venerdì 4 aprile 2014

“Renzi? Solo democrazia spot e neoliberismo. Così il Pd muore”


Il Fatto Quotidiano

4 aprile 2014 - 3 Commenti »

Beatrice Borromeo


Settis“La riforma di Renzi è contraria alle regole più elementari della democrazia”. Per Salvatore Settis, ex direttore della Scuola Normale di Pisa e firmatario dell’appello di Libertà e Giustizia contro la “svolta autoritaria” di questo governo, il progetto di riforma costituzionale tanto voluto dal premier è “affrettato, disordinato e assolutamente eccessivo”.
Perché, professor Settis?

Riforme amarcord


L'Espresso

04 aprile 2014 -  

Salvatore Settis


firma _costituzione_330_altezza12927 DICEMBRE 1947, una foto da manuale: Enrico De Nicola firma la Costituzione, accanto a De Gasperi, Terracini e Grassi (Guardasigilli). Ma c’è anche un compunto giovanotto con in mano una cartelletta. Sandra Bonsanti (“Il gioco grande del potere”, Chiarelettere) spiega chi è: Francesco Cosentino, figlio del segretario generale della Camera. A 25 anni è segretario di De Nicola, sarà poi con Einaudi e Gronchi al Quirinale, favorendo il governo Tambroni (1960) coi suoi buoni uffici all’ambasciata americana. Dal 1962 eredita alla Camera la carica del padre, finché sotto Pertini deve dimettersi per lo scandalo Lockheed (1976). Ma Bonsanti completa il curriculum: «Si deve a lui il cuore del Piano di rinascita democratica, il grande progetto politico della P2».
Da segretario di De Nicola a braccio destro di Gelli, bella carriera.

giovedì 3 aprile 2014

«Con l’Italicum serve un Senato di garanzia»

ZagrebelskkyRodotàl'Unità

3 aprile 2014 - 1 Commento »

Andrea Carugati

«Il mio disegno di legge del 1985 sul monocameralismo? Me lo ricordo perfettamente.
Quel testo voleva rafforzare la rappresentanza dei cittadini e la centralità del Parlamento contro i tentativi che c’erano anche allora di spostare l’equilibrio a favore dell’esecutivo. Nel 1985 c’erano il proporzionale, le preferenze, i grandi partiti di massa, regolamenti parlamentari che davano enormi poteri ai gruppi di opposizione. Il nostro obiettivo era dare la massima forza alla rappresentanza parlamentare, mentre oggi la si vuole mortificare».
Stefano Rodotà è un fiume in piena. Il conflitto tra il premier Renzi e il fronte dei «professoroni» che lo vede in prima fila insieme a Gustavo Zagrebelsky ha ulteriormente rafforzato la sua volontà di lanciare un allarme sui rischi di una «deriva autoritaria».
E tuttavia anche lei il Senato lo voleva eliminare…

