venerdì 25 ottobre 2019

LA FABBRICA DELLA PAURA

di Giorgio Mottolacollaborazione di Norma Ferrara -Simona Peluso -Alessia PelagaggiImmagini Alfredo Farina -Davide FondaMontaggio Giorgio VallatiSIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO

 I risultati ve li daremo dopo però aver bevutoun mojito: lo stesso che è stato consumato in una giornata di mezza estate in una discoteca nei giorni successivi alla pubblicazione di alcune registrazioni. Ecco, quelle che proverebbero l’esistenza di un patto segreto tra italiani e russi, una trattativa che si sarebbe svolta nell’hotel Metropol a Mosca il 18 ottobre del 2018. Qualcuno è rimasto a oggi, fino a oggi segreto, ha registrato questa trattativa finalizzata a portare, attraverso la compravendita di gasolio, dei soldi freschi nelle casse sofferenti della Lega dopo lo scandalo dei 49 milioni delle truffe dei rimborsi elettorali. Le anticipazioni, ad anticipare alcuni contenuti di queste registrazioni sono stati i colleghi dell’Espresso. Poi il sito americano Buzzfeed ha pubblicato i nastri, le registrazioni integrali. Dalle voci emerge che c’è Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, Gianluca Meranda, che è un avvocatocon affari a Malta ed è un funzionario della banca londineseEuro-Ib, poi c’è un suo collaboratore, Francesco Vannucci, che è anche un ex funzionario del Monte di Paschi di Siena. Ci sono anche tre russi. Uno è rimasto fino a oggi nell’ombra.
Poi c’èAndreyKharchenko. Kharchenko è un funzionariodell’ambasciatarussainItalia,segretario,maèsoprattuttounfunzionario,undirigentedelmovimentopoliticochefariferimentoalsovranistaDugin.Poic’èYakunin. Yakunin è legato a un potente avvocato d’affari, politico, amico di Putin. Il giorno dopo lo scandalo, il premier Conte, l’opposizione dicono: “Salvini, vienia spiegarci”. Invece lui al Parlamento preferisce la spiaggia. Il nostro Giorgio Mottola. DJMatteo dj! GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOÈ qui al Papeete, sulla famosa spiaggia di Milano Marittima, che quest’estate Matteo Salvini ha cercato rifugio subito dopo essere stato trascinato nello scandalo “Metropol” dal suo ex portavoce, Gianluca Savoini.PRIMO AUDIO GIANLUCA SAVOINIIl prossimo maggio ci saranno le elezioni europee. Vogliamo cambiare l'Europa. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia come prima. Salvini è il primo uomo che vuole cambiare tutta l'Europa.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOÈ il 18 ottobre del 2018. Savoini è seduto a un tavolino dell’Hotel Metropol di Mosca, a due passi dalla piazza Rossa. Con le parole che abbiamo appena ascoltato, l’ex portavoce di Matteo Salvini, inizia una lunga trattativa con tre russi per una partita di gasolio da un miliardo e mezzo didollari. Si accordano su un prezzo bassissimo in modo da garantire a Savoini un guadagno extra di 65 milioni di dollari. Durante la trattativa al Metropol, uno dei russi accenna a carte da mostrare a un certo “vice primo ministro”.SECONDO AUDIO -INTERLOCUTORE RUSSO Grazie. Ora i nostri documenti tecnici sono già stati fatti e sono pronti per essere consegnati al vice primo ministro.GIANLUCA SAVOINISì, sì.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOSalvini ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella trattativa, sebbene finora non abbia mai fornito spiegazioni precise.MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGACONFERENZA STAMPA DEL 12 LUGLIO 2019Scusate il ritardo, ma stavo cercando di nascondere gli ultimi rubli sotto i cuscini del Ministero perché d’altronde 65 milioni non è che... anzi abbiamo firmato un accordo con le discoteche italiane perché si possa pagare in rubli anche questa estate e il tavolo e il cocktail vengono scontati se uno paga cash con denaro riciclato, di dubbia provenienza.