Il decreto svuota-carceri
31 luglio 2013 - Costanza Firrao
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Le conseguenze sono gravissime: non solo non ci sarà più il carcere preventivo per chi commette il reato di stalking, ma anche per finanziamento illecito ai partiti, per abuso d’ufficio (la pena massima di questo reato era stata portata a 4 anni nella precedente legislatura), per chi fornisce informazioni false ai Pubblici ministeri. Niente più custodia cautelare anche per i reati di favoreggiamento, contraffazione, per introduzione e vendita di marchi contraffatti nel Paese. Sono tutti reati per i quali è prevista una pena massima di 4 anni.
Ora, quando i buoi sono ormai scappati dalla stalla, alcuni esponenti del Pd, da Donatella Ferranti a Felice Casson (che era uscito dall’aula al momento del voto) e persino del Pdl, Carfagna e Costa, chiedono, almeno per il reato di stalking, di riabbassare il tetto a 4 anni e di modificare il ddl a Montecitorio. Per tutto il resto (finanziamento illecito, falsa testimonianza, abuso d’ufficio ecc.) la resipiscenza dei nostri parlamentari di maggioranza è assai più labile. Ed è davvero incredibile che l’Aula compattamente abbia votato una modifica del genere. Se infatti è comprensibile che il Pdl si schieri a favore di provvedimenti che rendono più morbide le pene per reati di corruzione, è stupefacente che il Pd, in larga parte, faccia altrettanto.
Togliere la custodia cautelare a individui colpevoli di stalking in tempi in cui femminicidi e violenze sulle donne sono all’ordine del giorno, è aberrante. Il fatto che il “blitz” sia stato compiuto a fine luglio, nell’indifferenza dei più, assimila questo governo e questa maggioranza a passate legislature che credevamo di esserci lasciati alle spalle.
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