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domenica 28 aprile 2024
Difendiamo la democrazia: Roma. Modifica Rosatellum: costituito Comitato ref...
martedì 23 aprile 2024
L’Autonomia Differenziata del leghista Calderoli aiuta il Nord e affossa il Sud. Sono stati PD e partiti di centrosinitra ad aprire la strada a questa follia con la modifica del Titolo V della Costituzione
da Nella Toscano
di Rete NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA
riceviamo e pubblichiamo
Ci piacerebbe capire cosa ne pensano i meridionali e i siciliani che votano Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e, in generale, i partiti che hanno agevolato la genesi dell’Autonomia Differenziata
Il disegno di legge sull’Autonomia Differenziata, ennesima porcata dagli effetti devastanti proposta dall’ineffabile Ministro Roberto Calderoli, è stata resa possibile dalla improvvida modifica del Titolo V della Costituzione del 2001 (foto sopra tratta da scenarieconomici.it), voluta dal centrosinistra, che non l’ha mai rinnegata e, addirittura, lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ancora nel 2020, la considerava come “un coerente sviluppo dei principi costituzionali”. Detto questo, appare evidente, quindi, che il disegno di legge Calderoli “non è una riforma, ma un provvedimento che disciplina l’attuazione di alcune norme costituzionali introdotte nel 2001 con la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione” (Sergio Bagnasco). E’ da ricercare, infatti, nel riformato art. 117 della Costituzione, con il quale si è inserita la materia “energia” tra le materie concorrenti per le quali “spetta alle Regioni la potestà legislativa” ed è, altresì, nel riformato art. 116 Cost. che prevede su queste materie la legislazione concorrente tra le Regioni che possono chiedere ulteriori forme di autonomia”. E’ evidente, quindi, che il disegno di legge Calderoli è conseguente alla detta riforma del titolo V della Costituzione, di cui il centrosinistra porta tutta la responsabilità!
Le responsabilità del PD e di tutto il centrosinistra che, con la modifica del Titolo V della Costituzione, hanno aperto la strada all’Autonomia differenziata
Il PD e tutto il centrosinistra oggi sono contrari al disegno di legge Calderoli, evidentemente immemori delle loro responsabilità per avere aperto un’autostrada all’Autonomia Differenziata. Sarebbe auspicabile, quindi, una analisi approfondita e una assunzione di responsabilità per l’inopportuna e sbagliatissima modifica del Titolo V della Costituzione da parte dei suoi promotori: un errore a cui andrebbe posto rimedio subito, se davvero si volesse risolvere il problema delle Autonomie Differenziate. Invece, su questo punto vi è silenzio assoluto! Autonomia Differenziata e legge elettorale, sia nazionale che regionale e comunale sono la polpetta avvelenata di una politica riformatrice incapace di pensare al bene del Paese, ma solo agli interessi di parte. Pensare solo all’abrogazione dei provvedimenti voluti da Calderoli e non alle improvvide riforme del titolo V non fa ben sperare per una soluzione alla radice e definitiva di tutti i problemi derivanti dai pasticciati provvedimenti contenuti nel suo DDL, che violano svariati principi costituzionali, etici, di ragionevolezza ed in primis l’abolizione del Fondo di perequazione in violazione dell’art.119 comma terzo della Costituzione, addirittura in mancanza di alcun’altra copertura finanziaria.
Perché aumenterà il divario tra Nord e Sud
Non vi è dubbio che il disegno di legge di attuazione dell’Autonomia Differenziata avrà effetti negativi sulla coesione territorale e sulle aree svantaggiate del Paese. Il motivo principale risiede nello strumento scelto dal disegno di legge per finanziare l’Autonomia Differenziata, con il quale si prevede il mantenimento dei tributi maturati nel proprio territorio dalle singole Regioni. Tale modalità comporterà, di conseguenza, una riduzione delle entrate nel bilancio dello Stato, che avrà, quindi, meno risorse da destinare allo sviluppo economico e per la coesione sociale delle aree svantaggiate del Mezzogiorno e delle Isole. Nel Disegno di Legge Calderoli non è previsto nemmeno un Fondo perequativo nazionale a beneficio dei territori con minore capacità fiscale, benché imposto dall’art. 119 della Costituzione. Questo determinerà inevitabilmente un aumento dei divari tra il Nord e il Sud del Paese con conseguenti danni per le aree più svantaggiate, che farà venire meno la coesione sociale e territoriale dell’Italia.