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOMa aldilà delle le battute, c’è una curiosa coincidenza temporale. La sera prima della trattativa, il 17 ottobre 2018, anche Salvini si trovava a Mosca. Partecipava da ministro dell’Interno a un incontro ufficiale di Confindustria Russia che il leader leghista ha mandato in diretta anche sulla sua pagina Facebook.MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAOgni volta che poi torno in Italia sappiatelo -c’è qualche giornale che si diletta a dire Salvini va in Russia perché i russi lo pagano. Vengo qua gratis, perché sono convinto che le sanzioni siano una follia economica, sociale e culturale. GIORGIO MOTTOLAFUORI CAMPOSubito dopo l’esplosione dello scandalo, Salvini dichiara senza mezzi termini di non sapere che anche Savoini fosse a Mosca, proprio come lui, nei giorni della trattativa. Ma, come si può vedere da questo video mai mostrato prima, mentre il leader della Lega è sul palco di Confindustria Russia, Savoini è pochi metri da lui, in prima fila. GIUSEPPE CONTE -PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRITale visita è consistita nella partecipazione del vicepresidente Salvini all’assemblea generale 2018 di Confindustria Russia, cui risulta abbia partecipato anche il signor Savoini. Gli eventi, gli incontri successivi all’evento organizzato da Confindustria Russia hanno rivestito carattere privato.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOGli incontri privati a cui allude il Presidente del Consiglio si sono svolti all’85esimo piano di un grattacielo di Mosca, dove si trova il Rusky, uno dei ristoranti più lussuosi della capitale russa. Qui il 17 ottobre del 2018, vale a dire la sera prima della trattativa al Metropol, Salvini ha trascorso la serata cenando privatamente insieme a Savoini e ad altre persone. GIORGIO MOTTOLASenta ministro sono Giorgio Mottola di Report. Che cosa si è detto con Savoini il 17 ottobre all’Hotel Rusky?MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGASiamo al 3 agosto, amico mio. Ci sono altre domande?GIORGIO MOTTOLAE però siamo anche a un’inchiesta per corruzione internazionale.MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAE l’inchiesta va avanti.GIORGIO MOTTOLALei su questo argomento ha mentito, come mai ha mentito su questo? Ha detto che non sapeva che Savoini fosse a Mosca?MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAC’è un’inchiesta, lasciamo lavorare l’inchiesta.GIORGIO MOTTOLANo, no. Ma lei è anche ministro dell’Interno. Lei ministro ha mentito pubblicamente: ha detto che non sapeva che fosse...MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGASei maleducato. C’è un’inchiesta, lasciamo lavorare i giudici.GIORGIO MOTTOLALei è reticente. No: le sto facendo una domanda...MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAMi hai dato del bugiardo, del ladro, del corrotto, del reticente.GIORGIO MOTTOLANo, no: ho solo detto che lei ha detto una bugia. Lei ha detto una bugia.MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAIn un altro contesto...GIORGIO MOTTOLACosa farebbe in un altro contesto?MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAStai disturbando tutti i tuoi colleghi. I tuoi colleghi ti direbbero:“fai fare le domande anche a loro?”GIORGIO MOTTOLALei però ha detto una bugia pubblicamente. Ha detto che non sapeva niente di Mosca.E invece Savoini... Parliamo di corruzione internazionale.MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAAmico mio...OPERATORE TG2Hai fatto a domanda, m’o basta però, eh!MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGACi sono i tuoi colleghi che...GIORGIO MOTTOLAMa non ha risposto alla domanda. Se fossimo giornalisti tutti quanti, faremmo tutti la stessa domanda.SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Quattro giorni dopo Salvini apre la crisi di governo. Il caso Moscopoli finisce nelle retrovie. Comunque lo schema che avrebbe dovuto portare soldi freschi nelle casse della Lega era il seguente, sarebbe stato il seguente: una società statale Rosneft o Gazprom avrebbero venduto del gasolio auna società riferibile all’Eni. Ecco, ma la vendita non sarebbe stata diretta, ma attraverso mediatori italiani e russi, che avrebbero trattenuto per loro delle percentuali sul venduto.Il 4% netto sarebbe andato a finire nelle casse di una società di riferimento di Gianluca Savoini. Parliamo di circa 65 milioni di dollari fino a oggi però mai trovate.Ma secondo i magistrati di Milano, che indagano con l’ipotesi