giovedì 26 settembre 2024

Ancora pochi giorni per firmare i quattro quesiti referendari per la parziale abrogazione del rosatellum

HomePoliticaAncora pochi giorni per firmare i quattro quesiti referendari per la parziale abrogazione del rosatellum Ancora pochi giorni per firmare i quattro quesiti referendari per la parziale abrogazione del rosatellum Non vi è alcun dubbio che le forze che si richiamano alla sinistra hanno fallito. Malgrado i fallimenti continuano a difendere una legge elettorale che ha consentito ai partiti di mettere le mani sul Parlamento, oggi occupato da persone che nessuno ha mai eletto, proprio per effetto del rosatellum. Sottoscrivete i quesiti referendari. Fatelo senza indugiare ancora il Paese ne ha bisogno ! 26 Settembre 2024 di Nella Toscano - Componente Comitato CO.RE.RA* Politica La battaglia referendaria per la parziale abrogazione del rosatellum si concluderà fra pochi giorni e per questo c’è la necessità che chi ne condivide gli obiettivi si affretti a sottoscrivere i quattro quesiti referendari, oltre la lip per la reintroduzione delle preferenze. nella piattaforma pubblica collegandosi al sito www.iovoglioscegliere.it. E’ stato fatto un grande lavoro da parte del coraggioso e lungimirante Comitato Referendario per la Rappresentanza, nonostante il persistente silenzio di quanti avrebbero dovuto sentire il dovere di sostenere e condividere questo referendum e la conseguente impossibilità di informare correttamente tutti i cittadini, di cui la stragrande maggioranza è rimasta all’oscuro. Mi riferisco soprattutto a quei partiti del “campo largo”, alle confederazioni sindacali,con in testa la CGIL, all’ANPI, all’Arci, a Generazioni Future – che solo in casi isolati alcuni militanti hanno dato il proprio contributo per la raccolta delle firme- e a tutta la galassia di associazioni che ruotano intorno alla pseudo sx. Il loro silenzio è stato davvero imbarazzante e di più quello di chi poteva fare anche un solo accenno al referendum nelle diverse apparizioni in TV. La congiura del silenzio: è il muro che hanno alzato per non fare decollare il referendum per la parziale abrogazione del rosatellum, assumendosi così una responsabilità enorme di fronte al Paese e di cui, purtroppo, il Paese pagherà le amare conseguenze! Non basta gridare al lupo al lupo, come fanno le forze politiche progressiste e di sinistra che paventano il rischio democratico crescente, sino a parlare apertamente di rischio fascista. Afferma Sergio Bagnasco V.P. del CO.RE.RA. :“Per contrastare il pericolo democratico serve una proposta culturale e politica che esalti la democrazia rappresentativa e quindi la funzione dei partiti, la rappresentanza politica e quindi il ruolo del Parlamento, la separazione dei poteri e quindi un sistema di contrappesi e bilanciamenti che metta le Istituzioni repubblicane al riparo da tentazioni autoritarie.” Ebbene tutto questo oggi non esiste e non esiste perché nessuno né a destra né a sinistra ha mai pensato ai necessari pesi e contrappesi per preservare la democrazia. Non vi è alcun dubbio che le forze che si richiamano alla sinistra in questo hanno fallito e di più se si pensa che, nonostante tutti i fallimenti degli ultimi decenni,continuano a difendere una legge elettorale che ha consentito ai partiti di mettere le mani sul Parlamento, oggi occupato da persone che nessuno ha mai eletto, proprio per effetto del rosatellum. Infatti, “i Partiti hanno occupato lo Stato e tutte le Istituzioni, realizzando un regime post-fascista e si è compiuto il passaggio dal Partito Stato allo Stato dei Partiti. Checché ne pensino i tanti leader del mondo democratico, progressista e di sinistra, il Rosatellum è incompatibile con la democrazia rappresentativa, con la Costituzione e con l’antifascismo! In nome dell’amato regime partitocratico, tutto il cosiddetto mondo democratico, progressista e di sinistra ha ignorato i referendum per eliminare dalla legge elettorale quei marchingegni che impediscono agli elettori di scegliere i propri rappresentanti e addirittura permettono che il voto dato a un partito sia trasferito ad altri partiti non votati. (S.B.)” Non vi è alcun dubbio che entrambe le coalizioni perseguono l’azzeramento della rappresentanza politica e del ruolo del Parlamento e il cosiddetto “campo largo” non rappresenta un’alternativa culturale e politica al centrodestra perché condividono la stessa concezione capocratica. Appare chiaro che, se si vuole veramente preservare la democrazia, bisogna ripartire dalla legge elettorale e, quindi, dall’abrogazione, almeno parziale, del rosatellum “perché è la legge che determina come si formerà l’assemblea dei legislatori che dovrà approvare tutte le altre leggi.” Si possono sottoscrivere i quesiti referendari ancora per pochi giorni, quindi affrettatevi, il vostro contributo è fondamentale per la democrazia. Questo è il sito da cui potete collegarvi per firmare www.iovoglioscegliere.it .

