martedì 31 gennaio 2012

Come iscriversi all'associazione IlTreno Delle Donne In Difesa della Costituzione

 Cari amici vi invito ad iscrivervi all’Associazione per continuare questo viaggio insieme a noi e per sostenerci nelle tante sfide che ci attendono. Abbiamo bisogno della collaborazione di tutte/i coloro che condividono i nostri obiettivi.
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Non sono ammessi tutti coloro che abbiano riportato condanne penali e/o indagati per reati connessi con la malavita organizzata, usura ecc …
La Presidente
Nella Toscano

lunedì 30 gennaio 2012

Scalfaro-Rodotà, dialogo sulla Costituzione "Se il Parlamento è vivo la democrazia e certa"

IL DOCUMENTO

Riproponiamo la trascrizione della videointervista su Costituzione, Parlamento e democrazia rilasciata da Oscar Luigi Scalfaro a Stefano Rodotà in occasione del Festival del Diritto edizione 2011, organizzato dalla Laterza a Piacenza dal 22 al 25 settembre 2011

RODOTÀ: Presidente, io parto da un dato di fatto non discutibile e cioè, se oggi c'è un vero testimone della storia della Repubblica sei tu. Non è un omaggio formale. Componente dell'Assemblea Costituente, membro del Governo, personalità importante del più grande partito italiano, la Democrazia Cristiana, Presidente della Camera, Presidente della Repubblica, difensore pubblico della Costituzione, così direi per la fase che si ebbe in occasione del referendum del 2006. E' una storia lunga, è una storia importante e forse vale la pena di cominciare proprio dall'inizio. Oggi tu come ricordi l'Assemblea Costituente, come l'hai vissuta?
SCALFARO: All'Assemblea Costituente arrivarono persone dalle più diverse provenienze, compreso qualcuno che non aveva una chiara visione della democrazia. Tu che hai avvicinato un'infinità di persone hai notato che chi ha fatto parte dell'Assemblea Costituente ha mantenuto nella carne viva il marchio della Costituzione?

RODOTÀ: Adesso le parti si sono invertite, rispondo io a questa domanda. Io ho incontrato varie persone, alcune mi hanno dato la sensazione che erano rimasti costituenti, cioè per essi la Costituzione non era un'impresa finita, era la loro storia e la storia della Repubblica. Ricordo solo tre di queste persone (poi ne aggiungerò una quarta): Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira e Lelio Basso. Loro avevano in sé la Costituzione e io da loro ho imparato molto, così come ho imparato molto da Kiki Mattei, una deputata del PC che - come mi raccontò Lelio Basso - nel momento in cui si dovette votare sul concordato, dovette votare a favore per disciplina di partito e piangeva. Cioè, ho trovato in molti il senso di partecipare a una grandissima impresa
SCALFARO: Noi avevamo, vorrei dire, quasi naturalmente per essere stati all'Assemblea Costituente il senso del Parlamento, della democrazia parlamentare. Se il Parlamento è vivo la democrazia è certa, se il Parlamento è povero o pezzente, come oggi, allora c'è da dubitare molto che ci sia democrazia.

RODOTÀ: Il raffronto tra i tempi della Costituente e oggi che è inevitabile. Quando accennavi all'altezza intellettuale, io credo che quella della Costituente sia stata anche una scuola per chi è stato.
SCALFARO: Io ricordo che queste erano le direttive della Democrazia Cristiana, cioè ascoltare tutti, in particolare quelli che sostengono tesi diverse dalle nostre. Ma io devo confessare che ho sempre ascoltato tutti con passione, con la voglia di capire. Sono nate per me delle amicizie in questo desiderio di capire che supera le diversità e si ritrova questo denominatore comune, democrazia uguale Parlamento vivo e vero.

