ai servizi, alle pensioni ed il miracolo è fatto.
Potremmo continuare all’infinito, la lista è così lunga che si perde il conto.
E’ certo che per arginare tutto questo scempio non bastano le nostre lamentele, ma serve il coraggio della riscossa. Serve cominciare a progettare seriamente il futuro e pensare come battere questa classe dirigente impresentabile . Gli Italiani consapevoli troveranno mai questo coraggio?
Una cosa comunque deve essere chiara: con questi partiti è inutile parlare di cambiamento!!!
Dimenticavo: Alla ex Margherita lo stato sta versando 20 milioni di euro, diconsi ventimilioni per rimborsi elettorali ad un partito che non esiste più e potranno distribuirli o prenderseli come meglio gli pare. E poi dicono che c’è la crisi!!!!
Nella Toscano

lunedì 20 giugno 2011

Corruzione: compromesso incredibile

 

(di Liana Milella)
Ha dell’incredibile il compromesso raggiunto al Senato sul ddl anti-corruzione. Soprattutto a guardarlo in questi giorni, mentre esplode l’ennesimo scandalo su una loggia di affaristi giunta fin dentro palazzo Chigi. Una P4 scoperta dai giudici che segue la P3 e la P2. Orbene. Ecco che accade. Al Senato approvano mercoledì 15 giugno, dopo un anno di attesa, un ddl anti-corruzione ridicolo. Basti pensare, come abbiamo già segnalato, che sarà il governo presieduto da Berlusconi ad avere la delega per scrivere il capitolo degli ineleggibili nelle istituzioni.

Ma non non c’è solo questa contraddizione in quegli articoli. Ce n’è un’altra, anch’essa macroscopica. Si arriva al compromesso, tra Pdl, Pd e Idv (è contro l’Udc), di affidare il compito di vigilare sulla corruzione in Italia, facendo piani e riferendo al Parlamento, a una rivisitata e ampliata Civit, fantasmatica “Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza, l’integrità delle amministrazioni pubbliche”. Ne avete mai sentito parlare? Il governo l’ha costituita il 27 ottobre 2009 con l’obiettivo, è scritto sul sito della Civit, di “ottimizzare la produttività del lavoro pubblico” e garantire “l’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”. Non basta. Chi è il presidente della Civit? L’ex toga di Unicost Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione e un passato da presidente dell’Anm, che il 29 luglio 2010 ha dovuto lasciare la magistratura, prima che fosse il Csm a intervenire, perché era finito nell’inchiesta sulla P3. Aveva partecipato anche lui al pranzo a casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini (con il ben noto faccendiere Flavio Carboni e Pasquale Lombardi finiti entrambi in cella). Obiettivi multipli, tra cui tentare di influire sulla Consulta per non far bocciare il lodo Alfano, evitare che la lista Formigoni fosse esclusa dalle regionali, far nominare alla Corte d’appello di Milano il loro amico Alfonso Marra. Il non più magistrato Martone è rimasto al vertice della Civit.

Il ddl deve ancora passare al vaglio della Camera. Ma se fosse operativo si avrebbe la singolare coincidenza che a occuparsi dei piani contro la corruzione in Italia sarebbe questa Civit con questo presidente. Una Civit che resta comunque un’emanazione di palazzo Chigi, visto che i componenti sono scelti dal ministro per la Pubblica amministrazione (cioè il Brunetta che bolla i precari come “l’Italia peggiore”) d’intesa con quello per l’Attuazione del programma, l’ex Dc Rotondi. Certo, l’opposizione ci mette bocca, il capo dello Stato firma, ma Martone è ancora lì. Ormai da un anno.

domenica 19 giugno 2011

Lettera aperta a Silvio Berlusconi

 

pubblicata da Paola Bozzini il giorno martedì 14 giugno 2011 alle ore 22.28
 
Le scrivo, gentile presidente del consiglio,
perchè da tempo desideravo dirle  quanto mi urta essere rappresentata, in Italia e all'estero soprattutto, da una persona come Lei. Che lei lo  voglia o no, l'Italia le ha tirato un altro ceffone per farle capire che la misura è stracolma. Abbiamo (Sì perchè anche io ho votato quattro enormi Sì!) bocciato le leggi del suo governo. Abbiamo detto chiaro che anche Lei deve farsi processare. Abbiamo scelto. E la scelta, gentile presidente, è cosa che attiene solo ed unicamente il  singolo individuo. Ora, più di  metà deglli italiani ha detto NO al suo modo di governare e di legiferare.
Ritengo che, dopo i risultati  delle Amministrative a Milano, Napoli, Arcore e in molti altri centri e dopo questo fantastico e memorabile Referendum, Lei debba andarsene. Lei e insieme a Lei tutta la Cricca che è riuscito a comperarsi. Da italiana Le dico che non siamo scemi e le sue frottole non le beviamo più. Non le sostengono più neppure i suoi sgherri, pagati o no, si figuri noi che ci sentiamo ogni giorno traditi da questo Governo.
Perciò Presidente, se ancora un briciolo di dignità le è rimasto, se ancora una parte del suo cervello funziona e non è ottenebrata dai "bunga bunga" e dal Viagra,  segua il mio consiglio: Si Dimetta!
Raccolga quel poco di  buon senso che forse possiede ancora, e dia le dimissioni, sciolga il Governo e indica nuove elezioni. Sarà un'uscita di scena "con l'onore delle armi" almeno! Non una vergognosa cacciata! Mi creda, glielo sto dicendo nel suo personale interesse. Nessun italiano, degno di questo appellativo, è contento di leggere sull'Economist un titolo così: "Berlusconi: l'uomo che ha fottuto un intero Paese". Un italiano non ha piacere di leggere queste cose. Non gli piace, quando è all'estero, sentirsi prendere in giro per le buffonate che Lei, presidente, ha fatto, detto o addirittura proclamato! Non gradisce lo sperpero che Lei ha fatto e continua a fare dei soldi pubblici! E non ama molte altre cose che Lei invece continua a fare e a dire.
C'è stato chi, e fra questi purtroppo anche un mio stretto parente, Le ha creduto, ha visto in Lei una possibilità di cambiamento e Le ha dato fiducia. Questo è accaduto, è vero. Ora però gli italiani, anche quelli che l'hanno votata, non Le credono più. Le sue folli bugie, le sue promesse, mancate, sono state troppe ed eclatanti.
Mi creda, il suo tempo è finito. Esca di scena con dignità. Fingere che non sia successo niente sarebbe come farsela addosso e continuare a procedere sorridendo e  puzzando come una cloaca! Qualche cosa di importante è successo. Non pianucoli dicendo che nessuno Le vuol bene! Non serve! E' ridicolo ed evidenzia ancor più la sua totale incapacità, ormai, di intendere il presente.
Se ne vada e sgombri il campo. L'Italia ha bisogno di gente vera e pulita che non le succhi il poco sangue che le è rimasto e che le dia invece ossigeno fresco e forza  per tornare ad essere quella bella e forte nazione che era e che tuttora è.
Sinceramente
Paola Bozzini