UN SISTEMA ELETTORALE NON EQUO, COME IL ROSATELLUM, E' UN PERICOLO DEMOCRATICO

Nuovo Giornale Nazionale di Sergio Bagnasco Politica 26 Settembre 2024 Da tempo, le forze politiche che si autodefiniscono democratiche, progressiste e di sinistra paventano un crescente rischio democratico, sino a parlare apertamente di rischio fascista. Tale rischio non arriverebbe da squadracce che minacciano l’assalto ai palazzi istituzionali, ma da forze politiche che siedono in Parlamento. Per contrastare il pericolo democratico serve una proposta culturale e politica che esalti la democrazia rappresentativa e quindi la funzione dei partiti, la rappresentanza politica e quindi il ruolo del Parlamento, la separazione dei poteri e quindi un sistema di contrappesi e bilanciamenti che metta le Istituzioni repubblicane al riparo da tentazioni autoritarie. Su tutto ciò registriamo il fallimento delle forze democratiche, progressiste e di sinistra. Fallimento che dura dai tempi della “gioiosa macchina da guerra” (1994), dal sostegno incondizionato dato al sistema elettorale di tipo maggioritario, senza porsi il problema dei contrappesi e bilanciamenti necessari quando un sistema elettorale potrebbe consentire a una sola parte politica di avere il controllo del Parlamento, dell’Esecutivo, della Presidenza della Repubblica, della Corte Costituzionale … senza alcuna garanzia per le opposizioni e minoranze politiche. Vocazione maggioritaria che si consolidò con la Tesi 1 dell’Ulivo del 1996 in cui si prevedeva “una forma di governo centrata sulla figura del Primo Ministro” e “sulla scheda elettorale, l’indicazione - a fianco del candidato del collegio uninominale - del partito o della coalizione alla quale questi aderisce e del candidato premier da essi designato”. E, ovviamente, la Tesi proseguiva affermando che “appare opportuno dare vita ad una convenzione costituzionale secondo la quale un cambiamento di maggioranza di Governo richieda di norma e comunque in tempi brevi lo scioglimento della Camera politica e il ricorso a nuove elezioni.” Non vi suona come un’anticipazione della riforma costituzionale Casellati-Meloni? La designazione del candidato premier fu accolta dal centrodestra e inserita nel famigerato Porcellum (2005), mentre la tesi del governo incentrato sulla figura del Primo Ministro è stata elaborata e sintetizzata nell’immagine, tanto suggestiva quanto populista, del “sindaco d’Italia”, proposta da Renzi e sposata dal PD, arrivando all’Italicum, unica legge elettorale al mondo in grado di garantire con certezza matematica una maggioranza di governo alla sera dopo il voto. Con la proposta di riforma costituzionale della Meloni il centrodestra realizza le proposte del centrosinistra. D’accordo, le proposte del centrodestra sono meno raffinate nell’eloquio, ma proprio per questo più efficaci e temibili non lasciando spazio alcuno a suggestioni e illusioni. Risulta chiaro che il cosiddetto “campo largo” non rappresenta un’alternativa culturale e politica al centrodestra perché entrambe le coalizioni perseguono l’azzeramento della rappresentanza politica e del ruolo del Parlamento. Per farla breve, condividono la stessa concezione capocratica. Infatti, all’incostituzionale Porcellum, il Partito Democratico, con il sostegno della Lega, di Forza Italia e dei cespugli centristi, ha risposto con il Rosatellum, una legge elettorale peggiore del Porcellum perché oltre a privare l’elettore del diritto di scegliere i propri rappresentanti politici, manipola il voto degli elettori al punto che il voto dato a un partito può finire ad altro partito. Una legge elettorale che produce un Parlamento di nominati dai capipartito, esattamente come avveniva col Porcellum. Il Rosatellum è, dunque, al servizio del regime partitocratico, che è la negazione della democrazia rappresentativa a centralità parlamentare. Nel 1929 e nel 1934, quindi in piena epoca fascista, gli elettori erano chiamati a mettere un segno su SI o NO per rispettivamente approvare o disapprovare la lista dei candidati, scelti rigorosamente dal Gran Consiglio del Fascismo tra i candidati proposti dalla Confederazione Nazionale delle Corporazioni Sindacali; dal 2006 gli elettori sono chiamati ad approvare la lista dei candidati scelti in modo opaco e non democratico dalle segreterie di partito; notate qualche differenza? I più attenti osserveranno che nel periodo fascista c’era un solo Partito, mentre adesso ci sono tanti partiti, ma cosa cambia se tutti questi partiti sono associazioni padronali in cui gli iscritti non contano nulla e tutti sono concordi nel mantenere in piedi il regime partitocratico? I Partiti hanno occupato lo Stato e tutte le Istituzioni realizzando un regime post-fascista in cui si è compiuto il passaggio dal Partito Stato allo Stato dei Partiti. Checché ne pensino i tanti leader del mondo democratico, progressista e di sinistra, il Rosatellum è incompatibile con la democrazia rappresentativa, con la Costituzione e con l’antifascismo! In nome dell’amato regime partitocratico, tutto il cosiddetto mondo democratico, progressista e di sinistra ha ignorato i referendum per eliminare dalla legge elettorale quei marchingegni che impediscono agli elettori di scegliere i propri rappresentanti e addirittura permettono che il voto dato a un partito sia trasferito ad altri partiti non votati. Di che referendum sto scrivendo? Già, sarebbe naturale che non lo sappiate. Si tratta dei referendum promossi dal Comitato Referendario per la Rappresentanza; potete trovare informazioni sul sito www.iovoglioscegliere.it e siete ancora in tempo per sostenerli con una firma, seguendo le indicazioni che troverete sul sito. Referendum che puntano a un obiettivo: qualunque sia la formula elettorale prescelta, maggioritario, misto o proporzionale, gli elettori devono scegliere i propri rappresentanti. Se è naturale che il centrodestra non si occupi di questi referendum, perché intendono approvare una nuova legge elettorale coerente con la riforma costituzionale che sostengono, non si comprende il silenzio assoluto del “campo largo” che già nel 2019 intendeva superare il Rosatellum e ancora una volta ha fallito, come fallì nel 2006 lasciando crescere il Porcellum! Evidente che il campo largo non ha un’idea diversa dal centrodestra sul ruolo del parlamento, sulla rappresentanza e sulla democrazia rappresentativa. Evocare il pericolo democratico significa esprimere un timore per la tenuta delle garanzie costituzionali, per la democrazia parlamentare. Significa, per esempio, ritenere che potrebbe costituire un serio problema democratico il fatto che il Presidente della Repubblica sia espressione del centrodestra. Ovviamente, occorre riconoscere che anche il centrodestra è autorizzato a nutrire lo stesso sentimento. Il “pericolo”, in effetti, esiste da sempre e si è accentuato da quando – 1994 – viviamo in un sistema elettorale misto, con una parte di collegi maggioritari, o in un sistema proporzionale con premio di maggioranza palese o occulto, come col Rosatellum. In tale situazione, una parte politica potrebbe in autonomia esprimere il Presidente della Repubblica che, in quanto potere di garanzia, non dovrebbe essere espressione della stessa parte politica che controlla parlamento e governo. Il centrosinistra agita il pericolo democratico, però con formulette imbarazzanti come quella del “sindaco d’Italia” o con leggi elettorali che nulla hanno da spartire con un sistema a centralità parlamentare, come l’Italicum e il Rosatellum, fa il gioco della destra, assumendo il ruolo di socio occulto della destra! Così, una parte sempre più consistente dell’elettorato si convince che il pericolo agitato dal centrosinistra sia un allarme sbandierato a fini elettorali nel tentativo di convincere l’elettorato più moderato di destra e di centro a stare alla larga da una destra a trazione meloniana e salviniana. Viene il dubbio che il “campo progressista” voglia costruire il proprio successo sul “pericolo”, anziché superarlo. Da tre decenni il mondo politico insegue la chimera della “governabilità” attraverso la legge elettorale … e così accumula fallimenti nonostante i continui cambi di legge elettorale. Il mattarellum ha svolto il suo ruolo nelle tre legislature XII, XIII e XIV che vanno da marzo 1994 ad aprile 2006, quindi 12 anni anziché 15, con 8 governi! Governi formatisi con cambi di maggioranza e partiti nati in Parlamento e mai votati dagli elettori ... Esattamente gli stessi eventi si sono ripetuti con il porcellum e il rosatellum. Il sistema elettorale è il primo baluardo per la tenuta delle garanzie costituzionali in un paese come l’Italia dove tutto il potere prolifera dal Parlamento, con la conseguenza che chi controlla il Parlamento controlla l’Esecutivo, la Presidenza della repubblica, la Corte costituzionale e può persino modificare la Costituzione senza la garanzia di un referendum, che non si terrebbe se chi modifica la Costituzione controlla i 2/3 del parlamento. La questione centrale, dunque, è dotarsi di un sistema elettorale e di garanzie e contrappesi in modo che chi ha i numeri per governare banalmente governi, all’interno di una cornice costituzionale che garantisca tutti. Poiché tutto ciò non è all’ordine del giorno tra le forze di maggioranza e di opposizione, unica strada percorribile è ridurre il “pericolo democratico” modificando la legge elettorale con l’unico strumento che abbiamo a disposizione: il referendum abrogativo. Modificare la legge elettorale mediante referendum abrogativo è un’inversione di marcia rispetto al percorso fallimentare degli ultimi tre decenni. Con i referendum si tornerebbe a discutere di rappresentatività del Parlamento e gli elettori tornerebbero in possesso del diritto di scelta dei propri rappresentanti. Diritto che oggi è totalmente negato. Il “pericolo democratico” non si supera gridando “al lupo, al lupo!”. Delle due l’una: o il problema democratico non esiste o esiste. Se esiste, allora sbaglia il centrosinistra a spalancare le porte dell’ovile per agevolare il lupo! La legge elettorale è ciò da cui occorre partire perché è la legge che determina come si formerà l’assemblea dei legislatori che dovrà approvare tutte le altre leggi. Avete ancora la possibilità di agire per la democrazia e in nome dei principi antifascisti firmando i referendum di www.iovoglioscegliere.it; vi invito a farlo senza indugiare oltre. Io voglio scegliere | Referendum iovoglioscegliere.it Io voglio scegliere | Referendum Io voglio scegliere, Il sito del Comitato Referendario per la Rappresentanza