RODOTÀ: Questo è già un giudizio su come si faceva politica negli anni successivi alla Costituente, nei lunghi anni della storia repubblicana, una storia difficile, e allora il tuo sentimento, il tuo ricordo di protagonista del maggiore partito italiano, qual è la tua opinione? Già hai dato un giudizio molto netto, però la storia, il grande partito della DC, in cui tu hai militato e sei stato esponente importante, Ministro della Repubblica, allora?
SCALFARO: La Democrazia Cristiana ebbe il culto del Parlamento. Il Parlamento come marchio di fabbrica di una democrazia, indice di quanto la democrazia è entrata dentro il paese, starei per dire di come la democrazia si è incarnata nelle persone. Questo fu un marchio che fu rafforzato nell'Assemblea Costituente in modo assolutamente eccezionale e trovò nella mia esperienza una conferma nel 2006, quando io inaspettatamente, con mia grande commozione, fui chiamato a presiedere a tutti i Comitati per la difesa della costituzione, tanti che certi non riuscimmo neanche a catalogarli. C'erano delle madri di famiglia che erano cape del loro fabbricato e servendosi di questo avevano fatto un comitato a difesa della Carta Costituzionale. Fu una cosa emozionantissima, nel 2006, cioè noi che registravamo tutti i Comitati ne abbiamo avuto qualche centinaio sfuggito al controllo, dove madri di famiglia, insegnanti delle elementari, direttrici didattiche, persone che si sono buttate per difendere questa Carta come cosa propria, come proprietà, come carne propria, come vita propria, formidabile.

RODOTÀ: Hai usato l'aggettivo giusto, formidabile, perché io credo che tu abbia avuto la fortuna o il destino di essere presente nei passaggi più significativi: l'Assemblea Costituente, il passaggio che io esito a definire dalla Prima alla Seconda Repubblica, ma certamente la gestione politico-istituzionale negli anni difficilissimi che cominciarono proprio nel 1992, e poi questa, che tu hai descritto così bene, ripresa dello spirito costituzionale nelle persone. Se posso usare una formula che non mi pare retorica, in quel momento la Costituzione ha incontrato il suo popolo, mentre un ceto politico se ne allontanava. Tu hai capeggiato, per il referendum che ha conservato la Costituzione nel 2006, questa ripresa dello spirito repubblicano costituzionale.
SCALFARO: E' stato per me intensamente commovente. Quel 2006, questo di vedere nascere lo stesso spirito che io avevo vissuto all'Assemblea Costituente, nato in persone che non erano al mondo allora, quindi starei per dire una trasmissione di generazione in generazione, di vita in vita, di carne in carne, perché c'è molto la partecipazione della persona umana, capace di pensare e di ricondursi ai principi essenziali per la vita della persona e per la vita delle comunità democratiche.

RODOTÀ: Hai detto due cose che mi paiono molto importanti: primo l'accenno agli insegnanti, alle direttrici didattiche, alla scuola, che dobbiamo avere al centro. E poi la parola persona. Io devo confessare che, all'inizio, io e altri della mia generazione consideravamo il termine "persona" nella Costituzione con distanza, senza valutare in tutta la sua importanza, come se che fosse solo l'esito di una sorta di negoziato e la persona era un po' consegnata alla parte democristiana. Passando il tempo abbiamo visto come la Costituzione italiana sia stata in questo senso anticipatrice e lungimirante per questa centralità della persona.
SCALFARO: Quando si dice c'è stato un grande mercato tra mondo cattolico e comunisti, si snatura tutto perché c'è stato un dialogo, ma quanto rispetto avevano i comunisti dei principi cristiani? Quanto rispetto avevano i cristiani dello schieramento lontano dalla fede in quanto tale, ma non lontano dai principi dei valori dell'uomo, dai principi dei valori della comunità?