Perché con l’Autonomia Differenziata andrà a farsi benedire l’unità nazionale
Altra nota dolente di detto Disegno di legge è la disparità di trattamento tra le Regioni firmatarie delle intese e quelle che non l’hanno sottoscritto, grazie al combinato disposto degli art. 3,5 e 8 dello stesso Disegno di legge. Infatti, in base a questi ultimi, le Regioni firmatarie delle intese potranno definire i loro LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) con cadenza annuale, aumentarne il valore, modificarli e inserire nuovi LEP mentre le Regioni del Sud, dopo i 24 mesi iniziali, dovranno attendere almeno altri tre anni e non prima del Marzo-Aprile 2029 potranno vedersi riconosciuto l’adeguamento dei LEP, ovviemente in presenza di risorse finanziarie, cosa per nulla scontata. Il disegno di legge Calderoli è la fine di ogni principio di solidarietà tra le Regioni più ricche e quelle più disagiate e, di conseguenza, la fine certificata dell’Unità nazionale. Tra le fantasiose trovate di Calderoli non può passare inosservata l’istituzione delle autonomie a tempo: una di quelle cose che non esitono in nessun’altro Paese al mondo e che definire dalle conseguenze devastanti è poco! E poi ancora la possibilità che ogni Regione ha di trattare direttamente e singolarmente con il Presidente del Consiglio le proprie politiche economiche, con la conseguenza che ogni Regione può chiedere politiche diverse rispetto alle altre e lo Stato, o meglio il PC si ritroverebbe a dover gestire tutte queste diversità, con le conseguenze che possiamo ben immaginare. Un guazzabuglio così poteva venire fuori solo da una mente perversa, intrisa di egoismo e ignoranza.
lunedì 22 aprile 2024
Io Voglio Scendere
Siamo cittadini accomunati dal proposito di restituire agli italiani il diritto di scegliere chi debba rappresentarli.
Diritto negato dal Rosatellum, come dal precedente Porcellum.
#iovoglioscegliere
·
*Basta con un Parlamento di NOMINATI!*
Martedì 23 aprile alle 17:30 il Comitato Referendario per la
Rappresentanza presenterà alla stampa i quesiti referendari per
modificare il Rosatellum. La conferenza sarà trasmessa sui canali della
Camera https://webtv.camera.it/conferenze_stampa
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Insieme riconquisteremo il nostro diritto ad essere correttamente rappresentati 💪🏻🗳️
#iovoglioscegliere
#referendum
Io Voglio Scegliere
Domani 23 aprile saranno depositati in Cassazione i quesiti referendari
per l’abrogazione di parti della legge elettorale nazionale in vigore.
Ci attende una grande sfida, che, spero, molti cittadini vorranno
aiutare a realizzare e a sottoscrivere tutti i quesiti referendari, per
cercare di dare una svolta al futuro del Paese, per potere, finalmente,
scegliere chi ci dovrà rappresentare in parlamento, cosa che oggi
risulta impossibile con il rosatellum, che è e rimane una legge truffa.
Siamo un gruppo di cittadine/i che con coraggio stiamo e continueremo a impegnarci per riuscire a vincere questa sfida titanica.
Per quanto mi riguarda sento tutta la responsabilità di una sfida così
grande e l’emozione per l’inizio di un cammino, che ritengo necessario e
doveroso, per potere dire un giorno non solo di averci provato, ma
anche di avere partecipato per vincere.
Nella Toscano