lunedì 9 settembre 2024

COMUNICATO STAMPA

lunedì 9 settembre 2024
COMUNICATO STAMPA GIORNATA PER ROMPERE IL SILENZIO sul referendum per cambiare la legge elettorale. ROMA, martedì 10 settembre 2024 Il Comitato Referendario per la Rappresentanza (CO.RE.RA.) organizza a Roma, martedì 10 settembre, una giornata di informazione sulle proprie iniziative referendarie contro il Rosatellum il cui scopo è restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Ore 11:00 – 13:00 Conferenza Stampa e raccolta firme davanti alla sede RAI di V.le Mazzini 14 Ore 15:30 – 16:30 Raduno Piazzale Flaminio (Lato Tram) Ore 17.30 – 18:30 Comizio in piazza Santi Apostoli e Raccolta firme. Il Comitato Referendario per la Rappresentanza promuove l’abrogazione dei punti più critici del Rosatellum: il voto congiunto, le soglie di sbarramento, l’esenzione della raccolta firme per presentare le liste elettorali solo per i Partiti già presenti in Parlamento, le pluricandidature, tutti meccanismi che rendono impossibile per gli elettori sapere chi sarà eletto con il proprio voto. Difetti che sono già sotto lo scrutinio dei giudici, in Italia e davanti alla CEDU (grazie alla causa promossa da Mario Staderini), perché sono gravi e inaccettabili in un’Europa fondata sul diritto dei cittadini alla conoscenza e alla trasparenza. Il Comitato Referendario per la Rappresentanza, composto da cittadini e cittadine di diversa provenienza e cultura politica, si è formato il 17 aprile 2024 ed il 23 aprile ha presentato in Corte di Cassazione i 4 quesiti referendari. E’ presieduto da Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa (Governo Conte 1), il Presidente d’Onore è Giorgio Benvenuto, i vicepresidenti sono Enzo Palumbo, Sergio Bagnasco e Raffaele Bonanni. Purtroppo del Referendum della Rappresentanza, proposto da cittadini, non è stata data alcuna diffusione nelle reti radiofoniche e/o televisive a differenza degli altri, proposti dai partiti e da altri movimenti politici. Questa iniziativa referendaria contro il Rosatellum è stata sin qui oscurata dai maggiori media! Restano pochi giorni perché l’opinione pubblica sia informata. Il claim della campagna è #iovoglioscegliere e tutto il materiale che lo riguarda è sul sito www.iovoglioscegliere.it, da dove è anche possibile firmare con lo spid. I quattro quesiti referendari intendono abrogare il voto congiunto obbligatorio, le soglie di sbarramento, l'esenzione della raccolta delle sottoscrizioni per i soli partiti che sono già in parlamento e l'abrogazione delle pluri-candidature. Si tratta di una battaglia trasversale che abbraccia tutta la società italiana ed il sistema Paese, poiché, come affermato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, "il principio un uomo un voto non può essere distorto attraverso (....) marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori.” I proponenti non scelgono una legge elettorale specifica ma intendono correggere quella attuale, nella speranza che il prossimo Parlamento sia eletto sulla base di una legge elettorale non incostituzionale. “Al momento non abbiamo avuto alcuna opportunità di un passaggio televisivo su una rete nazionale. Nel rispetto della direttiva europea per la democrazia partecipativa e deliberativa, che impegna gli Stati membri attraverso i progetti esecutivi finanziati con il PNNR, a favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese, riteniamo che, Il referendum popolare, la legge di iniziativa popolare e la petizione popolare siano, per la nostra Costituzione, gli strumenti a disposizione della cittadinanza attiva per l’attuazione della democrazia diretta. Essa difficilmente si potrà realizzare se non è accompagnata da una puntuale informazione da parte del servizio pubblico radiotelevisivo”. (Elisabetta Trenta, Presidente del Comitato Referendario per la Rappresentanza). Per maggiori informazioni e contatti stampa: info@iovoglioscegliere.it info@iovoglioscegliere.it

giovedì 5 settembre 2024

Nella Toscano: Abbattiamo la congiura del silenzio sul referendum di parziale modifica del rosatellum

Di cosa hanno paura i partiti, le confederazioni sindacali, le associazioni, che pure a parole dicono di volere difendere la costituzione, che rimangono in silenzio di fronte alla proposta di iovoglioscegliere di parziale abrogazione del rosatellum? 2 Settembre 2024 Redazione Politica Palermo, 2 settembre 2024 – Dopo diversi mesi dal lancio del referendum a parziale modifica del rosatellum, il muro del silenzio eretto da partiti e associazioni di categoria, oltre non è stato ancora scalfito. Sembra di assistere a una vera congiura, eretta non solo per nascondere ai cittadini l’esistenza del referendum a parziale abrogazione del rosatellum, ma anche sulla sua reale portata, impedendo così che si possa raggiungere il traguardo delle 500.000 firme necessarie per poterlo celebrare. Il rosatellum, nato per modificare il porcellum di Calderoli, già dichiarato incostituzionale dalla Corte di Costituzione, è palesemente incostituzionale E’ evidente che il muro alzato attorno a questo referendum, è stato eretto per impedire ai cittadadini di votare per l’unico referendum con il quale si vuole ripristinare il diritto a scegliere i rappresentanti parlamentari, cosa che oramai, per effetto del famigerato rosatellum e dei suoi marchingegni, non avviene più da oltre due decenni. Di cosa hanno paura i partiti, le confederazioni sindacali, le associazioni, che pure a parole dicono di volere difendere la costituzione, che rimangono in silenzio di fronte alla proposta di iovoglioscegliere di parziale abrogazione del rosatellum? Temono forse che il loro potere venga meno? E’ chiaro, infatti, che con il rosatellum i capo partiti hanno acquisito un potere enorme, perché sono loro a decidere chi deve essere eletto e chi no, proprio per effetto di questa legge elettorale, che non lascia scegliere candidati e partiti ai cittadini, espropriandoli così del proprio diritto di scelta. C’è da chiedersi anche del perché la stampa quasi tutta sta ignorando l’esistenza di questo referendum, pur avendo alcuni espresso la necessità di una modifica della legge elettorale? Tutto questo appare incredibile: mai si era verificata una cosa simile per nessun tipo di referendum indetto in passato. Come si può ignorare un referendum così importante? Forse si teme pericoloso ribaltare la grave situazione attuale dove i partiti si sono impossessati del parlamento escludendo i cittadini? Eppure tutti i mezzi di informazione e i politici hanno dato ampio spazio alla propaganda sull’autonomia differenziata, per cui personalemnete ho anche lottato per non farla approvare in parlamento, ma tutti si sono dimenticati che se ci fosse stato un parlamento eletto direttamente dai tutti cittadini, di sicuro, questa legge, frutto di compromessi tra i partiti, che sono i veri padroni del parlamento, non sarebbe venuta mai alla luce. Siamo quasi alla fine della campagna referendaria e quindi mi preme chiedere a questo giornale di dare lo spazio necessario per far conoscere ai cittadini il senso ed il contenuto di questo referendum, che sta alla base della democrazia del nostro Paese, per la cui difesa è necessario e urgente abbattere la congiura del silenzio! Nella Toscano Componente del Comitato Nazionale Co.Re.Ra http://www.Iovoglioscegliere.it

Parliamo del referendum per la parziale abrogazione del Rosatellum!

Difendiamo la democrazia: No, prima di essere sudditi degli yankee siamo sud...

Difendiamo la democrazia: No, prima di essere sudditi degli yankee siamo sud...: Rispondendo a un commento con il quale si affermava che la situazione politica italiana non ha scampo perchè completamente sottomessa agli ...

venerdì 23 agosto 2024

Difendiamo la democrazia: C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e...

Difendiamo la democrazia: C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e...: C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e uguale? Risponde Sergio Bagnasco del comitato nazionale referendum sulla riforma elettor...

Live #1 Perchè oggi un referendum per cambiare la legge elettorale (con S. Bagnasco)

Live #4 Analizziamo ogni oscuro meandro del Rosatellum con Sergio Bagnasco

Difendiamo la democrazia: La Repubblica è malata e il referendum anti-rosate...

Difendiamo la democrazia: La Repubblica è malata e il referendum anti-rosate...

Difendiamo la democrazia: La battaglia per la rappresentanza dei nuovi parti...

Difendiamo la democrazia: La battaglia per la rappresentanza dei nuovi parti...: 22 Agosto 2024 di Nella Toscano - Componente il Comitato Referendario Nazionale “Io voglio scegliere” sono le tre parole scelte per la camp...

mercoledì 31 luglio 2024

A che servono le soglie di sbarramento?