RODOTÀ: Voglio ricordare un altro nostro colloquio, perché io ti chiesi qual era la tua opinione sul fatto che La Pira, che aveva proposto con un emendamento che la Costituzione si aprisse con la parole, In nome di Dio e del Popolo italiano si dà la presente Costituzione, io ti chiesi il tuo giudizio e tu avesti una frase lapidaria, "non si vota su Dio", e quindi tu sostenesti la opportunità del ritiro dell'emendamento.
SCALFARO: Io fui contrario dall'inizio, ma devo dire che da noi furono alquanto numerosi quelli che dissero no, assolutamente no. Ma io dico, se tu credi che c'è un essere al di sopra, lascialo tranquillo, rispettalo. Se tu non ci credi, lascialo due volte tranquillo. Cioè è un controsenso terribile questo. Infatti furono, con tutto il rispetto, persone di ali basse che sostennero queste tesi che sanno non di volo d'aquila, ma di volo di piccione nella Piazza del Duomo di Milano.

RODOTÀ: Però c'è un altro momento alto, questa volta che ti riguarda direttamente, proprio in questo rapporto tra la religione e la politica. Mi riferisco al tuo discorso quando ci fu la visita di Stato di Giovanni Paolo II. Io lo ritengo uno dei grandi discorsi sull'autonomia dello Stato e del rispetto della religione in sé, due cose che delle volte sembra oggi che non possano andare insieme.
SCALFARO: Dico una cosa che non è un segreto: un vescovo, che c'è ancora oggi e che è un uomo di degna statura, mi disse che il Segretario del Papa, dopo che io feci quell'intervento, disse a questo vescovo di non aver capito perché il Capo dello Stato avesse fatto quel discorso. E io dissi a quel vescovo: "Eccellenza, lo lasci tranquillo e non glielo spieghi".

RODOTÀ: In questo credo che sempre quello spirito costituente che tu hai evocato, il rispetto dell'altro, il dialogo malgrado le distanze che possano esserci, non sono forse più oggi la cifra e il segno della nostra vita civile.
SCALFARO: Non c'è alcun dubbio oggi si sono perse terribilmente, oggi guardare il Parlamento è una desolazione gravissima. Oggi purtroppo si può sostenere che la democrazia è defunta e defunta malamente.

RODOTÀ: Tu sei stato anche Ministro in un Ministero chiave, il Ministero degli Interni. Con l'occhio questa volta dell'uomo di governo, che cosa tu oggi ricorderesti, che valutazione faresti di questa esperienza?
SCALFARO: Devo dire che a fare il Ministro dell'Interno credendoci si impara anzitutto ad ascoltare gli altri e a tener conto degli altri, anzitutto soprattutto per quelli che sono più idonei a pensare che a parlare, e oggi c'è una scarsità enorme di questa popolazione, specie in Parlamento.

RODOTÀ: Nello stesso tempo però noi abbiamo quasi una situazione contraddittoria, cioè un ritorno della Costituzione nello spirito popolare. L'espressione è brutta ma si può dire che della gente comune si distingue sempre più da chi ha abbandonato i valori costituzionali, con una deriva anche della moralità pubblica e civile. Come contempli questa fase difficile per la moralità civile?
SCALFARO: Io ho avuto, di fronte a questa realtà che per me è deprimente, un aiuto enorme dai giovani e dai giovanissimi, i quali hanno mostrato una fede nella Carta Costituzionale, prodotta quando non erano neanche nati, che mi ha commosso intensamente. Non so piangere di fuori, ma di dentro ho pianto davvero.

RODOTÀ: E sullo stato della moralità pubblica?
SCALFARO: Oggi a questa impostazione segue una realtà desolante. Quando io leggo le cronache dei giornali, sembra che ogni giorno nascano a centinaia i nuovi profittatori, i nuovi ladri, le persone che nel momento in cui si avvicinano a un incarico, a una responsabilità, pensano per prima cosa a rubare, a tradire. Una cosa che fa spavento. La corruzione dilaga come una peste bubbonica.