Renzi, svolta autoritaria in vista della macelleria 2015


 Scritto il 01/4/14 • nella Categoria: idee

Qualcuno si stupisce che il governo Renzi, in una situazione economica così drammatica, dia invece la priorità alla riforma del Senato e della legge elettorale? «La spiegazione di questa apparente incongruità è chiara, purtroppo». Renzi, sostiene Marco Della Luna, è stato scelto «non certo per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo ragazzo a capo di un governo di giovani rassicuranti». E’ un’immagine che «lo rende idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e bollette, a far passare una riforma elettorale e del Senato estremamente pericolosa e aggressiva verso la democrazia e lo stesso impianto della Costituzione». Una riforma, dice Della Luna, che «prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento economico e di protesta sociale».
Quel premier, aggiunge Della Luna nel suo blog, «non sarà un ragazzotto inoffensivo», ma un uomo degli interessi finanziari, dei poteri forti, un delegato della Troika, che «macellerà l’Italia come la Troika ha macellato la Grecia, senza però che la Troika debba metterci la faccia», quindi scaricando sugli italiani la responsabilità di ciò che essa farà a loro. «Il peggioramento economico arriverà l’anno prossimo, con le decine di miliardi che annualmente l’Italia dovrà togliere ai contribuenti per l’abbattimento forzoso del debito pubblico (Fiscal Compact) in un trend già di avvitamento fiscale pluriennale». Prevedibilmente, continua l’avvocato Della Luna, l’Italia dovrà allora invocare l’aiuto, il bail-out, della Troika, accettare le sue “cure” e quindi reprimere l’ampio scontento popolare che, a quel punto, scoppierà. E allora «servirà una mano dura, un governo autoritario con poteri forti. Ecco a che cosa servono la riforma elettorale e del Senato. Ecco perché per questo governo sono prioritarie e vengono prima dei problemi economici».
In una situazione come la nostra, in cui l’Italia è indebitata sempre più – e il debito pubblico è denominato in euro, cioè «in una moneta praticamente straniera e tutta sbilanciata su poteri esterni alla repubblica» – avremmo bisogno di tutt’altro. Per esempio, di una riforma sovranista «che prevenisse da altre sospensioni della democrazia come quelle imposte ben tre volte dai manovratori del rating e dello spread attraverso Napolitano». E invece, arriva esattamente l’opposto. «Riflettete bene: sotto la pelle d’agnello di Renzi e dei suoi ragazzi un po’ ingenui, con le loro riforme, e con l’aiuto di un Berlusconi sempre più condizionabile giudiziariamente, stanno istituendo una nuova architettura costituzionale», in cui il capo del partito di maggioranza relativa – magari eletto solo da qualche milione di italiani – si prende praticamente tutto. Con le “riforme” imposte da Renzi, infatti, il segretario del partito si sceglie i candidati che gli vanno bene, e col voto di meno di un terzo degli elettori si prende la maggioranza assoluta nell’unica camera legislativa, blindando a priori la fiducia al proprio governo.
Sempre il premier, con un pugno di voti, designerebbe anche il presidente della Repubblica (che a sua volta nominerebbe buona parte del Senato), ma anche «il presidente dell’unica camera legislativa, i giudici costituzionali, i membri laici del Csm e altre cariche di garanzia». Il neo-premier potrebbe anche revocare a piacimento i ministri e lasciare senza rappresentanza parlamentare partiti che raccolgono milioni di voti, ponendosi quindi «al di sopra di ogni controllo». La giustificazione, continua Della Luna, è che i tempi richiedono un premier forte e decisioni rapide. «E’ una giustificazione bugiarda perché queste esigenze di efficienza-rapidità e insieme di democraticità-legalità sarebbero molto facilmente soddisfatte senza rinunciare alle garanzie e alla rappresentatività vera del corpo elettorale: basta mantenere, accanto a una Camera dei deputati eletta con un sistema maggioritario e con sbarramenti, un Senato elettivo, riformato in modo che sia l’organo della rappresentanza fedele dell’elettorato e delle garanzie».
Per Della Luna, il Senato ideale potrebbe essere eletto con sistema proporzionale su base regionale e rinnovato per la metà ogni 3 anni. Non dovrebbe poter essere sciolto, non parteciperebbe alla normale attività legislativa e non voterebbe la fiducia (queste funzioni spetterebbero alla sola Camera dei deputati), salvo «un diritto di veto che può esercitare con maggioranza dei 3/5 dei membri su proposta di 1/3 di essi». Il nuovo Senato democratico, in compenso, avrebbe «competenza legislativa esclusiva per riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi sulla cittadinanza, leggi elettorali, ratifica di trattati limitanti la sovranità nazionale, messa in stato di accusa del presidente della Repubblica, decisioni su eleggibilità e decadenza di deputati e senatori, commissioni d’inchiesta, nomina del presidente della Repubblica, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, dei capi di tutte le istituzioni di garanzia». Un tale sistema bicamerale, conclude Della Luna, sarebbe «così semplice e chiaro, lineare ed efficace nell’assicurare tutte le funzioni, l’efficienza e le garanzie, che il fatto stesso che non sia nemmeno proposto prova il pericoloso obiettivo del governo in carica e la corresponsabilità di chi lo sostiene in qualsiasi modo».
Che c’azzeccano il Senato e l’Italicum con la crisi economica? Qualcuno si stupisce che il governo Renzi, in una situazione così drammatica, dia invece la priorità alla riforma di Palazzo Madama e della legge elettorale? «La spiegazione di questa apparente incongruità è chiara, purtroppo». Renzi, sostiene Marco Della Luna, è stato scelto «non certo per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo ragazzo a capo di un governo di giovani rassicuranti». E’ un’immagine che «lo rende idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e bollette, a far passare una riforma elettorale e del Senato estremamente pericolosa e aggressiva verso la democrazia e lo stesso impianto della Costituzione». Una riforma, dice Della Luna, che «prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento economico e di protesta sociale».

