Ma perché si parla sempre di padri della Costituzione e della Repubblica ?!
Ci sono, anche, le MADRI DELLA COSTITUZIONE E DELLA REPUBBLICA, donne
di valore, coraggio e intelligenza che riuscirono a far capire agli
uomini l'importanza di inserire le donne nei processi democratici, come
elemento fondamentale di sviluppo per un popolo.
PREMESSA
IL DIRITTO DI VOTO PER LE DONNE, AVVALLATO CON IL DECRETO
LUOGO-TENENZIALE DEL 1 FEBBRAIO 1945, era composto da quattro articoli:
Art. 1- il diritto di voto è esteso alle donne che si trovino nelle
condizioni previste dagli articoli 1 e 2 del testo unico della legge
elettorale politica, approvato con regio decreto 2 settembre 1919, n.
1495:
Art. 2 - è ordinata la compilazione delle liste
elettorali femminili in tutti i Comuni. Per la compilazione di tali
liste, che saranno tenute distinte da quelle maschili, si applicano le
disposizioni del decreto legislativo luogotenenziale 28 settembre 1944
n. 247, le relative norme di attuazione approvate con decreto del
Ministro per l’Interno in data 24 ottobre 1944.
Art. 3 - oltre
quanto stabilito dall’art. 2 del decreto del Ministro per l’Interno in
data 24 ottobre 1944, non possono essere iscritte nelle liste elettorali
le donne indicate nell’art. 354 del Regolamento per l’esecuzione del
testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio
decreto 6 maggio 1940, n. 635.
Art. 4 - Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta del Regno.
Dopo le prime consultazioni amministrative (parziali, perché per i
consigli comunali e provinciali le elezioni si tennero in due tornate,
nella primavera e nell’autunno del ‘46), alla votazione simultanea del 2
giugno 1946, per il Referendum istituzionale tra monarchia e repubblica
e per le elezioni all’Assemblea costituente, LA PRESENZA DELLE
ELETTRICI FU ALTISSIMA, con interessanti differenziazioni: Nord: 91,3%
uomini e 90,3% donne; Centro: 89,7 % uomini e 88,0% donne; Sud 84,8%
uomini e 86,2% donne; Sicilia: 84.8% uomini e 86,2% donne; Sardegna:
84,4% uomini e 87,3% donne.
AL SUD E NELLE ISOLE L’ELETTORATO FEMMINILE FU PIÙ NUMEROSO DI QUELLO MASCHILE.
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Le nostre MADRI COSTITUENTI sono le 21 donne elette il 2 giugno 1946 (
21 su 556 componenti l'Assemblea Costituente cioè il 3,78%):
La
prima donna della Consulta a parlare in un’assemblea democratica fu
Angela Guidi Cingolani che condivideva con altre elette trascorsi di
prigione e di confino. Tutte le Madri lottarono e furono attente alle
speranze delle italiane, per non deludere le migliaia di donne
partigiane, staffette, donne antifasciste che in mille modi avevano
contribuito alla Liberazione.
Il primo successo delle Madri della
Consulta fu quello di ottenere che il premio della Repubblica, di £
3000, fosse esteso anche alle vedove di guerra e alle mogli dei
prigionieri.
Tra le Madri Costituenti, nove erano comuniste,
tra cui cinque dell’UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti,
Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra
Pollastrini, Maria Maddalena Rossi )
Nove democratiche cristiane
(Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De
Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi
Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio).
Due socialiste ( Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi).
Tutte le Madri, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono
l'ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni
rappresentative.
Quattordici sono laureate e molte insegnanti,
qualche giornalista-pubblicista, una sindacalista e una casalinga; 14
sono sposate e con figli. Molte avevano preso parte alla Resistenza,
pagando spesso personalmente e a caro prezzo le loro scelte, come Adele
Bei (condannata nel 1934 dal Tribunale speciale a 18 anni di carcere per
attività antifascista), Teresa Noce (detta Estella, che dopo aver
scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata
in un campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino alla
fine della guerra) e Rita Montagnana (che aveva passato la maggior parte
della sua vita in esilio).
