mercoledì 24 settembre 2025

Cambiare la Costituzione oramai è divenuto lo sport più praticato dalla politica e sarebbe il caso di incominciare a interrogarci seriamente prima di arrivare alla sua totale distruzione !

Per chi non ne fosse a conoscenza, si è costituito un nuovo comitato promosso da partiti della democrazia cristiana ed ex politici che propone un referendum per il cencelleriato alla tedesca e una proposta d’iniziativa polpolare per la riforma elettorale, come annunciato dai promotori nella conferenza stampa del 10 setembre alla Camera dei Deputati. Di un ritorno al sistema elettorale proporzionale la maggioranza degli italiani ne avverte la necessità, per riappropriarsi della libertà di scegliersi i propri rappresentanti, cosa che con il vigente rosatellum viene negata, per effetto delle liste bloccate. Infatti, è nata da questa esigenza, nel recentissimo passato, la costituzione del comitato Nazinale CO.RE.RA., per la parziale abrogazione del rosatellum, che, di fatto, impedisce ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti. Il comitato si è sciolto di recente, per non avere raggiunto l’obiettivo delle 500.000 firme necessarie per celebrare il referendum. Una nuova proposta di iniziativa popolare è stata depositata per una nuova legge elettorale proporzionale, il cui contenuto non è completamente condivisibile in quanto prevede: 1) la totale mancanza di sbarramento; 2) l'automatica attribuzione al capolista del voto non espressamente indicato dall’elettore nella scheda elettorale; 3) la doppia preferenza di genere. Rispetto al punto 1) credo e sono invece convinta dell’opportunità di prevedere una soglia minima di sbarramento, e ciò per evitare il proliferare di partitini dello 0,.. Per quanto riguarda il punto numero 2) essendo il voto libeto, uguale e personale, in mancanza di preferenza liberamente espressa dall’elettore, essa non deve poter essere attribuita automaticamente al capolista, perché in siffatto caso verrebbe tradita la volontà dell’elettore. Altresì non condivisibile è la proposta, di cui al punto 3) relativamente la doppia preferenza di genere, perché un candidato non si deve scegliere in base al genere, ma in quanto persona idonea a ricoprire il ruolo a cui è chiamato uomo o donne che sia senza differenza. La doppia preferenza di genere, vecchio retaggio delle battaglie per le pari opportunità delle donne, in politica non ha più necessità di esistere. Infatti, molte donne oggi rivestono ruoli di primo piano nelle istituzioni in Europa e in Italia abbiamo pure un primo ministro donna, che, purtroppo, non hanno apportato quella ventata di cambiamento e freschezza a cui si aspirava e che ci si aspettava. Molte donne oggi occupano ruoli rilevanti nelle istituzioni, ma, duole dirlo, non hanno saputo dimostrare di essere né lungimiranti, né diverse, né migliori degli uomini. Alla luce dei fatti si deve prendere atto che la doppia preferenza di genere non ha più alcun senso, perché è venuto meno l’obiettivo principale per cui la si chiedeva, ma anche perché di un simile sistema elettorale, ove adottato, ne sono stati avvantaggiati sempre e comunque gli uomini. Per governare il Paese e per accedere al governo delle istituzioni c’è bisogno di donne e uomini, che a prescindere dal genere, siano degni di accedere a tali ruoli, per capacità, competenze, onestà, lungimiranza e che abbiano a cuore il bene comune. Il neo comitato popolare costituitosi di recente ha avanzato anche la richiesta di referendum per la riforma costituzionale per attuare il cancellierato tedesco, pensata “per arginare il premierato della Meloni”. Se questo è il motivo ispiratore di una simile riforma costituzionale non si può che essere contrari. In primo luogo perché una riforma costituzionale di tale portata non può mai essere giustificata con una motivazione simile. Se non si è d’accordo con il premierato bisogna solo contrastarne l’approvazione e non, invece, suggerire uno scambio con un sistema estraneo alla nostra Repubblica parlamentare. In questo Paese, da tempo, demolire la Costituzione, nata dalla Resistenza, è divenuta una gara a chi la spunta prima. E’ bene ricordare, però, che tutte le modifiche, apportate ad essa negli anni passati, hanno provocato solo guasti: vedi modifica del titolo V, modifica del pareggio di bilancio, e del taglio dei parlamentari ecc. e, quindi, sarebbe bene, prima di avanzare altre proposte quale quella del cancellierato, volta a dare potere al primo ministro il potere di nomina e revoca deii ministri, rifletterci molto. Togli il premierato e metti il cancellierato significa comunque dare poteri assoluti al primo ministro e quindi stravolgere la vigente Costituzione! La Costituzione Italiana con i suoi pesi e contrappesi è la migliore tra quelle esistenti ed è veramente surreale, inaccettabile e anche pericoloso prendere esempi e adottare modelli di altre Costituzioni per trasportarli nel nostro ordinamento. Sarebbe il caso di lasciarla in pace la costituzione, perché non è con nuovi artifici costituzionali che salveremo questo Paese, ma con la scelta di una classe dirigente innovativa, lungimirante e, soprattutto, che non abbia nessun legame con questo disastroso passato e presente, che ha visto precipitare il nostro Paese nell'irrilevanza e nella perdita di credibilità internazionale. La tanto invocata governabilità da sola non basta per garantire al Paese un governo che risolva i gravi e numerosi problemi che perdurano da tempo, anzi è dannosissima, come stiamo vedendo nell’attuale Parlamento Nazionale, ma anche nelle istituzioni periferiche, dove sindaci e Presidenti di Regioni inamovibili fanno quel che gli pare, senza tenere conto di nulla e nessuno. Nella Toscano

