Difendere la Costituzione è divenuta una priorità delle
priorità in questo Paese e pretenderne l’applicazione una necessità non
più rinviabile.
Non so quanti ne sono consapevoli e quanti hanno ancora
voglia di combattere questa battaglia vitale per la democrazia, per i diritti
di tutti e soprattutto dei più deboli.
Domani si svolgerà a Roma la manifestazione indetta da
Rodotà e Ladini a cui ha aderito
la parte migliore del Paese, che vive questo momento con dolore e che non vuole
rassegnarsi a questa politica fatta di false promesse ed intrisa di una
ipocrisia insopportabile .
E’ chiaro a tutti, o meglio dovrebbe essere chiaro a
tutti che non si può continuare
così! Non è possibile continuare a scivolare giù senza fare niente per
arrestare questa frana che rischia di travolgerci tutti.
Quello che abbiamo visto verificarsi in questi giorni ci
deve convincere della necessità di voltare pagina.
Non è possibile in un Paese civile assistere inerti al
naufragio di centinaia e centinaia di essere umani, uomini, donne e bambini, in
fuga dai loro Paesi per la fame e le guerre, con la speranza di sfuggire ad un destino crudele.
Non è possibile continuare a sperare in un governo di larghe intese con
ministri che non hanno dimostrato di essere in grado di risolvere minimamente i
nostri problemi, che si aggravano
sempre di più, sia in campo economico, che in quello sociale.
Non è possibile continuare a vederci strappare i nostri
diritti senza reagire.
Non è possibile assistere senza cercare di fermare la
vendita dei beni dello stato, allo svuotamento di quello che era uno dei Paesi più industrializzati del mondo.
Non è possibile assistere al disastro economico senza
interrogarci su questa Europa, su questa finanza, su questo capitalismo e,
soprattutto, sulla nostra sovranità monetaria perduta.
Non è possibile vedere accapigliarsi ogni giorno questi
politicanti intorno a problemi che niente hanno a che fare con la soluzione dei
problemi veri delle persone che non ce la fanno più a vivere, con le imprese
che falliscono, i negozi che chiudono, la disoccupazione che aumenta.
Ci siamo ridotti a dover dibattere ogni santo giorno, sia a
livello nazionale, che regionale – vedi la Sicilia dove sembra tutto ridotto ad
una farsa- su questioni di cui ci sfugge il senso e che comunque riguardano
solo l’esercizio puro del potere a prescindere ed alle spartizioni di torte
ancora sul piatto che nulla hanno
a che vedere con il bene comune.
Non è concepibile che chi non ci sta continua ad assistere a questo
scempio rimanendo alla finestra a guardare.
Qui, bisogna capire, che o si rifà la sinistra per cercare
di salvare il Paese o si muore!
Purtroppo
ancora questa consapevolezza stenta a manifestarsi, bisogna prenderne
atto, anche se si stenta a capire il perché di tutta questa inerzia.
Bisogna assolutamente prendere altresì atto che è finito il tempo dei
partitini, che sono giunti tutti al capolinea con percentuali da prefisso
telefonico: inutile cercare di superare tutto con la vecchia e logora formula
di apertura agli altri.
Bisogna avere chiaro
che si
potranno anche aprire, ma gli altri non si uniranno a loro perché, come ha giustamente fatto notare un compagno
di sel, prevarrebbe sempre la diffidenza.
Bisogna invece cominciare a scrivere su una pagina
bianca la sinistra che
vogliamo, che dovrà
necessariamente essere altro rispetto a quello che abbiamo visto in questi
ultimi anni.
Quella rappresentata dai
partitini non lo è e non potrà mai svolgere la sua missione, perché non viene riconosciuta da
tutti e perché non ha mai saputo dimostrare di sapere assolvere il suo ruolo.
Bisogna prendere atto che non è più tempo di riciclarsi e tanto meno di tentare operazioni di trasformismo.
E’ invece necessario ed urgente cambiare: sono convinta che si può “alla condizione che si riesca a capire questa fase della storia, difficile, dura, ma favorevole, e che si facciano le scelte giuste. Perché è finito il tempo nel quale la Sinistra si può permettere di baloccarsi, di vivacchiare, di traccheggiare, di pazzeggiare”.
E’ invece necessario ed urgente cambiare: sono convinta che si può “alla condizione che si riesca a capire questa fase della storia, difficile, dura, ma favorevole, e che si facciano le scelte giuste. Perché è finito il tempo nel quale la Sinistra si può permettere di baloccarsi, di vivacchiare, di traccheggiare, di pazzeggiare”.
Vogliamo ripartire dal 12 ottobre?
Palermo 11.10.2013
Nella Toscano
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