"E' la tassa più equa che si può fare", spiega l'ex presidente del consiglio, oggi super consulente del governo "tecnico" per la riforma dei partiti, dalla Festa Pd di Reggio. Poi rincara la dose: "Assurdo che i rimborsi continuino ad arrivare a partiti morti, meglio darli in custodia alle Tesorerie e poi prelevarli quando servono”
Con tono gentile e sommesso anche dal palco, intervistato da Stefano Menichini, non le manda a dire. E soprattutto prova a cambiare alcuni dati della sua immagine: vive ”solo” della sua pensione di ex professore universitario ”mediata” con quella di presidente dell’Antitrust: 11.500 euro al mese netti e basta, malgrado la molteplicita’ di incarichi di governo e le cinque legislature da parlamentare ricoperte nella sua carriera politica. Non ci sta ad essere considerato un membro della casta, mentre il suo nome è uno di quelli che gira di più come futuro presidente della Repubblica? “Non sono un topo nel formaggio, faccio beneficenza, “il vitalizio di cinque legislature da parlamentare lo destino interamente ad attivita’ benefiche”.
Sempre educatamente non risparmia critiche al governo dal quale è rimasto fuori per un soffio: deve lavorare sulla politica industriale e sociale. E poi, avrebbe fatto bene a mettere una patrimoniale, dice rivendicando il prelievo forzoso da lui fatto nel 1992 “la tassa più equa che ho messo”, mica come “tante che finiscono con la u”. E a Bersani dice: “Faccia dei gazebo non solo per votare, ma per far esprimere le persone sui temi”. Un modo come un altro per evitare che “i partiti vengano percepiti come mozzarelle avariate”. Anche se, la politica che si fa con i sondaggi “è infame per la democrazia”. E così, anche Beppe Grillo è sistemato.
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