di corruzione internazionale, quei soldi sarebbero serviti a «finanziare la campagna elettorale della Lega per le europee». Ecco, Enici ha scritto “dite chiaramente che noi non c’entriamo nulla, che non siamo coinvolti”. Lo diciamo. Gianluca Savoini, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Salvini, chiamato a rispondere in Parlamento, non l’ha fatto, ma il problema è: Salvini sapeva cosa stava facendo Savoini in quel momento, che cosa aveva messo sul piatto di quella trattativa? Che cosa intendeva dire Savoini quando ha detto “Noi vogliamo cambiarel’Europa, vogliamo portarla più vicino alla Russia.Salvini è il primo”? Delle due l’una: o Savoini ha, sta ordendo una gigantesca truffa utilizzando e spendendo impropriamente e a sua insaputa il nome del vicepremier, dunque Salvini dovrebbe denunciarlo e prendere le distanze,oppure Savoini, sul cui ruolo Report sta indagando da più di un anno, è solo il tassello, con la trattativa, di un mosaico più ampio, un mosaico che è una storia ben più complessa delle tangenti peraltro fin qui non trovate. Un mosaico dove emergono fantasmi del passato che si stanno attrezzando per riviverlo, quel passato.Dove emerge un fiume di denaro, rubli e dollari, un miliardo, questo sì, trovato dalnostro Giorgio Mottola, finalizzato ad alimentare una fabbrica della paura per far implodere la Comunità Europea, l’Unione Europea. Questo da una parte. E l’altra mettere in crisi il papato di Bergoglio. Questo giustificherebbe silenzi, imbarazzi, bugie. Questa sera racconteremo la storia segreta del rapporto, all’origine, tra Savoini eSalvini. A partire da una presuntacresta, un’altra, che avrebbe fatto ai danni del giornale in cui lavorava. Questo almeno secondo il suo direttore. GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOIl rapporto tra Salvini e Savoini inizia molto prima del Metropol e ha segnato il destino e l’identità della Lega. Per capire cosa c’è dietro questa misteriosa relazione bisogna fare un salto indietro di vent’anni e tornare a La Padania diretta da Gigi Moncalvo, dove lavoravano e si sono conosciuti Gianluca Savoini e Matteo Salvini.GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Chiesi per due volte il suo licenziamento. La prima volta lo tenni d’occhio nel periodo a cavallo delle feste di Natale e fine d’anno. Se si è presenti in redazione o al lavoro, in quei giorni si guadagnano molti soldi, fino a tre volte anche la paga giornaliera.GIORGIO MOTTOLAE lui c’era?GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Lui non c’era, non era reperibile dove aveva detto. Arrivò il foglio mensile delle presenze e lui si era segnato “presente”. La seconda volta fu per aver falsificato quattro note spese.GIORGIO MOTTOLAC’è stato mai un momento in cui lei ha chiesto conto a Salvini di essere un assenteista e di falsificare i fogli viaggio e presenze?GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Certamente. E lui mi rispose a muso duro, “tu passi io resto e credimi, diventerò sempre più potente”.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOSe Salvini in redazione si faceva vedere poco, Gianluca Savoini invece nel giornale, aveva un ruolo di primo piano. Membro del CDR, aveva il suo regno in questa stanza, la redazione politica.GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Savoini era il capo di quella stanza, la figura emergente. Anche perché lui aveva un carisma, una forza, il sigaro fumato ostentatamente con questo vestito scuro. Io non ho mai visto togliere la giacca anche in un giorno di caldo. Quindi mai visto in camicia, ma sempre con questa divisa da funzionario brezneviano, andropoviano.