Cinque delle ventuno Madri
Costituenti, Maria Federici, Nilde Iotti e Teresa Noce del Pci, Angelina
Merlin (Psi) e Angela Gotelli (Dc), entrarono a far parte della
“Commissione dei 75”, quella commissione incaricata dall’Assemblea
Costituente di formulare la proposta di Costituzione da dibattere e
approvare in aula.
Adele Bei Ciufoli (1904-1974),
comunista
dal’25, dovette espatriare in Francia. Durante uno dei viaggi
clandestini in Italia, per attivare collegamenti tra antifascisti, è
arrestata e condannata dal Tribunale Speciale a diciotto anni di
reclusione. Sconta sette anni e mezzo più due e mezzo di confino; fu
liberata nell'agosto del’. Dopo l'8 settembre partecipa alla lotta di
Liberazione a Roma, con il compito di organizzare le masse femminili. E’
stata l'unica donna a far parte della Consulta nazionale. Da Madre
Costituente lavorò nella Terza commissione per l'esame dei disegni di
legge. Fu eletta fino al ‘63.
Bianca Bianchi (1914-2000)
Bianca Bianchi
socialista toscana, partigiana, insegnante (laurea in pedagogia),
eletta a 32 anni. E’ stata membro della Commissione dei 75 e, negli anni
'60, vice-sindaco di Firenze.
Laura Bianchini (1903-1983),
laurea in filosofia, insegnante e giornalista pubblicista. Partigiana
delle formazioni cattoliche dove coordinò la stampa clandestina. Fu
eletta nelle file dei cristiano sociali di Giuseppe Dossetti. Fece parte
della Commissione Istruzione e Belle arti.
Elisabetta ( Elsa) Conci (1895-1965)
Elsa Conci
Figlia di un avvocato, deputato alla Dieta di Innsbruck e al Parlamento
di Vienna, studiò filosofia all'Università di Vienna, poi si spostò
all'Università di Roma, dove fece parte della Federazione Universitaria
Cattolica Italiana e dove si laureò in lettere. Fu anche attiva
nell'Azione cattolica. Eletta alla Costituente, fu una dei componenti
della Commissione dei 18, che aveva il compito di coordinare gli Statuti
speciali con la Costituzione.
Filomena Delli Castelli (1916)
Dopo la laurea in Lettere conseguita presso l'Università Cattolica di
Milano, è stata insegnante nelle scuole medie e ha iniziato la politica
attiva dopo la Liberazione nel gruppo di giovani abruzzesi formatosi
attorno alla neonata Democrazia Cristiana.E’ stata rieletta alla Camera
dei Deputati nel’48 e nel’53.
Maria Federici Agamben,
laureata in lettere e insegnante, dopo l'8 settembre fece parte delle
Resistenza romana. Fece parte della Commissione dei 75; in particolare
lavorò nella terza sottocommissione, relativa ai diritti e doveri
economico-sociali. Si è a lungo occupata dei problemi dell'emigrazione
ed è stata delegata nazionale delle ACLI e presidente del Centro
italiano femminile (CIF).
Angiola Minella (1920-1988)
Laurea in lettere e insegnante. Durante la guerra è stata infermiera. Ha
partecipato alla lotta clandestina, prima a contatto dei gruppi
badogliani del Piemonte e poi delle formazioni garibaldine della zona di
Savona. È stata eletta Madre Costituente nel collegio elettorale di
Genova con 27.394 preferenze.
Maria Fiorini Nicotra (1913-2007)
Nata a Catania e appartenente a una famiglia aristocratica, svolse il
suo impegno con grande passione civile nella Croce Rossa e come
dirigente nazionale dell’Azione cattolica.
Nadia Gallico Spano (1916-2006)
Nata in Tunisia in una famiglia d’emigrati nel 1938, aderì al Partito
comunista con i fratelli Loris, Ruggero e Diana. Militante nella
Resistenza durante l'occupazione tedesca della Francia, fu condannata
per la sua attività politica dal regime collaborazionista di Petain. Si
sottrasse alla cattura e riuscì a raggiungere fortunosamente l’Italia
liberata, dove fu una delle protagoniste del processo di rifondazione
dello Stato e della nascita della Repubblica. E’ stata parlamentare fino
al’58. Ha partecipato alla fondazione dell’UDI e del settimanale Noi
Donne, che ha diretto sino al ‘45. Ha presieduto anche l’Unione Donne
Sarde. Si è impegnata sui problemi di politica internazionale, del
Mezzogiorno e della questione femminile; è stata attiva nella presidenza
dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani
Antifascisti).
Angela Gotelli
Angela Gottelli
Fece parte della "Commissione dei 75". Qui, le donne avevano ottenuto
una rappresentanza maggiore rispetto alla loro consistenza numerica
parlamentare, circa il 7%.
Il lavoro delle nostre Madri costituenti
ha avuto sicuramente, tanto nella Commissione che in aula, un peso
maggiore di quanto le percentuali indicassero.
Rispetto agli uomini,
rappresentavano non solo le istanze del partito nelle cui liste erano
state elette, ma anche le "istanze femminili" che si presentavano
decisamente “trasversali” e portavano ad un radicale mutamento
“giuridico” della condizione femminile in Italia.
Angela Maria Guidi Cingolani
Angela Maria Guidi Cingolani
romana, laurea in lingue e letterature slave, eletta a 48 anni nelle
file della DC. Aderisce al Movimento Nazionale pro suffragio femminile,
fonda nel’ 21 il Comitato nazionale per il lavoro e la cooperazione
femminile. Incarichi ministeriali la portano a occuparsi, giovanissima,
di piccole industrie e artigianato e nel ‘25 entra, come vincitrice di
concorso, all’Ispettorato del lavoro. Dopo qualche anno è tra le
fondatrici dell’Associazione nazionale delle professioniste ed artiste.
Sarà nominata nel’51, per la sua ventennale esperienza, da De Gasperi
sottosegretaria per l’artigianato e sarà la prima donna a ricoprire la
carica di sottosegretaria in un ministero. Si batterà contro i
pregiudizi sulle donne e la volgarità che è presente anche in
Parlamento.
Nilde Jotti
Nilde Iotti
emiliana,
laurea in lettere, eletta a 26 anni nelle liste del Pci. Rimarrà in
parlamento ininterrottamente per 53 anni diventando anche presidente
della Camera. Prima dell’elezione fa l’insegnante, la partigiana e fa
parte dei Gruppi di Difesa della Donna e sostiene le lotte in difesa di
salario, vitto e istruzione delle donne e gli scioperi delle mondine.
Dopo la Liberazione è segretaria dell’UDI di Reggio Emilia, poi
consigliera comunale e candidata indipendente nelle liste del PCI alle
elezioni del’46.
Fa parte della Commissione dei 75.
Teresa Mattei
Teresa Mattei
genovese insegnante (laurea in filosofia), eletta a 25 anni nelle liste
del Pci. E’ la più giovane di tutti i Costituenti. E’ stata staffetta
partigiana col nome di Chicchi. Catturata dalle SS viene picchiata e
violentata da 5 Tedeschi ma riesce a liberarsi e a raggiungere Roma. E’
tra le fondatrici dei Gruppi di Difesa della Donna e del Fronte della
Gioventù.
Angelina (Lina) Merlin (1887-1979)
Lina Merlin
Visse a Chioggia per tutta l'infanzia e la giovinezza, poi conseguita
la maturità magistrale si trasferisce a Grenoble dove approfondisce le
sue conoscenze di lingua e letteratura francese, materia in cui
conseguirà successivamente la laurea.Si iscrive al Partito Socialista
Italiano, iniziando a collaborare al periodico "La difesa delle
lavoratrici", di cui in seguito assumerà la direzione. Collabora con
Giacomo Matteotti a cui riferisce nei dettagli le violenze perpetrate
dalle squadre fasciste nel padovano. Dopo l'assassinio di Matteotti, in
meno di ventiquattro mesi viene arrestata cinque volte. Inoltre nel 1926
viene licenziata dal suo impiego di insegnante perché si rifiuta di
prestare il giuramento di fedeltà al regime, obbligatorio per gli
impiegati pubblici.
In seguito alla scoperta del complotto per
attentare alla vita di Mussolini, suo nome viene iscritto nell'elenco
dei "sovversivi" affisso nelle strade di Padova. Lina quindi si
trasferisce a Milano dove collabora con Turati, ma viene arrestata e
condannata a cinque anni di confino in Sardegna a Dorgali (NU) dove
viene colpita dalla povertà e dall'arretratezza della regione. Anche in
quel luogo riesce a conquistarsi il rispetto e la fiducia degli abitanti
e soprattutto delle donne, ad alcune delle quali insegnerà a leggere e a
scrivere.
Rimasta vedova a 49 anni, prende parte attivamente alla
Resistenza e insieme a Giovanna Barcellona, Giulietta Fibbi, Laura
Conti, Elena Drehr, Ada Gobetti e Rina Picolato costituisce i "Gruppi di
difesa della Donna e per l'Assistenza ai Volontari della Libertà". Da
una stima effettuata a guerra finita, nei GDD costituitisi in tutta
Italia si contavano circa 59.000 donne. Da questa organizzazione nascerà
l'Unione Donne Italiane. In questo periodo Lina prende parte ad azioni
di guerra partigiana, rischiando più volte la vita. Catturata dai
nazisti, riesce a sfuggire con uno stratagemma. Scrive articoli sul
periodico socialista clandestino Avanti!, e nella sua casa di Milano si
organizza l'insurrezione. Lei riceverà l'incarico di occuparsi del
settore scolastico, insieme ai partigiani della Brigata Rosselli
occuperà il Provveditorato agli Studi di Milano, imponendo la Viene
nominata Commissario per l'Istruzione di tutta la Lombardia.
Dopo la
Liberazione Lina si trasferisce a Roma alla direzione nazionale del PSI
e viene eletta alla Assemblea Costituente. I suoi interventi nel
dibattito costituzionale, quale membro della "Commissione dei 75",
risulteranno determinanti per la tutela dei diritti delle donne, e
lasceranno un segno indelebile nella Carta Costituzionale.
A lei si
devono infatti le parole dell'articolo 3: "TUTTI I CITTADINI... SONO
UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONI DI SESSO", con le quali
veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena parità
di diritti tra uomo e donna, che fu sempre l'obiettivo principale della
sua attività politica.
Fece anche opera di mediazione tra opinioni
contrapposte per la stesura dell'articolo 40, concernente il diritto di
sciopero, proponendo una formulazione analoga a quella presente nel
preambolo della Costituzione della IV repubblica francese.
Candidata
dal PSI nel collegio di Rovigo, viene eletta al Senato della Repubblica
il 18 aprile del 1948. È l'unica donna a far parte del Senato nella
prima legislatura repubblicana e fin dai primi giorni della sua attività
parlamentare dedica tutti i suoi sforzi al miglioramento della
condizione femminile in Italia. Uno dei punti cardine dell'opera
politica di Lina Merlin è stata la battaglia per abolire la
prostituzione legalizzata in Italia, seguendo l'esempio dell'attivista
francese (ed ex prostituta) Marthe Richard, che già nel 1946 aveva fatto
chiudere le case di tolleranza in Francia.
Il suo nome è legato
alla legge n. 75 entrata in vigore il 20 settembre 1958 - conosciuta
come Legge Merlin - con cui venne abolita la prostituzione legalizzata
in Italia. Nella sua battaglia, Merlin seppe mostrare tutta la sua
tenacia e - in virtù del rispetto e dell'autorevolezza di cui godeva -
seppe ribattere in maniera efficace e tagliente alle pesanti battute,
che le venivano spesso rivolte dai colleghi.
Rita Montagnana Togliatti
Rita Montagnana Togliatti
Di famiglia ebraica, sarta di professione, si dedicò fin da
giovanissima all’attività politica, diventando dirigente provinciale e
regionale del movimento giovanile socialista. Nel 1921 aderì al Partito
Comunista sin dalla sua fondazione, e fu delegata al III Congresso
dell'Internazionale comunista a Mosca.
