di Alfredo Morganti – 16 marzo 2016
Costituzionalisti vecchi e nuovi
Ieri, in un’intervista alla ‘Stampa’, Gustavo Zagrebelsky annunciava di non voler più insegnare Diritto Costituzionale a Torino, tanto meno occuparsi della riforma costituzionale boschiana. Il professore motivava questa sua decisione dicendo che si tratta di un testo scritto malissimo, in certe parti contraddittorio e incomprensibile. “La chiarezza, dice Zagrebelsky, per una Costituzione, è anche un fatto di democrazia”. Be’, sono talmente sante queste parole, che vi inviterei a leggere l’art. 10 del testo della Riforma, che sostituisce l’ex art. 70, il quale invece recitava così, con grande eleganza e chiarezza stilistica: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. Punto. Capisco che si trattava di bicameralismo perfetto, ma i nuovi avrebbero senz’altro trasformato in una jungla d’asfalto anche questo semplicissimo concetto normativo. A Zagrebelsky l’intervistatore chiede chi abbia scritto materialmente “questa roba” (sic!). Il professore risponde così: “Persone che hanno trovato su questo tema l’occasione, la volta buona, per emergere nel dibattito tra i costituzionalisti”. Una risposta cristallina, ma che vale anche per il mondo arrembante degli outsider politici che oggi invadono la cabina di comando. E comunque, leggere per credere: