Come molti sanno e come si sta disvelando sempre più, in
occidente la democrazia rappresentativa è in parte una fictio dietro cui si
cela una competizione
tra ristrette élite per conquistare il governo della
società.
Così scrive Gustavo Zagrebelsky, uno dei migliori
Costituzionalisti:
“La democrazia, nella versione rappresentativa che conosciamo,
è una classe politica, scelta attraverso elezioni, che immettono nelle
istituzioni istanze della società per trasformarle in leggi. E’ dunque,
nell’essenziale, un sistema di trasmissione e trasformazione di domande
che si
attua attraverso una sostituzione dei molti con pochi: una classe politica al
posto della società. Qui, piaccia o no, c’è la radice inestirpabile del
carattere oligarchico della democrazia rappresentativa, carattere che perlopiù
viene occultato in rituali democratici ma che talora non ci si trattiene
dall’esibire sfrontatatmente. Ma al di là di ipocrisia ed arroganza, ciò che è
decisivo è il rapporto tra questa oligarchia e la società (…). La classe
politica pesca dalla società le istanze ch’essa vuole rappresentare per
ottenere i consensi necessari a mantenere o migliorare le proprie posizioni,
secondo la legge ferrea dell’autoconservazione delle élite.”
C’è da dire che oggi con l’avvento di Renzi nel nostro Paese
il rapporto tra oligarchia e società si è annullato del tutto, non solo per effetto
della legge elettorale incostituzionale, che ha di fatto consentito a poche
persone di scegliersi i candidati di comodo all’interno di una ristrettissima
élite, ma addirittura, per l’avvento al potere di una persona mai eletta e che
oggi si trova da solo al comando, circondato da amici
fidatissimi, anch’essi
facenti parte di una sua ristrettissima cerchia di élite.
Tutto questo è esibito in modo sfacciato, e ci tocca
prendere altresì atto che questa classe politica non tiene più in alcun conto
ciò che pensano e vogliono i cittadini.
Il governo procede lungo la sua strada senza fermarsi, una
strada tracciata in altri luoghi (?),
fuori dal Parlamento e in compagnia di
personaggi occulti, ma anche di personaggi visibilissimi condannati ed
inquisiti, senza minimamente tener conto delle proteste e del dissenso
crescente tra i cittadini più consapevoli.
Qui, a mio parere, non siamo più di fronte ad una fictio
della democrazia, ma ad una
trasformazione della democrazia, come dimostra il fatto che il primo dei
problemi di questo governo è stato ed è lo stravolgimento della Costituzione e
degli organi Costituzionali.
Si stanno cancellando tutte le regole democratiche e quel
che è più grave è che si sta attuando
questo disegno ad opera di un governo e di un Presidente del consiglio non
eletto dai cittadini e che quindi non ha mai ricevuto mandato di procedere alle
modifiche costituzionali.
Tutto questo è gravissimo, non c’è alcun dubbio, così com’è
grave che in Parlamento nessuno, dico nessuno ha avuto ed ha la capacità di
ribellarsi a questo scempio.
Certo viviamo in un’epoca in cui l’individualismo ha avuto
il sopravvento e quindi sappiamo bene che chi vuole mantenere il proprio posto
in Parlamento deve sottostare ai diktat
di un Premier senza scrupoli. Gli interessi individuali non coincidono però con quelli dei cittadini.
Se questo è vero, viene da chiedersi: perché i cittadini che
non condividono rimangono a guardare?
Perché non attivarsi tutti per cercare di cambiare?
Al punto in cui siamo è, però, illusorio pensare di cambiare
questi partiti.
E’,infatti, illusorio
pensare di sradicare queste oligarchie rimanendo dentro questi partiti ed è
altrettanto illusorio continuare a pensare ed a
rimanere chiusi nelle vecchie categorie di pensiero.
Sono convinta che così facendo non si fa altro che
continuare a mantenere in piedi questo sistema corrotto e radicato.
Che fare allora per cercare di arginare questa disfatta,
questo pensiero unico dominante?
Io penso, e non da ora, che l’unica strada da percorrere è
quella di costruire dalla base un nuovo soggetto politico. Bisogna cominciare
dalle fondamenta, stando bene attenti a non utilizzare materiale riciclato,
perché se così non fosse non si farebbe altro che spianare la strada a vecchie
oligarchie sempre in agguato, vedi la lega in salsa siciliana.
Per farlo - non mi stancherò mai di dirlo - occorrerebbe
anche che i vecchi compagni abbandonassero le loro logore postazioni, per dare una mano a
salvare il Paese, almeno a provare.
In natura niente rimane uguale, tutto si trasforma e questo,
penso, dovrebbe valere soprattutto in politica.
Nella Toscano
Nessun commento:
Posta un commento