Agenda
- Il manifesto
- Home page
- Agenda
- Quesiti -Le ragioni - Attivati: LEGGE ELETORALE "Io firmo. Riprendiamoci il voto" Al via il referendum anti-Porcellum
- Invito a partecipare al Treno delle donne per la Costituzione
- MANIFESTO DEL TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE
- Pronti Si Parte: punti di concentramento per chi parte dal SUD:
- LA CARTA COSTITUZIONALE
- Lettera AL Presidente Della Repubblica
- Chi siamo
- STORIA
- Adesioni al treno delle Donne per la costituzione
- LE 21 MADRI DELLA COSTITUZIONE
- LETTURA GUIDATA DELLA COSTITUZIONE
- La rassegna stampa della manifestazione del 24 settembre 2011 a Roma
- A difesa della Costituzione
- Iscrizione all'Associazione "Rete delle donne siciliane per la rivoluzione gentile
- Un progetto per cambiare l’Italia - Sintesi
venerdì 7 novembre 2025
Post da incorniciare🔝🔝🔝 (autore Luigi Quartucci)
"Povera Gioggia! Non gliene va bene una che sia una! Ce l'hanno tutti con lei perchè è piccola e nera.
Ha fatto la grande riforma dell'autonomia e la Corte Costituzionale glie l'ha cancellata.
Ha disastrato il bilancio per soddisfare il genio pontiere de noantri e la Corte dei Conti le ha segato il progetto.
Ha tuonato contro i magistrati comunisti e sostenuto che il ponte si farà a ogni costo, poi le hanno ricordato che, senza il visto della Corte, il costo lo pagherà lei di tasca sua ed ha capito di essere fregata.
Ha sventrato i conti dello Stato per costruire un resort in Albania dove avrebbe fatto deportare gli immigrati clandestini e le hanno fatto fare solo due spedizioni il lunedì per farli rientrare tutti il martedì, le leggi europee e italiane non consentono la deportazione. Ora lì non c'è nessuno e gli albanesi hanno chiesto di smantellarli e portarseli via!
Ha svuotato gli arsenali italiani per mandare tutto quello che avevamo a un pazzo drogato e corrotto e quello ha perso la guerra, le armi scadenti sono state distrutte, quelle buone se le è rivendute sul mercato nero tenendosi lui i soldi e ora c'è solo da pregare che la Russia non ci invada perchè non ci è rimasta neppure una fionda per difenderci!
Ha fatto di tutto per apparire in mille selfie con tutti quelli che contano, tanto da sembrare Paolini, ve lo ricordate?, il cretino che si metteva sempre alle spalle dei giornalisti per apparire nelle riprese televisive e non le hanno fatto firmare nemmeno il registro turistico delle presenze.
Ha assicurato che avrebbe fatto il pontiere (questa dei ponti è proprio una mania!) con gli USA per la faccenda dei dazi e, invece che al 10%, Donald O'Pazzo ce li ha messi al 15%.
Ha raccontato un sacco di minchiate per giustificare il rimpatrio con volo di Stato di un criminale libico assassino e stupratore di bambini, violando l'ordine di aresto emesso dalla Corte Penale Europea, sputtanando l'Italia oltre misura, e ora glielo hanno arrestato i libici, facendole collezionare la figura di merda numero 10.000!
E, come se non bastasse la montagna di merda che ha accumulato e sulla quale è seduta, ci mancava quel rompiscatole di Ranucci, pluriquerelato da lei e dai suoi scagnozzi, che prima si fa esplodere una bomba in auto, poi diffonde un servizio nel quale fa vedere al mondo che Gioggia la non ricattabile, la madre cristiana, la donna integerrima, quella che chiese le immediate dimissioni di Josefa Idem per una ricevuta di 1.000 euro dell'Imu non regolare, ha fatto accatastare la sua villa hollywwodiana extralusso come villino, risparmiando qualcosina come 70.000 euro di imposte catastali, alla faccia degli italiani.
È una settimana che non si hanno più notizie di lei; qualcuno dovrebbe ricordarle che, fra le tante cose che ha millantato di essere in questi anni, non è un opossum e quindi la tattica di fingersi morta per non farsi catturare dai predatori non funziona"
Marzio Cattaneo
Cara Marta e noi cosa dobbiamo dire che stanno distruggendo l ITALIA LIBERA ANTIFASCISTA DEMOCRATICA Buon venerdì inoltrato cara compagna un abbraccio di cuore con affetto Marzio
Piazzapulita, uno strepitoso Corrado Formigli ha fatto una cosa semplice: ha preso i fatti, li ha messi in fila e ha mostrato a tutti cos’è davvero la riforma della giustizia voluta da Giorgia Meloni.
