Il Manifesto
10 luglio 2014 - 1 Commento »
Massimo Villone
È falso che il senato non elettivo abbatta radicalmente i costi. Sempre sul sito del senato è possibile leggere i bilanci, dai quali risulta che l’indennità è una frazione del costo totale dell’istituzione. In massima parte i costi sono dovuti agli immobili, ai servizi, al personale. Costi che rimarrebbero, con l’aggiunta delle spese di permanenza ai Roma dei senatori di nuovo conio. Qualcuno dovrà pure pagare, e non fa differenza chi.
È falso che il senato non elettivo ci allinei ad altri esempi europei. È vero il contrario. Non è un modello spagnolo, dove la composizione del senato è mista, con una parte prevalente elettiva. E già così è considerato di scarso peso politico e istituzionale. Non è un modello tedesco: nel Bundesrat siedono i rappresentanti degli esecutivi dei Lander, che votano in blocco per il Land di appartenenza. È falso, ancora, che sia un sistema simile a quello francese, che ha preso da ultimo la strada opposta, vietando il cumulo del mandato parlamentare con ogni carica esecutiva regionale e locale, per ripulire la politica e ripristinare la fiducia dei francesi nelle istituzioni.
È falso che concedere al senatore sindaco o governatore l’autorizzazione della camera di appartenenza per arresti, perquisizioni, sequestri, intercettazioni sarebbe compensato dalla attribuzione alla Corte costituzionale di una funzione di appello sul diniego di autorizzazione da parte dell’assemblea. La guarentigia costituzionale funzionerebbe in ogni caso come deterrente per l’avvio dell’indagine, e sminuirebbe l’efficacia del controllo giudiziario su quello che a buona ragione può definirsi il ventre molle del paese.
È falso che un senato non elettivo possa esercitare con maggior forza funzioni di controllo e di vigilanza sul governo e le amministrazioni pubbliche. Quand’anche i senatori plurimandatari avessero il tempo, la voglia e la competenza per farlo, è chiaro che la parte più rilevante dell’assemblea è composta di persone che con il governo discutono — altrove — di risorse, la cui disponibilità è concretamente rimessa allo stesso governo. Chi aprirebbe mai conflitti veri?
È falso che un senato non elettivo possa esercitare con maggior forza funzioni di controllo e di vigilanza sul governo e le amministrazioni pubbliche. Quand’anche i senatori plurimandatari avessero il tempo, la voglia e la competenza per farlo, è chiaro che la parte più rilevante dell’assemblea è composta di persone che con il governo discutono — altrove — di risorse, la cui disponibilità è concretamente rimessa allo stesso governo. Chi aprirebbe mai conflitti veri?
È falso che le riforme istituzionali le chieda l’Europa. Altre, forse, ma non queste. I falchi europei hanno messo bene in chiaro che s’interessano ai conti e niente altro. L’aspro confronto in atto guarda a un arco temporale limitato a un anno, o due. E qui abbiamo riforme che in principio producono effetti dal 2018. Tanto meno l’Europa si cura della prova muscolare che il governo tiene tanto a esibire. Comunque vada, sui problemi finanziari e di debito pubblico non inciderà affatto.
Infine, è solo una mezza verità che di simili soluzioni si parlava già in Assemblea Costituente. L’antico precedente non nobilita la proposta di oggi. Una lettura complessiva degli atti ci dice che per tutti — favorevoli e contrari al bicameralismo — la rappresentatività era la chiave necessaria per la costruzione di istituzioni forti e durature. Perché per tutti era nelle assemblee rappresentative la casa del popolo sovrano.
Infine, è solo una mezza verità che di simili soluzioni si parlava già in Assemblea Costituente. L’antico precedente non nobilita la proposta di oggi. Una lettura complessiva degli atti ci dice che per tutti — favorevoli e contrari al bicameralismo — la rappresentatività era la chiave necessaria per la costruzione di istituzioni forti e durature. Perché per tutti era nelle assemblee rappresentative la casa del popolo sovrano.
Il progetto del governo invece svilisce il parlamento, con un senato non elettivo, e una legge elettorale capestro per la camera. Senza nemmeno riequilibrare con un rafforzamento degli istituti di democrazia diretta e di partecipazione. Al contrario, se si guarda in specie a quel che passa in emendamento sulla iniziativa legislativa popolare. Domani, sarà più o meno facile per i cittadini far sentire la propria voce dove si decide? Sarà più difficile. E non saranno le e-mail mandate a una casella di posta governativa a dimostrare il contrario.
Comprendiamo le ansie del Presidente Napolitano. Ma si può mai costruire sul non detto, il non vero, il falso tout court? A voler essere spericolati, in un tempo di citazioni colte potremo dire adelante, ma con juicio. E magari ricordare che i governanti antichi tenevano buono il popolo con pane e circensi. Qui invece si promettono pane e riforme. Riforme prima, pane poi. E almeno quelli si divertivano.
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