https://www.facebook.com/notes/nella-toscano/la-democrazia-%C3%A8-fatica-/454583579970
Che nel nostro Paese c’è un deficit di democrazia in maniera
esponenziale è sotto gli occhi di tutti: non lo vede solo chi non vuol vedere.
A darcene una prova tangibile e drammatica è prima di tutto
questo governo di tecnici, che di tecnico ha davvero molto poco e direi anche
per le competenze che non appaiono all’altezza di luminari della tecnicità.
La manifesta
avversità non solo al confronto con le parti sociali, ma anche a riconoscere il
Parlamento come luogo deputato alla formazione delle leggi, organo supremo e
luogo naturale per dibattere ed assumere le decisioni in autonomia, così come
previsto dalla Costituzione, è molto grave e denota un deficit di democrazia elevato all’ennesima
potenza.
La democrazia è fatica e non è semplificando ed eliminando
gli ostacoli e le avversità che si possono risolvere i problemi in uno stato
che si dice democratico, ma confrontandosi nei luoghi e nei modi dovuti nel rispetto delle regole
democratiche che ci siamo dati.
Si parla tanto di democrazia, ma spesso si disconoscono
quali sono le regole che attengono uno stato che si dice democratico nel vero
senso della parola.
Io penso che per dirsi veramente democratici bisogna darsi
delle regole e poi rispettarle e farle rispettare. Come sappiamo la nostra
bussola è la Costituzione dove sono contenute tutti i principi, i valori, i
diritti ed i doveri a cui ogni cittadino Italiano si deve attenere, o meglio si
dovrebbe attenere.
Regole, diritti e doveri che ogni giorno
vediamo sempre più calpestati non solo dai politici, ma anche da moltissimi
cittadini a tutti i livelli, con il risultato che a pagare sono sempre coloro
che invece queste regole le rispettano e le vogliono rispettare.
Guardando report di domenica scorsa qualsiasi cittadino/a ha potuto farsi un’idea del grado
di immoralità che ha travolto il Paese, di come sia stato abolito
in un colpo solo il diritto alla pensione dopo anni di lavoro, di come
il lavoro sia concentrato nelle mani di pochi, a cui è consentito assumere incarichi plurimi strapagati
senza svolgere nemmeno uno dei compiti inerenti i vari incarichi, della
strafottenza dimostrata di fronte al grido di dolore dei 350.000 pensionanti
che si vedono negato il diritto alla ricongiunzione dei contributi versati per le
stratosferiche cifre che vengono richieste per questo obiettivo, che un
lavoratore forse non ha guadagnato nemmeno in tutta la sua vita
lavorativa. Per non parlare
dell’Imu agli ospiti delle case di riposo e di quella che tutti
i cittadini saremo costretti a pagare.
La giustizia che non funziona e che non è uguale per tutti,
come dimostra anche l’ultima
scarcerazione di un imputato eccellente perché non poteva mangiare fave e
piselli.
Ebbene un poveraccio sarebbe rimasto in cella a pane e acqua mentre questo signore se ne sta a
casa sua perchè a chi doveva decidere non è venuto in mente che poteva
cambiargli il menù, bell’esempio di Giustizia davvero!!
Un Paese così disastrato non può più definirsi democratico, neppure fondato sul
lavoro, la giustizia è
diseguale, così come sono diseguali le pensioni, gli stipendi, il lavoro, gli
incarichi e tutto il resto.
Ci si domanda come sia potuto accadere tutto questo.
Io penso che tutto questo è potuto accadere perché sono
saltate le regole e penso anche che in questo ognuno di noi porta la sua
razione di colpa.
Siamo colpevoli perché abbiamo voluto sotterrare la fatica
della democrazia, perché è più comodo fare come fan tutti senza porci
problemi,alle regole preferiamo l’anarchia totale
perché è più comodo e così piano piano le abbiamo di fatto cancellate
tutte. Libertà,
uguaglianza e fraternità sono scomparse dal nostro vocabolario e dal nostro
sentire e così siamo di fatto
arrivati al disastro di oggi.
La democrazia è oggi solo come un ricordo incompiuto e forse
sarà del tutto sotterrata chissà per quanti anni a venire.
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