giovedì 28 agosto 2025

La disperazione di un bambino che chiede la sua casa e la mamma

Gli occhi disperati e stanchi di un bambino, che, in mezzo alle macerie della sua casa, chiede di riaverla insieme alla sua mamma, sono un pugno allo stomaco e una ferita al cuore di chi ancora ne ha uno! L'ho acoltato, piangeva e invocava ciò che più gli manca: la casa e la mamma! E voi che gli avete portato via tutto questo, che avete soppresso la serenità e la sicurezza di ciò che di più al mondo un bimbo può desiderare , come potete continuare in questa follia criminale, a massacrare uomini, donne e bambini, a distruggere tutto ciò che per diritto gli appartiene? Come potete dormire nelle vostre calde case con i vostri cari mentre fuori si consuma la tragedia da voi voluta e perpetrata? Come possono i governi e l'Europa in particolare ignorare tutto questo? Come può la Meloni parlare di "proporzianalità" di fronte a una tragedia immane, che non ha nulla a che vedere con la "proporzionalità", dimostrando con ciò di essere completamente fuori dalla tragica realtà, e di essere incapace di svolgere il suo ruolo, ( a cui è arrivata non avendone nè capacità,nè sensibilità politica e istituzionale e tanto meno una preparazione adeguata, le cui conseguenze si stanno manifestando in maniera drammatica per il Paese) con la ferocia senza ritegno. Due popoli e due stati è il mantra che questi politici stanno ripetendo da sempre, senza che mai si sia potuto realizzare, come sarebbe giusto che sia. Invece, si fa solo propaganda mentre il folle di Israele sta distruggendo tutto e senza che nessuno lo voglia concretamente fermare. E' insopportabile e inammissibile che ci possa essere qualcuno che si arroga il diritto di cacciare dala propria terra uomini donne e bambini e che possa terorizzarli con le armi, spogliarli di tutto ciò che gli appartiene, con l'infondato motivo di essere il "popolo scelto" da chi? All'alba del terzo millennio nessuno può continuare a credere a questo e nessuno dovrebbe avallare un genocidio per questo! Non credo che gli Usa appoggino questo massacro per questo, i motivi sono altri e come sempre inconfessabili. E non venite a raccontare la storia di Hamas e degli ostaggi, perchè sono solo un pretesto per cacciare i Palestinesi dalla loro terra. Sarebbe ora che l'ONU, finalmente, si facesse coraggio per un intervento militare, che ponga fine al massacro prima che sia troppo tardi. N.T.