Nel ‘24 sposò Palmiro
Togliatti e fu costretta alla clandestinità. Seguendo il marito, svolse
mansioni di fiducia presso la segreteria del Partito Comunista,
espatriando in Unione Sovietica e alternando lunghe presenze in Francia e
Svizzera. Fu in Spagna nel corso della guerra civile spagnola. Rientrò
in Italia nel maggio 1944, e dopo la liberazione di Roma fu dirigente
della sezione femminile del PCI e fondatrice dell'Unione Donne Italiane
(UDI).
Eletta all'Assemblea costituente nel XIII collegio
(Bologna-Ferrara-Forlì-Ravenna), prima fra gli eletti del PCI, con
68.722 voti di preferenza. Successivamente divenne senatrice nella I
legislatura, eletta in Emilia-Romagna nel collegio di Imola.
Ottavia Penna baronessa Buscemi,
Ottavia Penna baronessa Buscemi
siciliana, eletta nella lista dell' “Uomo Qualunque”. E’ candidata dal
suo partito alla poltrona di Presidente della Repubblica in competizione
con Enrico De Nicola dove ottiene 32 voti contro i 396 di De Nicola.
Elettra Pollastrini
Fece parte della Resistenza romana. Fu arrestata assieme a Lina Trozzi,
Vera Michelion. Condannata, fu deportata nel carcere duro in Austria
assieme alle due compagne.
Teresa (Estella) Noce Longo (1900-1980)
Teresa Noce
Nata a Torino, da famiglia operaia e costretta ad abbandonare molto
presto la scuola, continuò a istruirsi da autodidatta, svolgendo vari
mestieri. Nel ‘21 fu fra le fondatrici del Pci; nell'ambiente politico
torinese conobbe Luigi Longo, studente di ingegneria che ricopriva già
incarichi di responsabilità politica. Si sposeranno nel 1926 e avranno
tre figli. Nel gennaio ‘26 i due espatriano, stabilendosi prima a Mosca e
poi a Parigi. Da qui Teresa Noce compì numerosi viaggi clandestini in
Italia per svolgervi propaganda e attività antifascista. Nei primi anni
trenta, fece ritorno a Mosca con Longo e, quindi, nuovamente a Parigi,
dove partecipò alla fondazione del giornale “Noi donne”. Nel ‘36,
insieme con il marito si recò in Spagna tra i volontari accorsi in
difesa della Repubblica dopo lo scoppio della guerra civile spagnola nel
corso della quale curò la redazione del giornale degli italiani
combattenti nelle Brigate internazionali, Il volontario della libertà.
Lì assunse il nome di battaglia di Estella. Allo scoppio della Seconda
guerra mondiale venne internata in Francia, liberata poi per intervento
delle autorità sovietiche. A Marsiglia lavorò poi per il Partito
comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata) e
partecipò alla Resistenza nel gruppo dei Francs-tireurs-et-partisans.
Nel ‘43 venne arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, fu
deportata in Germania poi in Cecoslovacchia, dove svolse “lavoro
forzato” in una fabbrica di munizioni fino alla liberazione del campo da
parte dell'esercito sovietico. Fu una delle cinque Madri Costituenti
della Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini. Fu segretaria
nazionale della FIOT, il sindacato delle operaie tessili e nel’48 fu
eletta nella prima legislatura del parlamento repubblicano, nel quale si
distinse come proponente della legge 26 agosto 1950 n. 860 per la
"TUTELA FISICA ED ECONOMICA DELLE LAVORATRICI MADRI" che, sostituendo la
precedente normativa in materia del 1934, costituì la base della
legislazione sul lavoro femminile fino alle leggi degli anni settanta
sulla parità tra donne e uomini.
Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano (1921)
Maria Rodano
Nata a Roma, ha studiato al Liceo Visconti e alla facoltà di lettere.
Ha partecipato alla cospirazione antifascista nei licei e
nell'Università di Roma. Arrestata nel maggio ‘43 per attività contro il
fascismo e detenuta nel carcere delle Mantellate, ha partecipato alla
Resistenza a Roma nelle file del Movimento dei Cattolici Comunisti e
nell'attività dei Gruppi di difesa della donna (GDD).