mercoledì 2 aprile 2014

DURO INTERVENTO A “PIAZZAPULITA” DI ZAGREBELSKY, PRESIDENTE EMERITO DELLA CONSULTA: “I VINCOLI ESTERNI HANNO GRAVISSIME RIPERCUSSIONI”


 di Gustavo Zagrebelsky*

Riforma del Senato, nuova legge elettorale e, in prospettiva, l’elezione diretta del presidente del Consiglio (ma questa riforma a mio avviso sarebbe perfino superflua perché perché di fatto sarebbe già realtà) fanno parte di un unico disegno. Inoltre, prima o poi si agirà sulla magistratura col rischio che si riducano i poteri di controllo.

martedì 1 aprile 2014

Per uscire dal passato ed entrare nel futuro non si cancellano le Istituzioni, ma semmai si ammodernano!


https://www.facebook.com/notes/nel-toscano/per-uscire-dal-passato-ed-entrare-nel-futuro-non-si-cancellano-le-istituzioni-ma/10150359375359971
Le riforme Costituzionali approvate dal consiglio dei ministri all’unanimità non possono che preoccupare chi ha la consapevolezza della fondamentale importanza  delle Istituzioni in un Paese democratico.
 E’ inaccettabile  che sia stato il governo ad assumersi il ruolo di organo costituente ed è ancora più grave se si pensa al modo come questo premier è arrivato al potere ed, ancora di più, se si pensa che,  in conseguenza della sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale , questo Parlamento è illegittimo.
Proprio per questo motivo ci saremmo aspettati che si andasse di nuovo al voto piuttosto che formare un nuovo governo, con un premier  che non è stato nemmeno mai eletto.
Già solo questo quadro non dovrebbe fare dormire sonni tranquilli agli Italiani, soprattutto a chi dovrebbe avere un minimo di capacità intellettiva.

Rodotà: “Renzi ha paura del confronto, ma non riuscirà a rottamare il dissenso”

Il costituzionalista firmatario dell'appello di Libertà e Giustizia non si sente un 'professorone': "Sono un vecchio signore che qualche libro l’ha letto e un po’ conosce la storia. Questi modi hanno un retrogusto amaro". E al premier dice: "Si cancella il Senato, si compone la Camera con un sistema ipermaggioritario, il sistema delle garanzie salta: il risultato sarebbe un’alterazione in senso autoritario della logica della Repubblica parlamentare che sta in Costituzione. E dovremmo stare zitti?"

Stefano Rodotà 

Dice il presidente del Consiglio con le mani in tasca di aver “giurato sulla Costituzione, non sui professoroni”. E dunque abbiamo interpellato Stefano Rodotà, uno dei professoroni firmatari dell’appello di Libertà e giustizia, eloquentemente intitolato “Verso una svolta autoritaria”.
Professor Rodotà, si sente un po’ professorone?