RODOTÀ: Non potresti essere più chiaro. Voglio tornare però adesso su una tua grande decisione politica, che all'epoca fu discussa, e se ne discute ancora. Mi riferisco a quello che è stato chiamato, più o meno propriamente, il ribaltone, e che era invece - questo io lo dissi, tu lo sai - un modo profondo di rispettare la logica costituzionale.
SCALFARO: C'è un episodio che ho raccontato diverse volte, ma per me è storia vissuta e pagata. Il Presidente del Consiglio Berlusconi era venuto a consegnare la sua delega, quindi dando la sensazione che si rendeva conto che aveva finito il suo compito. Non ricordo se nella stessa seduta o poco dopo tornò e mi disse: "Presidente, ti chiedo tre cose: lo scioglimento del Parlamento, la crisi di governo e che questi passi li faccia io col mio governo". (Il quale si era dimesso pochi minuti prima). Io rimasi interdetto per un secondo, perché la persona mi aveva colpito la prima volta che mi aveva parlato di una cosa come se fosse stata vera e vera non era. Devo dire che per me negare la verità conosciuta vuol dire chiudere totalmente la possibilità di dialogo. Quindi mentre lui diceva, ti chiedo tre cose, mi fermai un momento e lui mi incalzò, ti ho chiesto tre cose, cosa mi rispondi? "Ti rispondo tre no" - gli dissi - "perché su questa Carta, che anche in questo momento mi è vicina, su questa Carta ho giurato fedeltà, se io facessi questo farei un passo in favore di una parte e contro un'altra, e andrei contro al mio giuramento. Ti rispondo tre no". Non mi sarà perdonato.

RODOTÀ: Sappiamo da chi...
SCALFARO: Ma non mi perdonerei mai se avessi risposto diversamente. Ringrazio Dio di avermi illuminato.

RODOTÀ: Chiudiamo con un saluto ai piacentini, e non solo, perché il festival del diritto richiama - è il quarto anno - dai posti più diversi, persone interessate e che oggi erano particolarmente in attesa di questa tua parola.
SCALFARO: Ringrazio Dio di questo incontro con te, che stimo tanto e amo profondamente. Sei un mio amico fino in fondo, ma poi in questo caso sei quello che mi porti a Piacenza, dove sarei venuto con gioia, ma la Provvidenza mi ha dato la voce per 92 anni e poi, vedendo come l'ho usata, me l'ha tolta ai 93. Ma vorrei comunque che vi giungesse la mia parola e il mio cuore, il cuore di chi crede nel Parlamento, nella democrazia, nella onestà delle persone della cosa pubblica, nella trasparenza di chi manipola e tocca i soldi dello Stato, di chi è disposto a lottare per distinguere la marmaglia di coloro che mettono le mani sulla cosa pubblica nel proprio interesse personale. Sono da estinguere. Grazie di cuore.
 
(29 gennaio 2012)

sabato 28 gennaio 2012

Il marasma primarie a Palermo!

Quello che sta avvenendo in questi giorni in Sicilia non è davvero uno spettacole edificante, sia che si guardi alla rivolta dei forconi, sia che si guardi soprattutto ai partiti di quel che resta del centro sinistra, come molti si ostinano ancora a chiamarlo.
La vicenda delle candidature a Sindaco di Palermo con lo spasimo da parte di tutti per le agognate primarie, come se da sole potessero risolvere il problema hanno raggiunto davvero il punto più basso e per certi versi inimmaginabile fino a pochi giorni fa.
Ho sempre pensato che le primarie sono solo uno strumento di democrazia e lo sono nella misura in cui le stesse vengano gestite in modo razionale, con regole certe ed uguali per tutti i candidati. Anche in presenza di queste,  di cui però a Palermo non vi è tarccia, non si può dimenticare che senza contenuti non si va da nessuna parte, o meglio senza una visione comune  all'interno della coalizione che si dice di centro sinistra, e senza valori comuni è chiaro che tutto doveva finire in un marasma, come in effetti è stato. Primarie sospese, candidati che si ritirano, altri che vogliiono comunque andare avanti a prescindere, altri come Ferrandelli che si dicono esponenti della società civile(?) ed espresione dei movimenti mentre si allea  con due esponenti del Pd, che sono la parte più a dx di quel partito che ha appoggiato e continua ad appoggiare Lombardo. La cosa più triste è vedere che chi è stato eletto al Parlamento Europeo nelle liste del PD ora è sostenuta da SeL e chi è stato eletto nell'IDV ora è sostenuto da Cracolici e Lumia.
Questi cambi repentini fanno pensare più a mire personali che a un progetto politico, di cui per la verità fino ad adesso non si è sentito parlare.
Certo la gioventù spesso è cattiva consigliera e la corsa spasmodica al potere non aiuta. Una cosa possiamo dire con certezza a chi da tempo chiede a gran voce di dare il potere ai giovani per salvarci, a chi chiede di rottamare i vecchi e ad assumere come unico valore la gioventù. Possiamo dire,come il caso Palermo dimostra, che non è nella gioventù che dobbiamo sperare, ma nelle persone serie e competenti, merce rara certo, ma di sicuro non cercata: Se siassume solo questo come valore allora possiamo dire che siamo davvero nei guai.
Certamente non è solo la Sicilia ad avere questi guai, se prendiamo il caso Martone abbiamo un'altro esempio di bimbo prodigio ben piazzato dal suo papà che appena apre bocca combina un casino.
Non so se questi fatti indurranno i più a riflettere ed a liberarsi dalle bende sugli occhi, anche se non ci credo molto, cmq so che è necessario per cambiare.
Di certo è che le primarie organizzate in questo modo non hanno alcun senso, perchè non è affatto detto che vincerà il migliore e che porteranno a vincere la sinistra.

sabato 21 gennaio 2012

Incontro al Quirinale di Il Treno Delle donne in difesa della Costituzione!

                       COMUNICATO STAMPA


Una delegazione dell'Associazione "Il Treno delle donne in difesa della Costituzione" composta dalla Presidente
Nella Toscano, Dalla V.P. Paola Bozzi ed altresì da Maria Pina Accordino, Elvira Grilli e Donatella Dominici, il 20.1.2012 è stata ricevuta dall'Ufficio affari interni e rapporti con le Autonomie del Quirinale nella persona di sua eccellenza il Prefetto Cazzella con il quale   hanno avuto una cordiale conversazione per oltre un'ora, nel corso della quale il Dr. Cazzella ha espresso vivo apprezzamento per la bozza di progetto " Un treno per l'Europa" illustrato dalle espenenti  dell'Associazione".
L'incontro, molto proficuo, ha evidenziato la necessità di alcuni ampliamenti per le sezioni del progetto ed in particolare per quelle relative alla cultura, allo scopo di promuovere l'iniziativa a livello Europeo.
L'incontro si è concluso con l'accordo di un nuovo appuntamento a breve per la valutazione della stesura definitiva.

 L'ufficio stampa dell'Associazione   "Il treno delle donne in difesa della Costituzione"

martedì 17 gennaio 2012

TRADIMENTO MONTI

 di Alex Zanotelli - 16 gennaio 2011
SALVIAMO IL REFERENDUM DELL’ACQUA

Era il 13 giugno 2011, esattamente 7 mesi fa ,quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune :”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle cariche dei propri covoni!(Salmo,126)
E oggi, 13 gennaio 2012,  ritorniamo a “seminare nel pianto..” (Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai ,mai ci saremmo aspettati che un governo, cosiddetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua ,la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2  dell’attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori. Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua.
Iniziando con le affermazioni di A.Catricalà, sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori da aprire al mercato. E C.Passera, ministro all’economia,ha affermato :”Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.” E ancora più spudoratamente il sottosegretario all’economia G.Polillo ha rincarato la dose: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico.E’ il servizio di distribuzione che va liberalizzato.”E non meno clamorosa è l’affermazione del ministro dell’ambiente C.Clini:”Il costo dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso…..La gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione.”
Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del governo (che sarà votato il 19 gennaio) che all’art.20 afferma che il servizio idrico- considerato servizio di interesse economico generale- potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico(ARIN ) in ABC (Acqua Bene Comune-Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro .E’ il tradimento del governo dei professori.E’ il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire. Per le grandi multinazionali europee dell’acqua (Veolia,Suez,Coca-Cola…) che da Bruxelles spingono il governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso –ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro All’ombra dell’acqua- si sta impossessando dell’acqua del pianeta.E’ in corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce:l’acqua. Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale.Perchè è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana.”
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica .
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum italiano dei movimenti per l’acqua,ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico (disobbedendo così al governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo  dal proprio balcone ,uno striscione con la scritta :”Giù le mani dall’acqua”!
                        In piedi , popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso !
E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia (Salmo,126)
                                                      Alex Zanotelli
Napoli, 13 gennaio 2012
FUORI TUTTE LE BANDIERE, SCARICATE I VOLANTINI E FATELI GIRARE, FIRMATE E FATE FIRMARE L'APPELLO:
NON POSSONO IGNORARE LA VOLONTA DEI CITTADINI E LA DEMOCRAZIA!!!!!!!!

