giovedì 4 agosto 2011

IN PRINCIPIO FU ROSA*

Colora la mente a cura di Giò
 



Furono le donne a Palermo, all’indomani delle stragi a iniziare lo sciopero della fame e a ricoprire coi giornali i monumenti della città per protestare e chiedere a gran voce le dimissioni del Prefetto e del Questore.

Furono le donne a Berlino, le trummerfrauen, le donne delle rovine a sanare le ferite del nazismo e della guerra, mentre lo stordimento dell'orrore vissuto paralizzava l’azione e la rinascita degli uomini reduci dalla guerra e dai campi di sterminio.

E ancora, furono e sono le donne di Juarez, una su tutte Susana, a denunciare i femminicidi e a portare all’attenzione del mondo quello che succede nella striscia tra il Messico e gli Stati Uniti .

E ancora, da oltre trenta anni, sono le donne, le madri di Plaza de Majo, a denunciare il fenomeno dei desaparecidos e a chiedere la lista dei criminali responsabili delle morti e delle torture.

E sono le donne, nei Paesi arabi e in Africa, a sfidare la violenza del potere semplicemente mettendosi al volante, indossando un paio di pantaloni o improvvisando riunioni nelle case per far conoscere alla rete la spinta del cambiamento

E fu una donna, Rosa Parks a dare il via alle battaglie per i diritti civili nell’America dei senza diritti, e poi Anna che ha pagato con la vita l’orrore delle guerre che nessuno voleva vedere.

Aung San Su Chi, farfalla sola contro e i generali, e Rita e Lea che alzarono la testa contro la mafia.

Decine e decine di donne che hanno deciso di non voltarsi dall’altra parte e hanno guardato in faccia l’ingiustizia. L’hanno guardata e hanno affrontata. Avevano una cosa in comune: erano tutte a mani nude contro l’abuso e la distorsione del potere.

Noi siamo più fortunate. Non siamo a rischio di incolumità fisica, il nostro è un rischio più subdolo. È il rischio insito nella compressione dei diritti civili e della trasformazione dell’equilibrio tra i poteri.

é il rischio che la sovranità, che i padri Costituenti avevano immaginato potesse essere unicamente in capo al popolo, possa essere assorbita dal potere politico.

Oggi la storia ci chiede di proteggere quelli che i Padri della Resistenza ci hanno lasciato: la nostra Costituzione che all’art. 1 recita : “ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

La nostra Costituzione, che è insieme Sole dei diritti e paravento delle ingiustizie.

La sua linfa vitale è legata a filo doppio con la nostra vita, perché se noi non proteggiamo lei, lei non potrà più proteggere noi.
Dafne Anastasi

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