HomePoliticaA che servono le soglie di sbarramento? A che servono le soglie di sbarramento? Un aspetto, più di altri ostico da comprendere a causa della nefasta propaganda fatta in questi decenni sul rischio di frammentazione della rappresentanza politica e intorno alla cosiddetta governabilità. Chiarimenti ⬇️ 31 Luglio 2024 di Sergio Bagnasco - Vicepresidente Comitato Referendario per la Rappresentanza #iovoglioscegliere Politica A che servono le soglie di sbarramento? La risposta più frequente è “servono per evitare l’eccessiva frammentazione del Parlamento e favorire la governabilità”. La nostra storia politica è da sempre caratterizzata dalla molteplicità di formazioni politiche, prima del fascismo e dopo il fascismo. Alle elezioni del 1919 gli eletti appartenevano a 12 schieramenti; il terzo, che prese quasi il 16%, si chiamava “Liste concordate di liberali, democratici e radicali” ed era composto da 8 formazioni politiche! Anche altri schieramenti erano formati da diversi partiti politici: in totale si contavano 281 simboli! Alle elezioni del 1946 per l’Assemblea Costituente gli eletti appartenevano a 16 formazioni politiche (alcune raggruppamenti di più partiti), mentre altre 8 formazioni non ebbero alcun eletto. Tra il 1946 e il 1992, ultime elezioni proporzionali senza soglia legale di sbarramento, la frammentazione è diminuita, mentre da quando abbiamo abbandonato il sistema proporzionale la frammentazione è aumentata, come vedremo in seguito. In definitiva, ogni aspetto di un sistema elettorale va considerato in relazione al complessivo sistema elettorale e non considerando singoli aspetti. Il nostro sistema è basato alla Camera su circoscrizioni e al Senato su regioni, perché così prevede la Costituzione. Il voto per il rinnovo della Camera, però, non esaurisce gli effetti nella circoscrizione, e per volontà del legislatore abbiamo per entrambe le camere una soglia nazionale pari al 3%. Se i seggi per Costituzione si assegnano su base circoscrizionale\regionale non si comprende per quale motivo sia prevista una soglia nazionale che nel trasformare i voti in seggi vanifica il criterio circoscrizionale e regionale alterando l’effettiva rappresentatività. La generica risposta, per evitare l’eccessiva frammentazione e favorire la governabilità, non regge perché se la soglia fosse per circoscrizione\regione la soglia naturale sarebbe quasi sempre più alta del 3%, ma consentirebbe a una forza politica ben radicata su un territorio specifico di accedere alla ripartizione dei seggi. In questo modo, invece, chi non raggiunge la soglia del 3% nazionale non partecipa alla ripartizione dei seggi, anche se in una circoscrizione o regione ha magari raggiunto il 10%. In definitiva, la soglia di sbarramento riduce il pluralismo e appiattisce le diversità territoriali, senza evitare la frammentazione politica e senza favorire la governabilità. Inoltre, la soglia si applica in modo differente ai partiti che sono tra loro in coalizione rispetto ai partiti che concorrono da soli. In più, abbiamo tre ottavi dei seggi (il 37,5%) assegnati alla lista o coalizione di liste che raccoglie più consensi nella competizione proporzionale. Nessuno elegge direttamente i candidati che si presentano nei collegi uninominali perché si tratta, sic et simpliciter, di un premio occulto concesso a chi prevale nel proporzionale. In questo specifico sistema elettorale la soglia legale di sbarramento svolge la funzione di ridurre il pluralismo perché penalizza le forze politiche che non entrano in coalizione con altre e quelle rilevanti solo in determinati territori. Così abbiamo, per esempio, Noi Moderati che con lo 0,9% dei consensi ha ottenuto nei collegi uninominali 7 deputati e 2 senatori, sebbene oltre il 98% degli elettori abbia votato gli altri partiti della coalizione di Centro-Destra. Questo risultato elettorale non è, quindi, il frutto delle scelte degli elettori, ma esclusivamente degli accordi pre-elettorali che hanno suggellato la partecipazione di Noi Moderati alla coalizione di Centro-Destra. Invece, Italexit con l’1,9% di voti effettivamente ottenuti non ha avuto alcun eletto. Gli eletti di Noi Moderati appartengono a 3 differenti formazioni partitiche. La coalizione “Partito Democratico-Italia Democratica Progressista” che si è presentata alle elezioni del 2022 riuniva 10 sigle partitiche. L’elettore che ha votato questa coalizione non sapeva quale candidato di uno dei dieci partiti avrebbe contribuito a eleggere. Tra le 10 sigle partitiche ci sono stati – a insaputa degli elettori – eletti del PD, ma anche di Articolo 1, Centristi per l’Europa, Demos. Questa coalizione a sua volta era coalizzata con altri cinque partiti diversamente aggregati tra loro per comporre insieme il cosiddetto Centro-Sinistra. In definitiva, oggi in Parlamento abbiamo esponenti di 20 differenti formazioni partitiche. Un livello mai raggiunto nel periodo del proporzionale. Con la soglia di sbarramento al 3% la frammentazione è nettamente aumentata perché questo sistema tende a favorire la moltiplicazione di particelle e gruppuscoli che poi negoziano la partecipazione a una coalizione per ottenere eletti propri, anche con consenso minimo, e quindi pesare di più nei rapporti di potere. Se le soglie legali di sbarramento fossero esistite nella cosiddetta “Prima Repubblica”, il Partito Radicale forse non sarebbe mai entrato in Parlamento e lo stesso dicasi per Democrazia Proletaria, Partito di Unità Proletaria, il Partito Sardo d’Azione, i Verdi, la Lega … Sono questi partiti i responsabili della instabilità di governo? Il Parlamento sarebbe stato più ricco senza questi voci? La nostra “democrazia” sarebbe stata più efficiente? Il sistema elettorale vigente premia un cartello elettorale, limitando la scelta della componente politica preferita e impedendo di scegliere il candidato gradito all’interno del cartello elettorale, ma questo cartello sparisce il giorno dopo le elezioni per lasciare spazio ai Gruppi parlamentari di ciascun partito dove quasi sempre c’è qualcuno che è stato eletto con i voti dati ad altri partiti. Il vigente Rosatellum, come e peggio del precedente Porcellum, ha alterato i rapporti di forza tra i gruppi parlamentari, ha alterato profondamente la rappresentatività del Parlamento senza ottenere alcun risultato qualitativamente migliore di quello sempre ottenuto col proporzionale. Le soglie di sbarramento hanno provocato la frammentazione politica e ridotto il pluralismo e per queste ragioni il Comitato Referendario per la Rappresentanza propone un referendum per abrogare le soglie legali di sbarramento: per evitare la dispersione di voti validi (oltre 3 milioni alle ultime elezioni, più del 10% dei voti validi), per aumentare il pluralismo politico, per rendere libere le forze politiche da patti pre-elettorali che premiano chi non ha consenso. E’ possibile firmare online per abrogare le soglie di sbarramento a questo link https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500005 Necessario disporre dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o della CIE (Carta d’identità elettronica) o della CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Oltre all’abrogazione delle soglie di sbarramento, Il Comitato Referendario per la Rappresentanza, promuove altre 3 proposte di referendum abrogativo e una legge d’iniziativa popolare. In breve: – ABROGAZIONE DEL VOTO CONGIUNTO TRA CANDIDATI E LISTE PLURINOMINALI; è il meccanismo perverso per cui votando un partito/lista si vota anche il candidato uninominale collegato che potrebbe appartenere ad altro partito rispetto a quello votato e potrebbe anche non essere gradito; mentre, chi vota solo il candidato uninominale vedrà il proprio voto ripartito su tutte le liste collegate in base alle scelte effettuate dagli altri elettori. Abrogando queste norme, l’elettore potrà scegliere il candidato uninominale preferito e separatamente qualsiasi lista\partito preferito. Per firmare questo referendum il link è https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500004 – ABOLIZIONE PLURICANDIDATURE; quando un candidato è eletto in più collegi plurinominali, sarà proclamato eletto nel collegio in cui la lista ha preso meno voti; ciò determina l’inversione della volontà dell’elettore. Inoltre, col meccanismo delle pluricandidature gli apparati di partito decidono chi deve essere eletto nei collegi in cui in cui il plurieletto deve lasciare il posto al secondo in lista. Questo è un meccanismo che concorre a determinare un Parlamento di soli NOMINATI dai Partiti, persone prive del sostegno diretto del voto degli elettori. Abrogando queste norme si favorisce la candidatura di persone radicate nel territorio, nel proprio collegio naturale. Per firmare questo referendum il link è https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500008 – TUTTI I PARTITI DEVONO RACCOGLIERE LE FIRME PER LE CANDIDATURE; oggi solo chi non è già presente in Parlamento deve raccogliere le firme a sostegno dei propri candidati, mentre i partiti già presenti in Parlamento sono esentati da questa gravosa incombenza. Questo privilegio discrimina le nuove formazioni politiche che non competono in condizione di parità con le altre forze politiche. Abrogando queste norme tutti parteciperanno alle elezioni in condizioni di parità normativa. Per firmare questo referendum il link è https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500006 Infine, la proposta di legge d’iniziativa popolare per introdurre la preferenza nei collegi plurinominali in modo che oltre a scegliere il partito preferito l’elettore possa indicare il candidato preferito, come già sentenziato dalla Corte Costituzionale, da ultimo con sentenza n. 1/2014. Questa proposta è indicata sotto il titolo “Modifiche al testo unico di cui al D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al d.lgs. 20 dicembre 1993, n. 533, …”. Per firmare questa proposta il link è https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500013

Difendiamo la democrazia: Il Comitato Referendario per la Rappresentanza Pos...