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOCosì negli anni dellaPadania, si consolida il rapporto tra Salvini e Savoini. Al punto che quando l’ex ministro dell’Interno vince il congresso nel 2013, Savoini diventa suo portavoce. La prova è in questo video del 2013, che abbiamo trovato negli archivi Rai: è la prima conferenza stampa di Salvini da segretario. Alle sue spalle c’è lui: Gianluca Savoini. GIORGIO MOTTOLAIl rapporto tra Salvini e Savoini com’era?GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Li definirei due autentici compagni di merende, in questo senso. Perché l’uno -Savoini -dava l’impressione, millantando secondo me,di conoscere personalità internazionali, di avere rapporti in tutto il mondo. Quindi lui dava questa patina culturale, cosa che mancava a Salvini. GIORGIO MOTTOLAPerché Salvini ha scelto proprio Savoini come portavoce?GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Ma perché gli doveva molto. Savoini ha impostato Salvini, è una sua creatura. Lo ha formato, come se fosse una massa di argilla.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOSebbene il suo coinvolgimento non sia mai stato reso pubblico, proprio Savoini nel 2002 finisce al centro di uno scandalo,dopo che la Stampa fa uno scoop sulla presenza di svastiche e foto naziste nella redazione de La Padania. La stanza dello scandalo è quella in cui ha la scrivania Gianluca Savoini. Gli originali di quelle foto li ha ritrovati Claudio Gatti.CLAUDIO GATTI -AUTORE DE I DEMONI DI SALVINIUna di queste fotografie è una foto a colori di Savoini con un suo collega e nell’angolo in basso a sinistra il faccino di Hitler. Ma poi c’è la foto di un gerarca delle SS italiano. C’è una foto delsimbolo della Gestapo che però è reinterpretato in versione padana. E si vede anche nel computer, il desktop, scarabocchiate con un pennarello nero le rune che ha ispirato i nazisti.GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Savoini cercò di dire “ma è una goliardata, abbiamo fatto una cosa” ... GIORGIOMOTTOLASavoini aveva simpatie naziste?GIGI MONCALVO DIRETTORE LA PADANIA 2002-2004Quando incontrava qualcuno nel corridoio, iosentivo battere i tacchi e salutare “camerata”. Mi affacciavo e c’era lui che stava salutando qualcuno.GIANLUCA SAVOINISono particolarmente contento di essere in questa sala perché qui vedo la vera Germania, qui vedo la vera Europa. GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPONella formazione politica di Gianluca Savoini e nel suo stretto rapporto con la Russia, c’è una figura chiave degli anni di piombo, Maurizio Murelli, fin dagli anni ‘80 punto di riferimento del neofascismo milanese.GIORGIO MOTTOLALei uno degli ultimi cattivi maestri dell’estrema destra italiana.MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONDue termini in cui non mi identifico. Né come maestro,né come estrema destra.GIORGIO MOTTOLAMa come cattivo sì?MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONCattivissimo, se non altro per aver passato undicianni nel cattiverio, come si definisce il carcere.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOMurelli ha scontato undicianni di carcere per il concorso nell’omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino, ucciso da una bomba a mano durante una manifestazione di piazza nel ‘73. Dopo essere uscito di prigione, Murelli fonda Orion, un centro culturale chemescola idee neonaziste e filosovietiche,e lavora per la nascita di un continente euroasiatico sotto l’egemonia della Russia. Tra gli adepti di Orion, c’è anche Gianluca Savoini.GIORGIO MOTTOLAE Savoini è uno di quelli che è stato affascinato dalle attività del gruppo Orion?MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONPenso che lui si sia molto riconosciuto in quelle posizioni che noi andavamo sviluppando dai filmati che lui fa quando su Lombardia Russia, quando fa le sue esposizioni, riconosco percepisco molte di quelle posizioni, di quelle teorie che noi sviluppiamo.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOIn comune tra Murelli e Savoini c’è anche la Lega. All’inizio degli anni ’90 Maurizio Murelli decide di far iscrivere al partito di Bossi i suoi uomini migliori delgruppo Orion per perseguire una precisa strategia politica.CLAUDIO GATTI -AUTORE DE I DEMONI DI SALVINIIl cui obiettivo -e mi viene raccontato da una persona che ha partecipato a quelle sedute -era di estrapolare l’essenza del fascismo e soprattuttodel nazismo per poi riuscire a rivitalizzarlo. A un certo punto cominciano a vedersi i primi segni della nascita delle varie leghe in Lombardia, in Piemonte e in Veneto. Lui capisce che quelle possono essere il nuovo corpo a cui dare un’anima.MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONIo sono tra quelli che ha intuito la potenzialità di sviluppo della Lega. Quell’ambiente lì era culturalmente più debole ma condiverse, connotevoli potenzialità di sviluppo.GIORGIO MOTTOLAVoi avete fatto egemonia culturale?MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONAbbiamo tentato. Sarebbe grossa, per fare egemonia culturale bisogna essere della Rai. Si buttano semi al vento, alcuni cadono sul terreno fertile e germogliano e altri no.