Resistenza
oetsrpSdno4au0hl7459 47af5g4ca3ut8cfu024mhha0f821tm1mi4c1793 ·
Niente chiacchiere, niente tifo, niente propaganda. Solo nomi, date, dichiarazioni. Le loro.
Da leggere e da rileggere fino alla fine, parola per parola:
“Stasera, per parlare di questa riforma dei magistrati, voglio fare proprio quella che è l'attività base di un giornalista tutti i giorni: mettere in fila i fatti e ricostruire il contesto.
E voglio ripartire da questa frase del grande Paolo Borsellino: “La separazione delle carriere è un cavallo di Troia per disarticolare la forza unitaria dell'azione giudiziaria”.
Queste le sue parole. Paolo Borsellino, icona della nostra Presidente del Consiglio, che più volte ci ha detto che ha cominciato a fare politica proprio nel mito di Paolo Borsellino.
Ma come è possibile?
D'altronde ci sono anche tanti esponenti del partito attualmente al governo che la pensavano come Paolo Borsellino.
E allora voglio cominciare con questo cartello che ci mostra cosa diceva il Presidente del Senato Ignazio La Russia il 4 novembre 2002: “Di separazione delle carriere dei magistrati, per ora non si parla”.
E poi, nel 2008 diceva: “Il rischio è delegittimare i magistrati e recare danno ai cittadini”.
Poi c'è Edmondo Cirielli, che nel 2016 diceva: “L’assoluzione di noti politici conferma che la magistratura nel suo complesso agisce correttamente con imparzialità. Tra giudice e pubblica accusa non c'è alcuna strategia condivisa. Questo sgombra il campo dalla polemica sulla separazione delle carriere”.
E poi c'era l'attuale sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che è stato anche magistrato, che nel 2002 diceva: “Niente strappi sulla separazione delle carriere dei magistrati perché bisogna evitare passaggi traumatici”.
Perfino il ministro della Giustizia, Nordio, nel 1994 firmò un appello insieme all'Associazione Nazionale dei Magistrati contro la separazione delle carriere.
E allora che cosa è successo?
Molto semplice: che i Fratelli d'Italia nel frattempo sono andati al potere ed essendo andati al potere non vogliono i magistrati tra le scatole, non vogliono che la magistratura metta i bastoni tra le ruote al governo.
Sì dirà: “Lo dici tu, Formigli, perché sei il solito fazioso e maligno”.
No, non lo dico io. Lo dicono loro, lo dicono loro con le loro stesse dichiarazioni.
Allora cominciamo a mostrarvi come mai l'articolo 104 della Costituzione italiana, che dice la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, rischia di diventare carta straccia.
Cominciamo con la fonte più autorevole, la Presidente del Consiglio.
Giorgia Meloni, il 29 ottobre 2025, dice che “la riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza”.
Cioè ,avete capito: intanto mette insieme Corte dei Conti e separazione delle carriere, che non c'entrano nulla l'una con l'altra.
Ma c'è un unico fine e il fine non è l'efficienza dello Stato, non è la terzietà del giudice rispetto al pubblico ministero.
Il fine è che bisogna mettere a posto i magistrati, limitare la loro “invadenza”, che siano giudici penali, giudici civili o giudici contabili.
Anche se poi non si capisce una cosa: se la Corte dei Conti è invadente quando si occupa dei conti del ponte dello stretto, di cosa si dovrebbe occupare? Di caccia e pesca?
Ancora più sfacciato, però, è il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che in un'intervista al Corriere della Sera di qualche giorno fa dice questo:
“Questa riforma fa recuperare alla politica il suo primato costituzionale. Il governo Prodi cadde perché Mastella fu indagato per accuse poi rivelate si infondate. Mi stupisce che Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro nel momento in cui andassero al governo”.
Avete capito? Cioè, la riforma... del CSM non parla minimamente dei ministri, non dice nulla su come i ministri debbono essere indagati o meno dalla magistratura. Perla di separazione delle carriere tra pm e giudice. Non parla dei ministri, ma è evidente che l’intento è quello, lo dice il ministro della Giustizia: sottrarre la politica alle attenzioni della magistratura.
Dice di più, il Ministro Nordio. Dice: “Ma come Elly Schlein? Ma tu che sei una donna intelligente, non serve anche a te una magistratura un po' più a cuccia casomai sarai al governo?”.
Ecco, alla fine il povero Paolo Borsellino lo aveva capito molto bene: dividere la magistratura in due tronconi significava indebolirla e renderla in qualche maniera più debole di fronte al potere politico.
