E’ terminato lo spoglio anche in Sicilia!
Si sa che da noi le cose vanno sempre a rilento, non c’è tecnologia che tiene.
Da noi la velocità, che in questi casi è anche trasparenza, stenta a decollare.
Non possiamo che prendere atto che anche queste elezioni hanno visto crescere l’astensionismo in misura esponenziale.
E’ vero che il c.s. conquista tutte le città, strappandole alla destra, ma è anche vero che, se si tiene conto della percentuale altissima dei non votanti, non si può parlare di una vittoria piena.
Proprio in virtù di questo dato credo che sia improprio parlare di un voto che rafforza il governo.
Molti Italiani,anzi la maggioranza di essi, oramai si sono convinti, a torto o a ragione che andare a votare non serve a niente. Le larghe intese hanno convinto gli elettori che l’uno vale l’altro e che, quindi, il loro voto non serve a niente.
La politica è morta, non c’è più un’idea di società che differenzia la destra da quella che vorrebbe ancora farci credere di essere sinistra. Allora perché andare a votare?
Se io non posso scegliere e/o la mia scelta è vanificata io non vado più a votare.
Manca la passione, il senso del servizio, la voglia vera di cambiamento. Le elezioni sono divenute una gara per l’affermazione delle varie correnti di potere, niente che faccia pensare ad una speranza di cambiamento per il futuro.
Gruppi sempre più ristretti che lottano per conservare le loro posizioni di privilegio e di comando. Non vogliono cambiare la legge elettorale, proprio perché non vogliono perdere il potere, sono capaci di tutto per continuare a mantenerlo.
In questo modo hanno decretato la morte della politica!
Una classe politica di scarsa qualità e minoritaria che vuole stracciare la Costituzione.
Certo ci piacerebbe accontentarci di questo risultato.
“Ma, come dice la Bonsanti, possiamo pensare di vincere, se a perdere drammaticamente è la politica?”
Nella Toscano
https://www.facebook.com/notes/nella-toscano/la-morte-della-politica/10150289680814971
Si sa che da noi le cose vanno sempre a rilento, non c’è tecnologia che tiene.
Da noi la velocità, che in questi casi è anche trasparenza, stenta a decollare.
Non possiamo che prendere atto che anche queste elezioni hanno visto crescere l’astensionismo in misura esponenziale.
E’ vero che il c.s. conquista tutte le città, strappandole alla destra, ma è anche vero che, se si tiene conto della percentuale altissima dei non votanti, non si può parlare di una vittoria piena.
Proprio in virtù di questo dato credo che sia improprio parlare di un voto che rafforza il governo.
Molti Italiani,anzi la maggioranza di essi, oramai si sono convinti, a torto o a ragione che andare a votare non serve a niente. Le larghe intese hanno convinto gli elettori che l’uno vale l’altro e che, quindi, il loro voto non serve a niente.
La politica è morta, non c’è più un’idea di società che differenzia la destra da quella che vorrebbe ancora farci credere di essere sinistra. Allora perché andare a votare?
Se io non posso scegliere e/o la mia scelta è vanificata io non vado più a votare.
Manca la passione, il senso del servizio, la voglia vera di cambiamento. Le elezioni sono divenute una gara per l’affermazione delle varie correnti di potere, niente che faccia pensare ad una speranza di cambiamento per il futuro.
Gruppi sempre più ristretti che lottano per conservare le loro posizioni di privilegio e di comando. Non vogliono cambiare la legge elettorale, proprio perché non vogliono perdere il potere, sono capaci di tutto per continuare a mantenerlo.
In questo modo hanno decretato la morte della politica!
Una classe politica di scarsa qualità e minoritaria che vuole stracciare la Costituzione.
Certo ci piacerebbe accontentarci di questo risultato.
“Ma, come dice la Bonsanti, possiamo pensare di vincere, se a perdere drammaticamente è la politica?”
Nella Toscano
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