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOE uno dei semi che germoglia è proprio quello di Savoini, che a partire dal 2013diventa il consigliere più stretto di Salvini. È in quel momento che Salvini avvia la metamorfosi della Lega: da movimento secessionista e antimeridionale, diventa partito sovranista, con posizioni radicali che conquistano i neofascisti italiani. Una prova importante la troviamo in questo comizio del 2015 che Salvini fa a Roma con il leader di Casapound, l’organizzazione di neofascisti che Maurizio Murelli ha definito pubblicamente “suoi figli”.SIMONE DI STEFANO -VICE PRESIDENTE CASAPOUNDCi chiedono sempre e ci hanno chiesto mentre venivamo qua, “Ma perché? Perchéstate in piazza oggi con Matteo Salvini, con la Lega? Perché un romano oggi è in piazza con la Lega Nord?”.Ma perché noi condividiamo ogni singola parola del programma di Matteo Salvini.MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONSalvini praticamente ha individuato in un linguaggio alcune parole d’ordine che hanno fascino e attecchiscono.GIORGIO MOTTOLAMa da dove le ha desunte però queste parole e questo discorso?MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONE beh, praticamente sono passate attraverso l’uso che ne facevamo noi.GIORGIO MOTTOLAQuindi lei ritiene che, in questa fase almeno in questa fase storica, alcuni di quei semi abbiano attecchito?MAURIZIO MURELLI -FONDATORE ORIONSì, ma i più belli devono ancora germogliare e sono lì e stanno arrivando.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOE qualche seme evidentemente deve essere germogliato anche in Russia. È infatti grazie a Maurizio Murelliche Gianluca Savoini conosce Alksandr Dugin, controverso filosofo russo, che nella trattativa del Metropol potrebbe avere avuto un ruolo.GIORGIO MOTTOLAGianluca Savoini lo conosce da molto tempo?ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOSì, è giornalista della tendenza tradizionalista, molto bravo secondo me.GIORGIO MOTTOLADal 1992 addirittura?ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOSì, sì, sì, sì. Quando per la prima volta ha visitato la Russia.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOConsiderato per anni uno dei principali ideologi del putinismo, Dugin è il fondatore del partito nazional bolscevico, il cui simbolo è una bandiera nazista con una falce e martello al posto della svastica. Con l’arrivo di Salvini al governo, ilrapporto di Dugin con Savoini e Murelli è tornato a essere particolarmente intenso. Questa foto è stata scattata lo scorso anno nel locale gestito da Rainaldo Graziani, figlio di Clemente, fondatore del movimento neofascista Ordine Nuovo. Murelli e Savoini sono seduti allo stesso tavolo, poco distanti da Dugin, che quella sera viene omaggiato della lampada di Yule. Un manufatto della simbologia celtica, che il capo delle SS Himmler introdusse nelle cerimonie naziste.GIORGIO MOTTOLAQui avete fatto a dicembre la cerimonia per Dugin?RAINALDO GRAZIANI -CENTRO STUDI ORDINE NUOVOA dicembre abbiamo fatto... non era una cerimonia era un convegno, un incontro in cui una ragazza gli ha offerto quella lampada solstiziale dici?GIORGIO MOTTOLALa lampada di Yule.RAINALDO GRAZIANI -CENTRO STUDI ORDINE NUOVOOggi è molto diffusa ma non per quel motivo lì. Tutte le forme di spiritualismo...GIORGIO MOTTOLADiciamo che tutti la legano un po’ alla ritualistica nazista.RAINALDO GRAZIANI -CENTRO STUDI ORDINE NUOVONo, solo quelli come te o come me che magari si informano.SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIOLa memoria è un po’ come la marea. Ti restituisce dal passato, quando meno te