Nel settembre
‘44, dopo la liberazione della Capitale, è stata tra le fondatrici
dell'UDI (Unione Donne Italiane) di cui è stata dirigente con vari
incarichi; componente del Comitato nazionale dell’UDI dalla fondazione
fino al 1970. È stata Presidente nazionale dell'UDI dal 1956 al 1960.
È stata Consigliera comunale di Roma dal 1946 al 1956. Deputata dal
1948 al 1968, senatrice fino al ‘72. È stata la prima donna nella storia
italiana a venir eletta alla carica di vice presidente della Camera dei
Deputati, carica che ha ricoperto dal 1963 al 1968. Parlamentare
europea dal 1979 al 1989. Componente della Commissione ad hoc sulla
condizione della donne del Parlamento Europeo (1979-1981), Presidente e
relatrice generale della Commissione d'inchiesta del Parlamento Europeo
sulla "Situazione della donna in Europa" (1981-1984), Vice-presidente
della Commissione dei diritti delle donne del Parlamento Europeo
(1984-1989). Oltre alla relazione sulla situazione della donna in
Europa, ha presentato al Parlamento Europeo relazioni sulle famiglie
monoparentali, sulla parità previdenziale, sulla parità
nell'acquisizione della cittadinanza ecc. È stata rappresentante del
Parlamento Europeo alla Conferenza del decennio della donna dell'ONU a
Nairobi (1985).Ha fatto parte della delegazione italiana alla Conferenza
mondiale della donna dell’ONU a Pechino (1995) e alla Commissione per
lo Status della donna dell’ONU a New York nel 1996, 1997, 1998, 1999,
2000. Ha fatto parte della Commissione nazionale di parità presso la
Presidenza del Consiglio dove ha seguito, tra l’altro, le tematiche
connesse con la dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo. È
stata tra le promotrici del "Caucus" delle donne italiane. Si è sposata
nel 1944 con Franco Rodano, è vedova e ha cinque figli.
Maddalena Rossi Semproni(1906-1995)
Maddalena Rossi
Laureata in chimica lavorò a Milano in uno stabilimento chimico.
Assieme al marito, anche lui chimico,si iscrisse al PCI clandestino dove
iniziò un’attiva militanza, sia nell’opera di Soccorso Rosso
Internazionale, sia nel reperimento di fondi per la lotta antifascista.
Scoperta dalla polizia del regime, nel’42 venne arrestata a Bergamo,
processata e condannata al confino a Sant’Angelo in Vado fino al 25
Luglio 1943.
Rientrata a Milano subito dopo la caduta del Fascismo,
entrò a far parte della redazione clandestina de L’Unità. Divenne Madre
Costituente per il PCI e fu eletta deputata nella I, II e III
legislatura; tra le parlamentari donne si distinse per le sue battaglie a
favore della parità tra i sessi al fine di promuovere la nascita di una
moderna famiglia democratica.Presidente dell’Unione Donne Italiane dal
1947 al 1956, mise al primo posto del programma dell’associazione il
tema della difesa della pace. Ricoprì inoltre varie cariche all’interno
della Federazione Democratica Internazionale Femminile fino a divenirne
vice-presidente per circa un decennio (dal 1957 al 1967), impegnandosi
affinché tutte le associazioni femminili italiane intensificassero i
loro rapporti internazionali. tutta la sua vita .
Vittoria Titomanlio (1899-19889)
Vittoria Titomanlio
Nata a Barletta,maestra elementare e membro dell'Azione cattolica, fu
eletta Madre Costituente nel collegio elettorale di Napoli per la
Democrazia cristiana. Rimase in parlamento fino al 1968. Salì alla
ribalta delle cronache nel luglio del 1950 per aver protestato al
ristorante, insieme ai colleghi di partito Oscar Luigi Scalfaro e
Umberto Sampietro contro una signora che cenava con le spalle nude:
l'episodio fu quindi oggetto di un acceso dibattito alla camera, in
quanto la signora presentò querela per le offese ricevute in quella
occasione, e fu anche oggetto di un'interrogazione parlamentare.
Pubblicato da Voce Donna.