È questa la natura politica più profonda: quella per cui la magistratura non deve osare frapporsi tra il potere politico e il popolo.
Vorrei chiudere con alcuni dati sulla giustizia italiana.
Durata delle cause civili in Italia:
primo grado, 540 giorni;
secondo grado, 753 giorni;
terzo grado, 1063 giorni.
Più del doppio della media europea.
Queste sono le cause civili. Andiamo alle cause penali:
primo grado, 355 giorni in media;
secondo grado, 750 giorni;
terzo grado, 101 giorni.
Siamo a circa quattro volte in più della media europea.
Ma la più importante riforma di questo governo, la più strombazzata, la più annunciata, quella che addirittura cambia la Costituzione, porta il Paese a un referendum durissimo di contrapposizioni, di divisioni, non guarda a quei numeri, non risolve assolutamente quei numeri, non si occupa di quei numeri che riguardano i cittadini, ma semplicemente si occupa di dividere la magistratura.
Perché? Questa è una delle tante domande che si potrebbero fare alla Presidente del Consiglio Meloni.
Ma questa è davvero una domanda inutile, perché sia la Meloni sia Nordio hanno già abbondantemente e sinceramente risposto con le loro proprie parole”.
Lorenzo Tosa
tnprSeosdoleo6526l vol0i43 5 22180irm3ae22e em2051g4f:4r9a6n1ab ·
La Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per l’ex Presidente della Regione Siciliana Salvatore Totò Cuffaro e altre 18 persone con l’accusa, gravissima, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
A Cuffaro e gli altri - tra cui anche il deputato di Noi Moderati Saverio Romano - viene contestato un presunto sistema di appalti pilotati nella sanità siciliana.
Ora, garantismo sempre e comunque. E vale anche per questo caso, su cui toccherà a inquirenti e giudici fare il proprio mestiere.
Ma stiamo parlando di uno, Totò Cuffaro, condannato in via definitiva a sette anni (di cui scontati meno di 5 tra indulto e buona condotta) per favoreggiamento a Cosa nostra!
Tanto per ricordare di chi e cosa stiamo parlando.
Aveva anche l’interdizione dai pubblici uffici, annullata due anni fa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo.
Ecco, in un Paese civile, semplicemente, banalmente, il tema non è nemmeno che uno come Cuffaro, dopo tutto questo, sia stato libero di tornare a occuparsi direttamente della cosa pubblica. Fatto già di per sé inaudito.
Il punto sono le centinaia di migliaia di siciliani che lo hanno votato, sostenuto, spalleggiato.
Ma cosa altro deve succedere perché l’Italia voti una classe politica degna di questo nome?
Lucrare sulla sanità pubblica, sulla pelle delle persone, è una delle cose più abiette che si possano fare.
E, se i fatti saranno accertati, sia fatta giustizia, vera, chiara e senza sconti, almeno nelle aule di un tribunale (sempre che il Parlamento - nel caso di Romano - glielo permetterà).
Per il degrado morale e culturale di un Paese ho molte meno speranze.
Intervista del nostro Roberto Scarpinato a La Stampa
❓Roberto Scarpinato, senatore del Movimento 5 stelle ed ex magistrato, perché in commissione Antimafia ha chiesto a Sigfrido Ranucci del presunto pedinamento ai suoi danni da parte dei servizi , su input del sottosegretario Fazzolari ?
«Ranucci aveva appena riepilogato alcuni fatti inquietanti, che si erano verificati a seguito delle inchieste di Report. In precedenza, aveva dichiarato pubblicamente di essere stato attenzionato da uomini dei servizi su richiesta di Fazzolari. Ho posto la domanda per capire se avesse poi accertato che la notizia fosse infondata, oppure se la confermasse in tutto o in parte».
❓Prima di risponderle, Ranucci ha chiesto di secretare la seduta, ma poi ha fornito elementi nuovi?
«Sì e, rispondendo anche a una mia precedente domanda su alcune minacce subite dopo le inchieste di Report sugli omicidi Moro e Mattarella e sulla pista nera delle stragi, ha riferito altri fatti sui quali a mio parere sarà indispensabile un urgente approfondimento da parte del Copasir».
❓Lei pensa possa esserci un collegamento tra l’attentato subito da Ranucci lo scorso 16 ottobre e questo interessamento dei servizi nei suoi confronti?
«A prescindere dall'attentato, non si può ritenere irrilevante il fatto che i servizi raccolgano informazioni sull'attività di Ranucci. Sarebbe gravissimo anche se dovesse escludersi un input di Fazzolari. Ma i fatti emersi dall'audizione di Ranucci vanno molto al di là della specifica vicenda che riguarda Fazzolari e si inscrivono in un contesto inquietante: giornalisti autori di inchieste sgradite ai partiti di governo sottoposti a intercettazioni illegali da soggetti che restano fantasmi introvabili. Mentre la premier Meloni in Parlamento se ne lava le mani definendo l'argomento "non importante"».