Difendiamo la democrazia: Il Comitato Referendario per la Rappresentanza Pos...: Da mesi tutti parlano di referendum e questi tutti affermano che bisogna cambiare la legge elettorale per le elezioni parlamentari; lo dice ...

martedì 30 luglio 2024

Il silenzio inspiegabili di Partiti , sindacati e Tv di stato sul referendum per la modifica parziale del Rosatellum e della LIP per reintrodurre le prederenze

Silenzio assoluto da parte dei partiti di opposizione e del sindacato con Landini in testa , compreso le associazioni, che dicono di difendere la costituzione a parole e che vogliono la riforma elettorale, sempre a parole, ovviamente. Di conseguenza la rai osserva anch'essa il massimo silenzio: non c'è tg che non ci faccia vedere tutti i promotori del referendum contro AD e non mostri le firme raccolte in soli pochi giorni, strano no? E di più, se si pensa che il referendum per la modifica del rosatellum è ben più importante di quello contro l' AD. Ebbene in considerazione di tutto questo non mi stupisce che il PR , secondo quello che hanno appena detto al Tg3, stia già pensando non già a celebrare il referendum, ma bensì a tornare al voto qualora si raggiungesse un numero alto di firme. Mi sono sempre chiesta il perché tutti i partiti di opposizione e il sindacato abbiano lanciato questo referendum in maniera così plateale e taciuto sull'abrogazione del Rosatellum? Vuoi vedere che la risposta è proprio nelle parole del pr? Se così è si spiega il perché non si debba parlare e sapere del referendum di abrogazione parziale del rosatellum, che tanto piace a lor signori. Chi vuole cambiare veramente non ha che percorrere una sola strada: firmare e raccogliere le firme, per cercare di bloccare la deriva che si sta dipanando sotto i nostri occhi. Potete farlo presso i comuni o ai banchetti oppure on line nella piattaforma pubblica gratuita. Fatelo tutti ne va della nostra democrazia!!!!

giovedì 25 luglio 2024

Tutti i referendum sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri

di Marco Perduca Tutti i referendum sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri (siano ) Un mese fa, nel silenzio più assoluto di politica e media, è iniziata la raccolta firme per la presentazione di quattro quesiti referendari per abrogare: il voto congiunto obbligatorio, le soglie di sbarramento, ogni privilegio nella raccolta delle firme per la presentazione dei candidati e le pluricandidature All'inizio di luglio il presidente della Repubblica ha ricordato che “il principio un uomo un voto (sic.) non può essere distorto attraverso […] marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori”. L’obiettivo dell’esternazione del capo dello Stato (chissà come mai non si chiamano più picconate perché in effetti spesso si tratta di colpi netti) era il “premierato”, ma per la proprietà transitiva della non discriminazione, o incostituzionalità, un richiamo simile potrebbe esser fatto anche per la legge elettorale con cui per due volte si sono elette le Camere. Eppure… Un paio di settimane fa Cgil e altri hanno consegnato in Corte di Cassazione un milione di firme per dei referendum socio-economici, mentre il 20 luglio è iniziata la raccolta di sottoscrizioni per abolire la cosiddetta “Autonomia differenziata” dove ai sindacati si sono unite tutte le forze di opposizione con l'eccezione di Calenda. Un mese fa, nel silenzio più assoluto di politica e media, è iniziata la raccolta firme per la presentazione di quattro quesiti referendari per abrogare: il voto congiunto obbligatorio, le soglie di sbarramento, ogni privilegio nella raccolta delle firme per la presentazione dei candidati e le pluricandidature. I ritagli proposti dal Comitato presieduto dall’ex ministra Elisabetta Trenta sono stati elaborati sotto la sapiente guida di Felice Besostri quel gran scassa-leggi elettorali che ci ha lasciato a gennaio di quest'anno. Si tratta del minimo, che in termini di ritagli referendari è il massimo, possibile di modifiche al “Rosatellum”: una che mischia, come spesso accade in italia, il peggio del maggioritario col peggio del proporzionale per consegnare, proprio come ai tempi del “Porcellum”, la nomina di quasi l’80% degli eletti alle segreterie di partito tenendo alla larga formazioni nuove che non “godono” di esenzioni ma “solo” di opinioni e, molto probabilmente, anche chi vota. I quattro referendum elettorali offrono la possibilità di ridurre le discriminazioni di un sistema elettorale che non dà a chi vota la libertà di scegliere chi votare, che mantiene irragionevoli ostacoli alla partecipazione di nuovi soggetti elettorali e che compromette la rappresentatività del Parlamento - più via maestra di così! Per implicita ammissione di chi partecipa, la raccolta firme contro l’autonomia differenziata è una sorta di prova generale anzi, avendo frequentato i teatri d'opera in gioventù direi più una “Antepiano” (in costume con solisti e coro ma senza orchestra), per costruire un campo extra-large che possa sconfiggere il centro destra. Fair enough. Però, visto che si prevedono mobilitazioni tavolinare estive, perché non cimentarsi anche nella raccolta firme contro questa legge elettorale in modo da arricchire le proposte riformatrici che potrebbero essere votate alla primavera del 2025. Passato il vaglio della Consulta c'è poi da superare il quorum no? In questi giorni dovrebbe essere sulla scrivania della presidente della Consiglio il decreto che finalmente istituisce la piattaforma pubblica per la sottoscrizione online di proposte di legge d’iniziativa popolare e referendum, la semplicità e grauitità di questo nuovo strumento potrebbe fare la differenza consentendo una partecipazione popolare di massa nelle prossime settimane e assicurare un 2025 pienamente referendario. Non cogliere qesta opportunità da parte del “fronte popolare” italiano lo farebbe caratterizzare per iniziative “contro” e non “per” riducendo, tra le altre cose, ipotecando seriamente le possibilità di successo della prima campagna di ampliamento del campo largo - per vincere un referendum occorre scomodare 24 milioni di persone che di questi tempi, anche per via del Rosatellum (che a parole quasi tutti dicono di voler cambiare), non paiono particolarmente attratte dalle urne. In attesa che i partiti si accorgano del poker di ritagli della legge elettorale, e/o reagiscano, i quattro quesiti possono essere approfonditi sul sito del Comitato Io Voglio Scegliere e firmati online comodamente al fresco. https://www.huffingtonpost.it/

venerdì 14 giugno 2024

Nulla di ciò che ci sta a cuore sarà possibile se non finisce il ventennio

 

