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venerdì 30 marzo 2012
Un Paese in Fiamme
UN PAESE IN FIAMME
VIA DI FUGA
di Furio Colombo
Qualcuno ha sbagliato qualcosa se c’è chi si dà fuoco per le strade. Dico subito che non sto parlando di politica, sto parlando di vita e di morte in un Paese, l’Italia, in cui anche in tempi di tragedia sono sempre passate tra la gente due frasi-talismano: “La speranza è l’ultima a morire” e “Finché c’è vita c’è speranza”. Guardi le immagini dal Tibet e ti rendi conto che il monaco in fiamme lancia la testimonianza del suo immolarsi come un tremendo messaggio. Lui brucerà, ma ci sarà un Tibet libero.
Il fatto, però, si fa cupo e tremendo quando le fiamme non sono testimonianza, non sono protesta, non sono, nel modoestremo del monaco tibetano, denuncia, ma anche speranza. Sono la via di fuga. Se qualcuno (anche uno solo, ma ormai sono parecchi di più) all’improvviso , nel mezzo della sua giornata, della sua vita, del suo lavoro, della sua famiglia (“Amore mio”, comincia così una delle lettere d’addio dell’uomo che si è dato fuoco a Bologna) cerca scampo tra le fiamme, un Paese deve esigere di sapere che cosa ci sta accadendo.
Non ce lo dirà la politica, intesa come manovra quotidiana, o il governo in quanto artefice di decisioni dure e difficili e discutibili. Ma qualcosa, nell’intrico dei media e delle teste parlanti, ci impedisce di vedere che la solitudine, la persuasione che cresce e che dice che nessuno ti aiuterà, sta diventando una infezione. Vuol dire che se non muori fisicamente, “ti uccidi” come cittadino. Dal momento che tutti diffidano di te, ti abbandonano, ti spingono via e non vogliono saperne del tuo lavoro, meglio stare alla larga (vedi il 50 per cento di astensioni che gli esperti prevedono).
Il fatto è che nei quadri di numeri e spread non ci sono persone. Cominciano a esserci fantasmi di gente che non ce la fa, perché è del tutto esclusa. Bisogna ricominciare, in modo cauto, paziente, tollerante, dalle persone. Oltre un certo dolore, neanche un buon governo può governare.
martedì 27 marzo 2012
La Democrazia è Fatica !
https://www.facebook.com/notes/nella-toscano/la-democrazia-%C3%A8-fatica-/454583579970
Che nel nostro Paese c’è un deficit di democrazia in maniera
esponenziale è sotto gli occhi di tutti: non lo vede solo chi non vuol vedere.
A darcene una prova tangibile e drammatica è prima di tutto
questo governo di tecnici, che di tecnico ha davvero molto poco e direi anche
per le competenze che non appaiono all’altezza di luminari della tecnicità.
La manifesta
avversità non solo al confronto con le parti sociali, ma anche a riconoscere il
Parlamento come luogo deputato alla formazione delle leggi, organo supremo e
luogo naturale per dibattere ed assumere le decisioni in autonomia, così come
previsto dalla Costituzione, è molto grave e denota un deficit di democrazia elevato all’ennesima
potenza.
La democrazia è fatica e non è semplificando ed eliminando
gli ostacoli e le avversità che si possono risolvere i problemi in uno stato
che si dice democratico, ma confrontandosi nei luoghi e nei modi dovuti nel rispetto delle regole
democratiche che ci siamo dati.
Si parla tanto di democrazia, ma spesso si disconoscono
quali sono le regole che attengono uno stato che si dice democratico nel vero
senso della parola.
Io penso che per dirsi veramente democratici bisogna darsi
delle regole e poi rispettarle e farle rispettare. Come sappiamo la nostra
bussola è la Costituzione dove sono contenute tutti i principi, i valori, i
diritti ed i doveri a cui ogni cittadino Italiano si deve attenere, o meglio si
dovrebbe attenere.
Regole, diritti e doveri che ogni giorno
vediamo sempre più calpestati non solo dai politici, ma anche da moltissimi
cittadini a tutti i livelli, con il risultato che a pagare sono sempre coloro
che invece queste regole le rispettano e le vogliono rispettare.
Guardando report di domenica scorsa qualsiasi cittadino/a ha potuto farsi un’idea del grado
di immoralità che ha travolto il Paese, di come sia stato abolito
in un colpo solo il diritto alla pensione dopo anni di lavoro, di come
il lavoro sia concentrato nelle mani di pochi, a cui è consentito assumere incarichi plurimi strapagati
senza svolgere nemmeno uno dei compiti inerenti i vari incarichi, della
strafottenza dimostrata di fronte al grido di dolore dei 350.000 pensionanti
che si vedono negato il diritto alla ricongiunzione dei contributi versati per le
stratosferiche cifre che vengono richieste per questo obiettivo, che un
lavoratore forse non ha guadagnato nemmeno in tutta la sua vita
lavorativa. Per non parlare
dell’Imu agli ospiti delle case di riposo e di quella che tutti
i cittadini saremo costretti a pagare.
La giustizia che non funziona e che non è uguale per tutti,
come dimostra anche l’ultima
scarcerazione di un imputato eccellente perché non poteva mangiare fave e
piselli.
Ebbene un poveraccio sarebbe rimasto in cella a pane e acqua mentre questo signore se ne sta a
casa sua perchè a chi doveva decidere non è venuto in mente che poteva
cambiargli il menù, bell’esempio di Giustizia davvero!!
Un Paese così disastrato non può più definirsi democratico, neppure fondato sul
lavoro, la giustizia è
diseguale, così come sono diseguali le pensioni, gli stipendi, il lavoro, gli
incarichi e tutto il resto.
Ci si domanda come sia potuto accadere tutto questo.
Io penso che tutto questo è potuto accadere perché sono
saltate le regole e penso anche che in questo ognuno di noi porta la sua
razione di colpa.
Siamo colpevoli perché abbiamo voluto sotterrare la fatica
della democrazia, perché è più comodo fare come fan tutti senza porci
problemi,alle regole preferiamo l’anarchia totale
perché è più comodo e così piano piano le abbiamo di fatto cancellate
tutte. Libertà,
uguaglianza e fraternità sono scomparse dal nostro vocabolario e dal nostro
sentire e così siamo di fatto
arrivati al disastro di oggi.
La democrazia è oggi solo come un ricordo incompiuto e forse
sarà del tutto sotterrata chissà per quanti anni a venire.
giovedì 22 marzo 2012
domenica 11 marzo 2012
A Proposito di quote rosa!
https://www.facebook.com/notes/nella-toscano/a-proposito-di-quote-rosa/446368434970
Un'amica della rete delle reti mi ha chiesto di aderire alla loro proposta per chiedere ai partiti il rispetto delle quote 50% nelle liste elettorali.Evidentemente non ha mai avuto modo di leggere tutto quello che scrivo, sia sul mio blog, che su fb e magari non conosce il mio percorso politico. Mi sembra opportuno quindi chiarire quale è la mia posizione in merito a ciò.
Da tempo mi sono allontanata dai partiti verso cui non nutro più nessuna fiducia e conseguentemente a loro non mi rivolgerò per chiedere niente. So già che tutto sarebbe inutile:conoscono buona parte dei loro rappresentanti di quella che impropriamente continuaiamo a chiamare sinistra e quindi mi pare del tutto inutile insistere.
Per quanto riguarda la questione delle quote voglio ribadire: da tempo ho abbandonato questa idea , perchè non ci credo e non condivido e perchè, soprattutto in questo momento, penso non sia questo il problema. Per me il problema vero è trovare uomini e donne all'altezza delle terribili sfide che abbiamo davanti e, certamente, non mi impicco se in lista ci saranno più uomini o se viceversa ci saranno più donne. Per me il problema più grosso è quello di trovare persone che abbiano competenze, capacità e passione. Sono sicura che ci sono molte donne con queste caratteristiche ed altresì della necessità di una adeguata e paritaria rappresentanza delle donne. Il preblema però e che le donne, buona parte di esse non vogliono impegnarsi abbastanza per emergere e soprattutto stentano ad essere solidali tra loro. Io penso che per risolvere questo problema la prima cosa da fare è impegnarsi e lavorare sodo e smetterla di una volta per tutte di fermarci alle rivendicazioni di genere, perchè così non si va da nessuna parte. E' arrivato il tempo per le donne di liberarsi di questo e di fare un salto di qualità per porsi al pari degli uomini nella vita politica del Paese. Noi con il treno delle donne in difesa della Costituzione ci stiamo provando, abbiamo già un progetto, abbiamo già lanciato sfide come quella di SDebitiamoci e già i riconoscimenti da parte di personalità di rilievo, del mondo della cultura, dell'economia, del giornalismo e della magistratura ci stanno arrivando. Questo non può che confermare la giustezza del percorso intrapreso.
Non si può continuare a pensare e ad agire come nei primi anni 70. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passatata tanta ed ora è necessario un cambiamento a 360°. E' ormai arrivato il tempo di mettere in atto quella necessaria rivoluzione che noi della "Rete delle Donne Sciliane x la Rivoluazione Gentile" abbiamo lanciato da molto tempo con Il Treno delle Donne in Didesa della Costituzione. Chi ci crede può unirsi a noi e se saremo in tante potremo davvero cominciare a sperare di cambiare l'Italia!
Un abbraccio
Nella
Un'amica della rete delle reti mi ha chiesto di aderire alla loro proposta per chiedere ai partiti il rispetto delle quote 50% nelle liste elettorali.Evidentemente non ha mai avuto modo di leggere tutto quello che scrivo, sia sul mio blog, che su fb e magari non conosce il mio percorso politico. Mi sembra opportuno quindi chiarire quale è la mia posizione in merito a ciò.
Da tempo mi sono allontanata dai partiti verso cui non nutro più nessuna fiducia e conseguentemente a loro non mi rivolgerò per chiedere niente. So già che tutto sarebbe inutile:conoscono buona parte dei loro rappresentanti di quella che impropriamente continuaiamo a chiamare sinistra e quindi mi pare del tutto inutile insistere.
Per quanto riguarda la questione delle quote voglio ribadire: da tempo ho abbandonato questa idea , perchè non ci credo e non condivido e perchè, soprattutto in questo momento, penso non sia questo il problema. Per me il problema vero è trovare uomini e donne all'altezza delle terribili sfide che abbiamo davanti e, certamente, non mi impicco se in lista ci saranno più uomini o se viceversa ci saranno più donne. Per me il problema più grosso è quello di trovare persone che abbiano competenze, capacità e passione. Sono sicura che ci sono molte donne con queste caratteristiche ed altresì della necessità di una adeguata e paritaria rappresentanza delle donne. Il preblema però e che le donne, buona parte di esse non vogliono impegnarsi abbastanza per emergere e soprattutto stentano ad essere solidali tra loro. Io penso che per risolvere questo problema la prima cosa da fare è impegnarsi e lavorare sodo e smetterla di una volta per tutte di fermarci alle rivendicazioni di genere, perchè così non si va da nessuna parte. E' arrivato il tempo per le donne di liberarsi di questo e di fare un salto di qualità per porsi al pari degli uomini nella vita politica del Paese. Noi con il treno delle donne in difesa della Costituzione ci stiamo provando, abbiamo già un progetto, abbiamo già lanciato sfide come quella di SDebitiamoci e già i riconoscimenti da parte di personalità di rilievo, del mondo della cultura, dell'economia, del giornalismo e della magistratura ci stanno arrivando. Questo non può che confermare la giustezza del percorso intrapreso.
Non si può continuare a pensare e ad agire come nei primi anni 70. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passatata tanta ed ora è necessario un cambiamento a 360°. E' ormai arrivato il tempo di mettere in atto quella necessaria rivoluzione che noi della "Rete delle Donne Sciliane x la Rivoluazione Gentile" abbiamo lanciato da molto tempo con Il Treno delle Donne in Didesa della Costituzione. Chi ci crede può unirsi a noi e se saremo in tante potremo davvero cominciare a sperare di cambiare l'Italia!
Un abbraccio
Nella
giovedì 8 marzo 2012
domenica 4 marzo 2012
Le Annunciate Nuove Riforme Costituzionali.
https://www.facebook.com/notes/nella-toscano/le-nuove-riforme-costituzionali/443519199970 Ancora
una volta si torna a parlare di riforme Costituzionali. Come ci siamo
abituati a vedere accadere nel nostro Paese, per chi governa: tecnici e
non, il risultato dei referendum sono carta straccia.
Solo a sentire nominare di riforme che danno più potere al Presidente del Consiglio ed il consolidamento del governo si rishia di prendersi un infarto.
Non riesco nemmeno a pensare se per caso il governo di questo sfortunato Paese dovesse ricadere nelle mani di b. e della sua combriccola cosa potrebbe accadere.
Si prevede, come ho detto, il Potenziamento del ruolo del presidente del Consiglio e consolidamento del governo.
La fiducia al solo premier a maggioranza semplice. La sfiducia (solo costruttiva) dovrà essere data, invece, a maggioranza assoluta. Il presidente del Consiglio può chiedere al presidente della Repubblica la nomina e la revoca dei ministri e può chiedere il voto a data fissa dei provvedimenti del Governo e ha la facoltà di chiedere al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere. Si prevedono effetti semplificatori del voto di fiducia.
Se tutto questo dovesse passare ci troveremmo di fatto in una repubblica presidenziale, perchè il ruolo del Presidente della Repubblica, dando tutti questi poterei al premier ,di fatto sarebbe solo una farsa.
Io credo che ciascuno di noi non può rimanere inerte di fronte a questo ulteriore tentativo di stravolgere la nostra democrazia.
Prendere coscienza dello scempio che si preannuncia è necessario ed urgente, perchè se così non fosse dobbiamo avere chiaro che possiamo scordarci chissà per quanto tempo la libertà.
La cosa più grave è che un governo tecnico, chiamato a risolvere i problemi economici urgenti del Paese, si sta attivando per riscrivere la nostra Costituzione senza avere avuto nessuna delega da parte del popolo Italiano.
Il Treno delle donne in difesa della Costituzione si opporrà con forza per evitare che si compia questo ennesimo scempio!!!
La Costituzione iItaliana è di tutti e non si tocca e, soprattutto, senza il consenso delle donne che siamo sottorappresntate in Parlamento, seppura maggioranza nel Paese.
sabato 3 marzo 2012
venerdì 2 marzo 2012
Le primarie al veleno di Palermo!
A Palermo c’è già chi ipotizza come i veleni possano continuare anche
dopo il voto del 4 marzo: qualcuno tra gli sconfitti infatti potrebbe
comunque candidarsi sindaco. Un’ipotesi che decreterebbe il fallimento
definitivo delle primarie a Palermo. Ma che già da ora potrebbe avere
una motivazione facilmente prevedibile: a chiedere la candidatura
forzata dello sconfitto sarebbe ovviamente la società civile. Resta solo
da capire quante società civili esistano a Palermo.
C'è qualcuno che può dircelo???
C'è qualcuno che può dircelo???
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