ed ora passiamo all'azione!


Da: segreteria@acquabenecomune.org

Giù le mani dall'Acqua - Mobilitiamoci il 18 e 19 gennaio!

Care/i,
il Consiglio dei Ministri in cui verrà licenziato il decreto sulle liberalizzazioni (ad oggi) è fissato per la mattinata di giovedì 19 gennaio, pertanto le iniziative e mobilitazioni sarebbe preferibile metterle in programma entro tale data.

Di seguito alcune idee che sono emerse dalle mail circolate in questi giorni:
  • Nelle giornata del 18 e del 19 gennaio (mattina) organizzare, in modo coordinato in tutta Italia, iniziative di visibilità nei punti centrali delle città (striscioni in punti visibili, flash mob, etc..), delle quali fare foto e video da mandare sia ai media locali che a ufficiostampa@acquabenecomune.org per la diffusione nazionale.
  • Far girare l'appello il più possibile, attivando tutti i propri contatti per invitare alla firma personalità del mondo della cultura, dello spettacolo nonchè giuristi etc...Firma anche tu l'appello "Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!"
  • Per tutta la settimana invitiamo ad organizzare banchetti, volantinaggi e attacchinaggi per informare i cittadini sull'imbroglio in atto. A tale proposito sono stati predisposti rapidamente un manifesto, un volantino e uno striscione. Per chi volesse utilizzarli sono scaricabili qui.
  • Invitare tutti ad esporre nuovamente le bandiere dell'acqua, alle quali affiancare le nuove bandiere della campagna di Obbedienza Civile, nella quale è scritto chiaramente "il mio voto va rispettato".
Queste sono solo alcune idee, ma ovviamente ce ne possono essere molte altre. L'importante è mandare il messaggio che il popolo dell'acqua è ovunque, è attivo e che non ammette alcun passo indietro!
A seguito dell'anticipo del Consiglio dei Ministri il Coordinamento romano ha organizzato peril 18 gennaio a partire dalle 15.30 un presidio a Montecitorio, durante il quale ricorderemo al Governo Monti il pronunciamento referendario. Invitiamo tutt* alla partecipazione.

segreteria@acquabenecomune.org

La Vita è troppo bella per essere insignificante!

Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili.
Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l'eternità.
Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma so
no stato anche respinto.
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte!
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto.
Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Mi sono di nuovo innamorato di un sorriso.
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto!
E vivo ancora!
E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene.
Vivi!
È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa!
La Vita è troppo bella per essere insignificante!

Charles Chaplin

domenica 15 gennaio 2012

Vento D'Autunno


 Noi due, due foglie

Tu, io, noi due, due foglie in libertà
libertà immaginata,irreale vera solo
nel distacco dalla nostra pianta che
ci ha nutriti per il tempo della nostra
crescita; facoltà di piangere per e sulle
vergogne si questa nostra Italia, che
ci accompagniamo per lenire il nostro
dolore, esseri dimenticati dall'ingordigia
degli uomini, foglie anch'essi, rinsecchite,
prive di ardore, di animosità; una più,
una meno rossa, che importa basta che
siano a fianco, procedendo verso un
traguardo unico. Tu, io, noi due,
ancora due foglie in libertà, ma insieme.
Nicoladamico



 Questa è la mia ultima opera ....