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Nulla di ciò che ci sta a cuore sarà possibile se non finisce il ventennio

L’ufficio stampa del Comitato Referendario per la Rappresentanza ha diffuso una nota, in vista dell’apertura, domani sabato 15 giugno 2024, della raccolta di firme sui quattro quesiti di un referendum popolare parzialmente abrogativo dell’odiosa...

martedì 4 giugno 2024

Iovoglioscegliere


Per smantellare il Rosatellum ci serve l'aiuto di ciascuno di Voi!
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Il primo passo è affermare il diritto di scelta TRA i candidati e cancellare l'obbrobrio che permette lo slittamento del voto da un partito ad altro; poi bisognerà approvare una legge che regoli le funzioni dei partiti garantendo la partecipazione attiva degli iscritti nella definizione dei programmi e nella selezione dei candidati.
Firmate e sostenete i referendum
 
Parlamentari inadeguati producono candidati inadeguati
Chi sono i parlamentari/candidati inadeguati?
Sono, per esempio, coloro che diffondono sciocchezze che, come tutti sanno, non servono a risolvere i problemi o semplicemente a comprendere la realtà in cui siamo immersi.
È, per esempio, il caso del nominato senatore Claudio Borghi: "È la Festa della Repubblica Italiana e si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il Presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”.
Gli fa eco il candidato Roberto Vannacci: "La sovranità è nazionale e non si cede. È un principio esistenziale e imprescindibile di ogni nazione" e aggiunge: "Uno Stato si fonda su tre principi: territorio, popolo e sovranità. Se togliamo uno di questi tre elementi azzeriamo il concetto stesso di Stato."
Evidentemente i due si riferiscono a una Repubblica che non è quella prevista dalla Costituzione italiana, quindi non si capisce quale sarebbe il presidente della repubblica che si dovrebbe dimettere ...
Di che cianciano?
L'art. 11 della Costituzione prevede esplicitamente che l'Italia "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
È la Costituzione stessa che prevede la possibilità di limitare la sovranità per assicurare pace e giustizia.
All'art. 117 la Costituzione prevede che lo Stato e le Regioni devono legiferare "nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali".
La limitazione della potestà legislativa, in ossequio all'ordinamento comunitario e agli accordi internazionali, è una oggettiva limitazione di sovranità.
L'insieme di queste previsioni disegna una condivisione della sovranità, definendo le sfere di azione di ciascun soggetto che detiene una parte di sovranità. D'altra parte è il principio affermato in Costituzione sin dall'articolo 1: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
Quindi, anche la sovranità del popolo ha dei limiti.
Forse il duo Borghi-Vannacci rimpiange la monarchia assoluta e ne hanno il diritto, ma alla loro età dovrebbero comprendere che per esprimere un'opinione non basta mettere in fila delle parole dal senso compiuto. Esprimere opinioni richiede capacità di pensiero, analisi ed elaborazione critica di cui nelle loro parole non c'è traccia alcuna.
Di che farfuglia allora il duo Borghi-Vannacci?
Per ridurre i rischi di questo svilimento del dibattito pubblico, serve trasparenza, partecipazione e democrazia nella selezione dei candidati ed è necessario poter scegliere tra i candidati, scelta che non è possibile con l'attuale legge per le elezioni nazionali.
Sostieni i referendum di #iovoglioscegliere per affermare la libertà di voto e con essa il pieno diritto di voto che le attuali leggi comprimono.

Sergio Bagnasco spiega i quesiti del referendum io voglio scegliere

https://www.facebook.com/profile.php?id=61558308164893&__cft__[0]=AZXK5i3DxP_9NXoP5EocDFJ-7QerljgVqD8n4MDNhmKjppyYJW-TpbESFj361X7Gfn5znKkPf3QBU-GT6M8h05sAlIcFtBL5qj-8SaQ8dmomnGlKeXFuOOnF1H0dg_rufZuGncJtrAAv1vn7pbR-21juMrw_-iayrb-ruLFjMHH1WZ_05qCFRnMgC0QUB14FqFfRN-nYoIwHzQnhDq4T624FXqxdbhIKEBSz-VD6vZzrSBMMVcoeRwDUVqni7KL83sA&__cft__[1]=AZWyFPnpw2kVFuiJLvySY59aPvfRv2XXF-4DhBnfcDpWevBkN8C4_AOXvaiPVzKlXnXACY_z5zyLTQ8do9N3DwzPaiwPSXTUjIsIxRkqEtU-H679ySDoHeCUhEF_zsU65uQmeQ1ODwLZL3OfhMEJqZDLi9sYErU7SxyfFPZ4A5o7MeMnZxC6WyZieL2q7BY0RpENNvjEqOukP1VZX9oGlTt-k88oPonP8vcOaVjjI4-mJQ&__tn__=-]H-R 

Un referendum per ridare centralità al Parlamento e il potere ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti

 

 
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Un referendum per ridare centralità al Parlamento e il potere ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti !

3 Giugno 2024 di Nella Toscano – Componente comitato promotore “Iovoglioscegliere” Attualità, Politica Ieri mentre passeggiavo con il mio cagnolino ho visto da lontano un uomo che camminava a fatica e spingeva un carrello...

www.iovoglioscegliere.it

giovedì 30 maggio 2024

Violenza istituzionale

 

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Violenza istituzionale

Sergio Bagnasco · Violenza istituzionale La violenza istituzionale è la più temibile forma di violenza perché si ammanta di legalità e ci rende più indifesi. Nel centenario dell’ultimo discorso di Matteotti in Parlamento sfugge...

Segre:”Dire che Israele commette un genocidio è una bestemmia!”

 

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Segre:”Dire che Israele commette un genocidio è una bestemmia!”

ung Italia – Psicologia Complessa · 🌺 Il grande insegnamento psicologico e umanitario di LILI*ANE SEG*RE: come diventare vecchi senza essere saggi. In epoca psicopandemica tale signora esordiva – sulla base di informazioni pseudo-scientifiche,...

giovedì 16 maggio 2024

Ecco il sito di "io Voglio Scegliere"

 


🌍 È online il sito ufficiale della nostra campagna!
Qui potrete trovare tutte le info complete e aggiornate su:
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martedì 7 maggio 2024

Corruttori e corrotti

 

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Corruttori e corrotti

Il consenso in Italia spesso è stato comprato con metodi clientelari, trasformando i diritti in favori o comprando il voto. Il popolo degli indignati cresce, ma che fa? Esprime disprezzo per i concittadini che...