❓Vede responsabilità politiche dietro la bomba che ha fatto saltare in aria la macchina di Ranucci?
«Vedo responsabilità politiche gravi nell'assedio alla stampa e alla magistratura indipendenti, che, nella diversità dei loro ruoli, hanno in comune il compito di portare alla luce segreti scomodi e inconfessabili del potere».
❓Comunque, Fazzolari smentisce tutto e vi accusa, a lei e a Ranucci, di aver «superato il limite della decenza». Lei avrebbe fatto delle «deliranti insinuazioni». Come replica?
«Io sono un uomo delle istituzioni, svolgo il mio ruolo a viso aperto e faccio domande, non insinuazioni. Credo che un esponente delle istituzioni come Fazzolari dovrebbe avere capacità di autocontrollo e non scadere in un simile linguaggio».
❓A suo avviso, esiste un problema di modalità di gestione dei servizi da parte di Palazzo Chigi? Fazzolari, in questo caso, ma anche Mantovano in passato . . .
«La linea Mantovano e del governo appare evidente nella formulazione dell' art. 31 del pacchetto di sicurezza. Siamo riusciti a non fare passare il primo comma, con il quale si volevano obbligare tutti gli esponenti della pubblica amministrazione a fornire informazioni ai servizi, in deroga alle norme sulla privacy e senza il preventivo controllo del Copasir, con il pericolo di creare una nuova Ovra. Purtroppo non siamo riusciti a impedire l'approvazione del secondo comma, che autorizza gli appartenenti ai servizi a dirigere e organizzare associazioni con finalità di terrorismo, con la garanzia della immunità penale. Una norma che fa venire i brividi a chi conosce la storia del nostro Paese».
❓Nel mirino ci sono i giornalisti d'inchiesta, ma anche i magistrati che disturbano l’azione del governo, no?
«Assistiamo a un attacco senza precedenti a pubblici ministeri e giudici, che adottano decisioni sgradite al governo e che diventano a loro volta oggetto di intimidazioni, dossieraggi e macchine del fango. Ci sono agenzie di investigazione, come Equalize, gestite da ex appartenenti alle forze di polizia e dei servizi, che spiano e confezionano dossier ricattatori, nella vigile indifferenza di uomini degli apparati di sicurezza, che li frequentano e sembrano non accorgersi di nulla».
❓Alla fine, però, voi denunciate le storture, gli esponenti del governo smentiscono e non succede nulla. Quindi?
«Il problema è la peculiarità di questa maggioranza, che dall'inizio della legislatura ha dimostrato di essere indisponibile a qualsiasi reale dialogo con le forze di minoranza e di non tollerare manifestazioni di critica e di dissenso da parte della società civile».
Comitato di cittadini attivi e democratici in difesa della Costituzione
Vincenzo San · nSstdrpooemgcnm1m5ami89cigitg41u4al1ci75ccc9f5th00251 la9f4l ·
Giorgia Meloni ha ironizzato sullo sciopero del venerdì, offendendo milioni di lavoratori che quel giorno perdono una giornata di paga per difendere i propri diritti. Ma con quelle stesse tasse che pagano, i cittadini finanziano stipendi parlamentari sempre garantiti, anche quando l’Aula lavora solo pochi giorni a settimana.
Mentre chi lavora davvero si alza all’alba, chi governa pensa a ridurre l’impegno del Parlamento con la cosiddetta settimana corta, per permettere ai ministri di non dover essere presenti il venerdì. Una decisione che non distingue tra governo e opposizione e che rappresenta un insulto alla fatica quotidiana di milioni di italiani.
La premier parla di responsabilità e produttività, ma come può parlare di lavoro chi lavora solo quattro giorni a settimana? Come può giudicare chi sciopera, se poi la politica si ritaglia un fine settimana lungo a spese di chi lavora?
E quando Meloni ironizza su Landini, dovrebbe ricordare che Landini è pagato dai lavoratori, non dallo Stato. È stato eletto da chi lavora, non nominato da chi comanda.
Se davvero il governo crede nel valore del lavoro, inizi ad applicare le stesse regole a sé stesso. Niente settimane corte per i parlamentari, niente privilegi mascherati da organizzazione.
Il sacrificio non può valere solo per chi non ha potere.
I lavoratori italiani meritano rispetto, non sarcasmo.
Il lavoro non è un fastidio. È la dignità di un Paese.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)