l’aspetti, brandelli di un relitto. Uno ce l’ha restituito il direttore Moncalvo, quando ci parla di un Salvini assenteista, che avrebbe falsificato i rimborsi per le note spese, delle note spese dei suoi viaggi quando lavorava alla “Padania”, che sarebbe un po’ come fare la cresta alle spalle dei contribuenti, visto che la “Padania” godeva di, all’epoca, di 4 milioni di euro di finanziamento pubblico. Ecco, quando Moncalvo ha prospettavo l’ipotesi di licenziarlo, Salvini gli ha risposto: “Tu passi, io resto e, credimi, diventerò più potente di te.”Aveva la sfera di cristallo o un santo alle spalle? E qui un ruolo, un certo ruolo lo ipotizza Moncalvo: un ruolo di Savoini, l’uomo che si aggirava nelle redazioni battendo i tacchi e salutando come un camerata. È solo una goliardata, l’ha liquidatacosì. Ma poi lo troviamo nel centro culturale fondatodal neofascista Maurizio Murelli,Orion, dove si mescolavano idee nazifasciste e si aspirava a un continente euroasiatico sotto l’egemonia russa. È proprio Murelli che mette in contatto Savoini con il sovranista ultranazionalista Dugin, quello omaggiato con la lampada di Yule, simbolo del nazismo, lo scorso anno in una cena a Milano. Ma perché Murelli infiltra la Lega? Perché la ritiene quella culturalmente più debole, la cultura come argine. E Salvini? Salvini quando viene accusato di essersi avvicinato troppo a posizioni nazifasciste respinge le accuse al mittente. Ma Report ha trovato un sondaggio commissionato proprio dalla Lega nel 2017, rimasto fino a oggi segreto. Salvini ha tastato il polso del suo elettorato sul nazifascismo. Ed emerge che unafetta, dal45% al 71%, pensa che non vadano represse le idee sul nazifascismo,che non è un problema, non teme unritorno del nazifascismo. Ma è ci chiediamo un giudizio ancora aperto, questo dell’orroreche ha provocato la morte di dieci milioni tra ebrei, rom, ucraini, polacchi, sinti, omosessuali, quello che ha provocato le camere a gas, le fucilazioni e le stragi di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine? Questo orrore è da relegarea un sondaggio?E infatti hanno ritenuto conveniente non pubblicarlo. Tuttavia quei risultati hanno dato forza a Salvini, tanto che si è andato ad affacciare a quel balcone, a Forlì, lo stesso dove si era affacciato Mussolini e aveva portato la sua solidarietà a quei balneari che gestivano la spiaggia ostentando simboli nazisti.Ma questo perché Salvini ha nostalgia del nazifascismo? No.È solo opportunismo elettorale. Sa di poter contare su quei voti, sa di poter contare su quei germogli seminati da Murelli e che gli hanno consentito poi di presentarsi alla corte di quegli oligarchi russi più controversi, che forse hanno avuto un ruolo nella trattativa del Metropol.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOMa quest’altra foto è ancor più significativa. Sono Dugin e Savoini davanti al Metropol la mattina del 18 ottobre del 2018. È lo stesso giorno in cui si è tenuta la trattativa per la megatangente. Un coinvolgimento del filosofo russo non è mai stato dimostrato, ma, stando alle rivelazioni del sito Buzzfeed, a negoziare con Savoini al tavolo del Metropol ci sarebbe stato anche Andrey Karashenko, che alcuni organi di informazione ufficiale russi, indicano come dipendente del movimento politico di Aleksandr Dugin.ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOSeguire chefamio amicoGianluca Savoini in Russia nonho il tempo.GIORGIO MOTTOLAPerché Savoini è venuto spesso in Russia anche a cercare finanziamenti per la Lega. Questo lo sa?ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOQuesto non lo so. Sono un filosofo, odio il denaro. Non mi interessa in nulla.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPONegli ultimi anni Dugin è diventato uno dei principali ideologi del sovranismo europeo. Il filosofo russo auspica la fine della democrazia liberale e, stando alle sue parole, l’avvento di un populismo integrale e di una rivoluzione illiberale. Se in Russia, il riferimento politico di Dugin è Putin, in Europa occidentale è Matteo Salvini.ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOSalvini vedo con grande rispetto. È una coincidenza organica delle posizioni tra Matteo Salvini e me.GIORGIO MOTTOLA Ma quand’è la prima volta che lei ha incontrato Matteo Salvini?ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOAlcuni anni fa quando era già capo della Lega.ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOE chi glielo ha presentato?GIORGIO MOTTOLA Alcuni amici.ALEKSANDR DUGIN -FONDATORE PARTITO NAZIONAL BOLSCEVICOCome Gianluca Savoini?GIORGIO MOTTOLASì.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOLa comunanza di idee tra Dugin e Salvini è emersa anche in una rara intervista rilasciata in una tv russa al controverso filosofo nel2016.MATTEO SALVINI -SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGAL’Italia è sempre stata serva dell’Unione Europea, di Bruxelles. Ha fatto politica sotto dettatura di qualcun altro. Anche perché alcuni temieticial di là degli obbiettivi economici, la visione della famiglia, l’importanza della religione, della tradizione, delle lingue, mi sembra che stiano tornando anche grazie a molti giovani che se ne interessano.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOLa tv in cui va in onda l’intervista è Tsargrad tv, all’epoca diretta da Dugin. Si tratta un canale di informazione militante, ultraconservatore e ultratradizionalista.Il suo proprietario è Konstantin Malofeev, nostalgico dello zarismo e sostenitore di Putin.PossiedeMarshallCapital, un fondo di investimento da 1 miliardo di dollari. Malofeev èuno degli oligarchi russi più ricchi e potenti.GIORGIO MOTTOLAMister Malofeev, è giusto definirla un oligarca?KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHAL CAPITALNo, non è corretto: grazie al presidente Putin non ci sono più oligarchi. Io preferisco definirmi un filantropo.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOSebbene Malofeev si definisca un filantropo, nel 2014 è stato inserito dall’Unione Europea nella lista nera delle persone non desiderate. Da allora gli è vietato l’ingresso nell’area Schengen, gli sono stati congelati tutti i conti presso le banche europee e sono state introdotte pesanti sanzioni per chi fa affari con lui. Tutto ciò non ha impedito a Salvininegli ultimi anni, di volare più volte a Mosca e incontrare l’oligarca filantropo.
KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHAL CAPITALMi piace Matteo Salvini. La prima volta che l’ho incontrato sono rimasto molto impressionato, Matteo è un politico diverso da tutti gli altri che ho conosciuto. Ha idee molto forti.GIORGIO MOTTOLAQuando lo ha incontrato l’ultima volta?KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHALLCAPITALPoco prima che diventasse vice primo ministro.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOEd è un rapporto ormai che si può definire quasidi antica data visto che risale almeno al 2013:quando Salvini fu eletto segretario della Legatutti rimasero molto sorpresi quando videro intervenire dal palco un russo, un certo Alexey Komov, che nessuno conosceva e pochi avevanosentito nominare.ALEXEY KOMOVBuongiorno Lega Nord, buongiorno Torino. Siamo i vostri fratelli in Russia, sosteniamo gli stessivaloridell’Europa cristiana. GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOGrazie a Malofeev scopriamo finalmente qual è l’inedito retroscena che si nasconde dietro quella misteriosa presenza.GIORGIO MOTTOLAQuando ha incontrato Salvini la prima volta?KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHALLCAPITALMolti anni fa.GIORGIO MOTTOLANel 2013?KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHALLCAPITALSarei dovuto andare al congresso quando fu eletto. GIORGIO MOTTOLAEra stato invitato?KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHALLCAPITALSì, ma non andaiperché avevo altri impegni e non riuscii a venire in Italia.GIORGIO MOTTOLAQuindi Komov era lì a rappresentare lei?KONSTANTIN MALOFEEV -FONDATORE MARSHALL CAPITAL. GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOVisti i rapporti così stretti con un uomo discusso e oscurocome Malofeev, proviamo a chiedere conferma anche al segretariodella Lega:lo incontriamo alla festa di Pontida.

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