Non si può continuare a morire di lavoro, Basta davvero!

 

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Non si può continuare a morire di lavoro, Basta davvero!

In questo Paese al collasso si continua a morire e, purtroppo, le vittime sono sempre i lavoratori più fragili, non tutelati e nelle mani di chi pensa solo al profitto, che è la vera...

mercoledì 1 maggio 2024

Il 1* maggio festa del lavoro

 Il 1° maggio è la data simbolo delle lotte operaie per la conquista di importanti diritti
Anche per il diritto di voto e per il suffragio universale tante persone hanno lottato e pagato con la vita.
Perché ci lasciamo privare del diritto di scegliere i nostri rappresentanti parlamentari?
#NoRosatellum
#iovoglioscegliere








martedì 23 aprile 2024

L’Autonomia Differenziata del leghista Calderoli aiuta il Nord e affossa il Sud. Sono stati PD e partiti di centrosinitra ad aprire la strada a questa follia con la modifica del Titolo V della Costituzione



da Nella Toscano
di Rete NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA
riceviamo e pubblichiamo

Ci piacerebbe capire cosa ne pensano i meridionali e i siciliani che votano Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e, in generale, i partiti che hanno agevolato la genesi dell’Autonomia Differenziata

 

Il disegno di legge sull’Autonomia Differenziata, ennesima porcata dagli effetti devastanti proposta dall’ineffabile Ministro Roberto Calderoli, è stata resa possibile dalla improvvida modifica del Titolo V della Costituzione del 2001 (foto sopra tratta da scenarieconomici.it), voluta dal centrosinistra, che non l’ha mai rinnegata e, addirittura, lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ancora nel 2020, la considerava come “un coerente sviluppo dei principi costituzionali”. Detto questo, appare evidente, quindi, che il disegno di legge Calderoli “non è una riforma, ma un provvedimento che disciplina l’attuazione di alcune norme costituzionali introdotte nel 2001 con la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione” (Sergio Bagnasco). E’ da ricercare, infatti, nel riformato art. 117 della Costituzione, con il quale si è inserita la materia “energia” tra le materie concorrenti per le quali “spetta alle Regioni la potestà legislativa” ed è, altresì, nel riformato art. 116 Cost. che prevede su queste materie la legislazione concorrente tra le Regioni che possono chiedere ulteriori forme di autonomia”. E’ evidente, quindi, che il disegno di legge Calderoli è conseguente alla detta riforma del titolo V della Costituzione, di cui il centrosinistra porta tutta la responsabilità!

Le responsabilità del PD e di tutto il centrosinistra che, con la modifica del Titolo V della Costituzione, hanno aperto la strada all’Autonomia differenziata

Il PD e tutto il centrosinistra oggi sono contrari al disegno di legge Calderoli, evidentemente immemori delle loro responsabilità per avere aperto un’autostrada all’Autonomia Differenziata. Sarebbe auspicabile, quindi, una analisi approfondita e una assunzione di responsabilità per l’inopportuna e sbagliatissima modifica del Titolo V della Costituzione da parte dei suoi promotori: un errore a cui andrebbe posto rimedio subito, se davvero si volesse risolvere il problema delle Autonomie Differenziate. Invece, su questo punto vi è silenzio assoluto! Autonomia Differenziata e legge elettorale, sia nazionale che regionale e comunale sono la polpetta avvelenata di una politica riformatrice incapace di pensare al bene del Paese, ma solo agli interessi di parte. Pensare solo all’abrogazione dei provvedimenti voluti da Calderoli e non alle improvvide riforme del titolo V non fa ben sperare per una soluzione alla radice e definitiva di tutti i problemi derivanti dai pasticciati provvedimenti contenuti nel suo DDL, che violano svariati principi costituzionali, etici, di ragionevolezza ed in primis l’abolizione del Fondo di perequazione in violazione dell’art.119 comma terzo della Costituzione, addirittura in mancanza di alcun’altra copertura finanziaria.

Perché aumenterà il divario tra Nord e Sud

Non vi è dubbio che il disegno di legge di attuazione dell’Autonomia Differenziata avrà effetti negativi sulla coesione territorale e sulle aree svantaggiate del Paese. Il motivo principale risiede nello strumento scelto dal disegno di legge per finanziare l’Autonomia Differenziata, con il quale si prevede il mantenimento dei tributi maturati nel proprio territorio dalle singole Regioni. Tale modalità comporterà, di conseguenza, una riduzione delle entrate nel bilancio dello Stato, che avrà, quindi, meno risorse da destinare allo sviluppo economico e per la coesione sociale delle aree svantaggiate del Mezzogiorno e delle Isole. Nel Disegno di Legge Calderoli non è previsto nemmeno un Fondo perequativo nazionale a beneficio dei territori con minore capacità fiscale, benché imposto dall’art. 119 della Costituzione. Questo determinerà inevitabilmente un aumento dei divari tra il Nord e il Sud del Paese con conseguenti danni per le aree più svantaggiate, che farà venire meno la coesione sociale e territoriale dell’Italia.

Perché con l’Autonomia Differenziata andrà a farsi benedire l’unità nazionale

Altra nota dolente di detto Disegno di legge è la disparità di trattamento tra le Regioni firmatarie delle intese e quelle che non l’hanno sottoscritto, grazie al combinato disposto degli art. 3,5 e 8 dello stesso Disegno di legge. Infatti, in base a questi ultimi, le Regioni firmatarie delle intese potranno definire i loro LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) con cadenza annuale, aumentarne il valore, modificarli e inserire nuovi LEP mentre le Regioni del Sud, dopo i 24 mesi iniziali, dovranno attendere almeno altri tre anni e non prima del Marzo-Aprile 2029 potranno vedersi riconosciuto l’adeguamento dei LEP, ovviemente in presenza di risorse finanziarie, cosa per nulla scontata. Il disegno di legge Calderoli è la fine di ogni principio di solidarietà tra le Regioni più ricche e quelle più disagiate e, di conseguenza, la fine certificata dell’Unità nazionale. Tra le fantasiose trovate di Calderoli non può passare inosservata l’istituzione delle autonomie a tempo: una di quelle cose che non esitono in nessun’altro Paese al mondo e che definire dalle conseguenze devastanti è poco! E poi ancora la possibilità che ogni Regione ha di trattare direttamente e singolarmente con il Presidente del Consiglio le proprie politiche economiche, con la conseguenza che ogni Regione può chiedere politiche diverse rispetto alle altre e lo Stato, o meglio il PC si ritroverebbe a dover gestire tutte queste diversità, con le conseguenze che possiamo ben immaginare. Un guazzabuglio così poteva venire fuori solo da una mente perversa, intrisa di egoismo e ignoranza.

 

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