giovedì 3 aprile 2025

Tutti in piazza il 5 aprile

Ricevo e pubblico, condivido e sottoscrivo: La guerra iniziata il 24 febbraio 2022 con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, si protrae ormai da oltre tre anni causando sofferenze inenarrabili alle popolazioni coinvolte, disastri ambientali incommensurabili e la morte sui due fronti di centinaia di migliaia di giovani mandati al massacro dai rispettivi governi. La NATO e i vertici dell’Unione Europea non hanno fatto nulla, né per scongiurare – come avrebbero potuto – lo scoppio della guerra, né per arrestarne il corso. Al contrario hanno bandito ogni ipotesi di negoziato e hanno alimentato il conflitto rifornendo l’Ucraina di armi sempre più performanti, coltivando il mito di una vittoria militare impossibile da conseguire. La guerra e le sanzioni imposte alla Russia hanno prodotto un balzo in alto dei costi delle materie prime e un’impennata dei prezzi, non controbilanciata dalla crescita dei salari, causando un generale peggioramento delle condizioni di vita per milioni di persone. La prospettiva che si ponga fine alla guerra e si giunga finalmente al cessate il fuoco, a seguito dell’apertura di negoziati fra gli Stati Uniti e la Russia ha suscitato smarrimento nei vertici dell’UE e nelle Cancellerie dei principali Paesi europei, al punto che il Parlamento europeo nella sua Risoluzione del 12 marzo 2025 ha espresso “sgomento per quanto riguarda la politica dell’amministrazione statunitense di riappacificarsi con la Russia.” Di fronte alla prospettiva del cessate il fuoco, la risposta dell’UE e dei principali paesi europei non è stata quella di attivarsi per agevolare il percorso di costruzione della pace, ma, al contrario, quella di prefigurare la continuazione della guerra con altri mezzi. Il Piano Re Arm Europe (in seguito pudicamente rinominato Readiness 2030), proposto dalla Presidente della Commissione, Ursula Von der Layen, propone la mobilitazione di 800 miliardi di euro per consentire un riarmo straordinario dei Paesi europei; Lo scopo di questo processo di riarmo è quello di prepararci alla guerra, come ha dichiarato Il 18 marzo la stessa Ursula Von der Layen durante un discorso alla Royal Danish Military Academy a Copenaghen. Rientra in questa direzione la “Strategia Ue per la preparazione” lanciata dalla Commissione e dell'Alta rappresentante Kaja Kallas. Nella strategia si incoraggia la popolazione a fare "scorte essenziali per un minimo di 72 ore in caso di emergenza." In questo quadro, il vertice dei “volenterosi” convocato a Parigi, con la partecipazione dei leader europei e del presidente ucraino Zelensky, è un malcelato tentativo di ostacolare il processo di pace. Il nodo centrale dell’incontro è l’invio di truppe in Ucraina. Non parliamo di forze di interposizione con un mandato condiviso da entrambe le parti, ma di truppe di interdizione, “pronte a combattere”, secondo le dichiarazioni dello stesso Zelensky. Siamo quindi di fronte non alla preparazione di una missione di pace ma a una prospettiva di guerra. Non si tratta di chiudere il conflitto armato, ma – al contrario - di ostacolare il cessate il fuoco, seminando ulteriori fattori di ostilità fra le parti, con il rischio di coinvolgere l’Europa in una spirale bellica incontrollabile. Si viene così delineando un progetto politico demenziale e nefasto per tutti i popoli europei. Siamo arrivati al punto che le istituzioni europee producono terrorismo psicologico per farci rassegnare all’idea che la guerra è incombente e quindi bisogna riarmarsi. In realtà l’incremento delle spese militari non ha nessuna ragione obiettiva su cui fondarsi poiché la spesa totale per la difesa degli Stati membri dell’UE nel 2024 ha raggiunto un valore stimato di 326 miliardi di euro, a fronte di una spesa di 145,9 miliardi di dollari della Russia. Quella destinata al riarmo è una cifra enorme, sottratta alla sanità, all’educazione, alla difesa ambientale, alla lotta alla povertà, che modifica l’identità delle democrazie europee segnando il passaggio dal welfare al warfare. Si ingannano i popoli europei agitando una minaccia che non esiste. Noi non abbiamo nessun motivo per portare guerra alla Russia, come la Russia non ha nessun motivo per portare guerra all’Italia o ad altri paesi europei. La sicurezza si difende costruendo rapporti pacifici fra le nazioni, attraverso il disarmo reciproco e concordato, non attraverso la corsa agli armamenti. Il processo di riarmo serve solo a identificare un nemico, ad attribuire alla Federazione russa il ruolo del nemico, dividendo l’Europa con una nuova drammatica cortina di ferro. Siamo di fronte ad un passaggio cruciale per il nostro futuro. Dobbiamo bloccare questo processo prima che divenga irreversibile. Per questo aderiamo ed invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione indetta dal movimento 5 Stelle per il 5 aprile a Roma con una chiara piattaforma contro il riarmo europeo. Occorre superare ogni steccato e costruire una grande unità di popolo per la pace, per il futuro, per i nostri figli. Roma, 1° aprile 2025 Pino Arlacchi, Elena Basile, Piero Bevilacqua, Maria Luisa Boccia, Ginevra Bompiani, Alberto Bradanini, Giacomo Costa, Roberta De Monticelli, Monica Di Sisto, Domenico Gallo, Claudio Grassi, Raniero La Valle, Lea Melandri, Pasqualina Napoletano, Moni Ovadia, Ali Rashid, Francesco Sylos Labini, Linda Santilli, Vauro